31.12.07

The Last Good Day Of The Year



Mancano poche ore al 2008. E anche se non avrei voluto, non riesco a resistere alla tentazione di fare un bilancio. Semiserio. Di questo 2007 che mi ha visto mutare forma e sembianze in più occasioni. Sono stata disoccupata, stagista, promoter, piccola imprenditrice, scrittrice in erba (più che altro: 'me fumo quello che scrivo' o 'scrivo dopo aver fumato'?), solitaria, socievole, timida, iperattiva, sboccata, coraggiosa, riservata, appassionata, silenziosa, arrabbiata, spontanea, scontrosa, rilassata, contemplativa, chiacchierona, empatica, rivoltosa, sottosopra. Tutto e il contrario di tutto. Un prisma che incontra un fascio di luce e lo trasforma in arcobaleno. Un fascio di luce che diventa multicolore grazie all'incontro con un prisma. Porto in me le radici del mio cambiamento. Della mia evoluzione.

Nell'anno che verrà nuovi prismi incontreranno la mia luce, arricchendola di nuovi colori. Nell'anno che verrà, mi auguro di essere un buon prisma e mostrarmi all'altezza del mio compito.

Soundtrack: Cousteau - The Last Good Day Of The Year

18.12.07

Canto di Natale...?



La voce angelica di Jeff Buckley è ancora più toccante e surreale, ora che sono seduta in stazione sotto le luci al neon, la pioggia battente e il cielo plumbeo di una fissità gelida.
Intorno a me gruppetti di persone cariche di buste con i loro acquisti natalizi, eppure mi sembra di esser sola, sospesa in un'atmosfera altra.
E non mi importa se può sembrare strano che io preferisca trascorrere qui la mia pausa pranzo, rigorosamente al sacco, accompagnando il pasto con un buon libro - "Le Particelle Elementari" di Michel Houellebecq - e Radio Rock nelle orecchie.
Sarò asociale, sì, se non ho voluto pranzare con le altre promoter - che conosco appena - nella squallida sala ristoro del megastore in cui lavoro. Ma ancora una volta non mi importa.
Quando stacco la spina, ho bisogno di staccarla per davvero.
Trascendere.
È così che ritrovo la mia dimensione. I miei pensieri. La mia musica. I miei libri. Il Mio Tempo.
E' così che riesco a liberarlo dal temp(i)o della merce, del commercio nevrotico, del Natale che sa di scontrini e code chilometriche sulle strade che portano ai centri commerciali.
Un signore francese, una volta, ha parlato di NonLuoghi. E, onestamente, tra il non-luogo centro commerciale e il non-luogo stazione ho fatto la mia scelta. Senza rimpianti.
E poi, diciamolo, adoro guardare i treni passare... Nel mentre, posso sempre allenarmi a riconoscere quelli che non posso assolutamente permettermi di perdere.
E, intanto, continuo a scrivere...

Soundtrack: Jeff Buckley - Corpus Christi Carol

[Scritto il 9/12/2007]

4.12.07

A Volte (Forse) E' Meglio Non Sapere?



Spesso penso a una moltitudine di fatti, storici e presenti, personali e universali, realmente vissuti o mediati. Non posso fare a meno di giungere, a volte, a conclusioni terribilmente pessimistiche, retaggio di una qualche vita precedente in cui devo aver vissuto esperienze tali da rendermi più fatalista di quanto la mia naturale inclinazione sognatrice giustificherebbe. Arrivo a credere che forse penso troppo e che l'aver avuto accesso alla conoscenza ed averne elaborato a tal punto gli stimoli, abbia sviluppato in me uno spirito critico di cui sostanzialmente vado fiera, ma che a volte assume le pericolose sembianze di un'arma a doppio taglio. L'aver aperto il vaso di Pandora delle umane miserie non ha contribuito a renderle ai miei occhi meno innocue. Nei momenti di maggiore disillusione finisco per convincermi che sarebbe stato meglio non aprirlo mai quel maledetto vaso.

Sans souci
: questa è la soluzione giusta.

Ma sono pensieri che durano meno di un attimo. Mi scaldo all'umano calore delle anime sorelle che ho avuto ed ho ancora la fortuna di incontrare lungo il mio cammino, per caso o per volere del destino. Traggo la mia forza da tutti i sogni che mi accompagnano da sveglia. Mi rialzo in piedi grazie all'incancellabile sensazione di stare camminando sulla strada giusta.

Sento che sono destinata a fare qualcosa di grande. E quando dico grande, non parlo di imprese eroiche o di sopravvivere per fama alla mia stessa morte. So con certezza irrazionale che la mia anima troverà il suo posto nel mondo. E che non potrei mai rinunciare alla conoscenza, per quanto dolorosa possa essere. Sarà allora che mi accorgerò che in fondo a quel vaso era nascosta anche la speranza...

Soundtrack: Succederà - Bandabardò

Ore: 5:29 AM

28.11.07

Davide e Golia



Capita di svegliarti con una sensazione di incompiuto addosso. La pesantezza della notte ancora attaccatta al corpo. La voglia di restare ancora un po' sotto le coperte, di non sfidare il nuovo giorno. Finalmente ti decidi e ti scontri di nuovo con il tuo scoglio più aguzzo e infido. Sì, Lei, il nemico da combattere. Subdola ti mette con le spalle al muro e non ti lascia via di scampo. Provi a ragionarci, ma niente. Provi a ignorarla, ma niente. Il tuo muro non fa che alimentarla. Allora lasci che la tua rabbia faccia il suo corso, si faccia strada dentro di te, dallo stomaco alla trachea attraversando le corde vocali, fino a trovare sfogo in un grido che non riconosci, anche se è il tuo.

Sola, contro qualcosa che non puoi combattere. Contro qualcosa che dovresti amare. Contro qualcosa che cominci a odiare. Contro di Lei, la ragione stessa per cui sei al mondo.

E capita di uscire da quell'incubo, anche solo per qualche ora. Per il tempo di entrare nella scatola magica che contiene tutti i tuoi sogni, quelli che hai già sognato e quelli che puoi ancora sognare. E ti lasci andare. Ancora una volta la lanterna magica riesce nel suo intento e sei completamente immersa in una dimensione altra, solo apparentemente lontana. E capita che al suo ritorno la luce del sole non ferisca ma rechi in sé un'emozione ancora più forte. Ed eccola che ti sommerge, quando arriva Lui. Tutto intorno mediocrità e vuote considerazioni che ti fanno vergognare. Le sue risposte, invece, scaldano il cuore e mettono a tacere i tapini. Fin quando termina il botta e risposta. Muta fino a quel momento, decidi. Scendi in fretta le scale che vi separano, il cuore in gola e una penna in mano. Eccoti, sei davanti a Lui. Mentre sigilla per sempre il ricordo di questo incontro, ti senti parlare in una lingua non tua, la voce rotta dall'emozione. E' la tua anima che parla. E colpisce nel segno. Due occhi che ti guardano, una mano portata al cuore in segno di riconoscenza. Una stretta di mano e ora lo sai. Questa giornata ha ritrovato il suo Senso.

Soundtrack: Anime Salve - Fabrizio De André & Ivano Fossati

21.11.07

Distorsioni Comunicat(t)ive



Capita che i messaggi viaggino attraverso l'universo e nel loro infinito e continuo viaggiare prendano percorsi imprevisti, compiano evoluzioni inaspettate.
L'informazione - qualcuno ha detto - viaggia divisa in pacchetti che si ricompongono una volta giunti a destinazione. E se uno di questi pacchetti venga malauguratamente disperso durante il cammino verso il ricevente? Se l'informazione arrivasse incompleta? Laddove vi fosse l'impossibilità di un feedback, come riparare a un malinteso?

Ricordi e interpretazioni soggettive producono interferenze pericolose che giocano con i sentimenti e le emozioni. Alterano la comunicazione, portano a interpretare come rivolti a sé messaggi originariamente destinati ad altri.

Quando lanci il tuo messaggio in bottiglia sai perfettamente chi vuoi che lo legga. Quello che non puoi sapere è chi effettivamente lo leggerà.

Quando trovi un messaggio in bottiglia speri che parli di te. Quello che non puoi sapere è a chi stava effettivamente pensando colui che l'ha lanciato in mare.

Soundtrack: Impressioni di Settembre - PFM

19.11.07

Neuro(ne)

I sogni sono la più potente delle droghe.
Devono esserlo per forza, se dalle quattro di stamattina mi hanno tenuta in piedi per consegnare in tempo il lavoro... Ora che ho finito, dopo sei ore non stop, sento che sto per crollare.

Mi butto in branda. Tra un paio d'ore dovrò essere di nuovo in piedi...

Ci rivediamo su questo schermo, se non mi ricoverano prima :)

Soundtrack: Jump - Van Halen

15.11.07

Fatih Akin



Se mai avessi l'opportunità di scrivere un film, vorrei avere la sua sensibilità, la sua passione... Resto sempre affascinata dalla sua capacità di unire l'amore e la morte, la violenza e la dolcezza. Al centro della storia vi è sempre l'unione di anime sole e sconosciute che si incontrano per caso o per volere del destino. Attraverso dolore e compassione, i suoi personaggi affrontano insieme una parte del misterioso viaggio che ci conduce alla ricerca del senso della vita.

E' poi così difficile amare chi non si conosce?

Soundtrack: Ripples... - Genesis

12.11.07

Sul ciglio di un vulcano



La rabbia e l'umiliazione bruciano dentro più del sale sulle guance. Più del vento crudele che sferza il viso e scompiglia i capelli. Più delle mani intirizzite dal freddo. Più dei pugni stretti in tasca che ancora non puoi mostrare al nemico.

Che razza di modo per concludere un'orrenda domenica di lavoro. Che colpo basso. Come al solito ti sei lasciata colpire, senza difese né protezioni a difendere il tuo IO pieno di orgoglio.

A che pro prendersela con il vento? Le risposte da dare arrivano quando ormai è troppo tardi...

Sono le otto, zaino in spalla mi avvio finalmente verso l'uscita. Manca solo una firma sul foglio presenze, poi sarò libera. Mi sento chiamare dal caporeparto, con il nome che porto stampato sulla divisa d'ordinanza: ormai non ho nemmeno più un nome. SONO IL MARCHIO. Davanti ai commessi il mio responsabile, che avrà qualche anno più di me, snocciola i dati di vendita. Questo weekend non ho venduto niente.

"Sei una delusione".

Sì? Davvero? Dovrei rispondere che l'ha fatta fuori dal vaso, che visto il mio impegno non ha nessun diritto di trattarmi in questo modo. E invece non trovo di meglio che un sorriso disarmato e mortificato e una sequela di valide argomentazioni che non avranno mai voce.

"Devi essere più convincente".

Inutile ricordargli le due vendite perse ieri per un errore di prezzo sul cartellino. Io, invece, non scordo la rabbia dei clienti davanti a un prezzo notevolmente più alto di quanto precedentemente indicato, scaricata come si conviene addosso agli ultimi anelli della catena.

La colpa è mia. Sono io la delusione.

Mi scusi tanto, sa, se non ho le fattezze del "perfetto venditore". Se alla vendita a tutti i costi preferisco un sorriso e una stretta di mano. Se non ho il "dono" dell'imbonitore, l'odiosa insistenza di chi cerca dei polli da spennare. Se do il massimo nel presentare il prodotto con competenza e professionalità e semino in attesa di un raccolto, anziché fare pressione sulla gente per convincerla a comprare un prodotto che costa il doppio di uno stipendio medio.

Inutile discutere con chi ha ormai perso il lume della ragionevolezza, con chi si è lasciato fagocitare da un sistema cannibale e ha dimenticato cosa vuol dire la parola libertà. Con chi ha venduto l'anima in cambio di mille euro al mese e la scritta caporeparto in calce su un contratto. Con chi si illude di possedere potere e autorevolezza solo perchè umilia chi non può difendersi. Con chi, invece di solidarizzare con l'ennesimo povero cristo costretto a lavorare anche la domenica e ce la mette tutta persino in un lavoro che detesta, non trova di meglio che scaricare su di lui le sue frustrazioni.

Avrei voglia di mandare tutti al diavolo e restarmene a casa la prossima settimana, ma non posso, ho davvero bisogno di quei soldi. Time is on my side. Niente e nessuno potrà mai togliermi l'anima. Nemmeno uno stupido numero stampato su una bolla di vendita.
Presto arriverà il giorno in cui potrò scegliere. Adesso devo solo resistere e aspettare.

Cammino, sul ciglio di un vulcano. Avverto il calore della lava a pochi metri da me. La sento gorgogliare, in attesa della prossima eruzione. Guardo dritto e continuo a salire, verso il cielo, incontro alla luna. Muta e silenziosa si staglia come un diamante, imperturbabile dinanzi alle miserie umane. Le sorrido. Stanotte sarò un po' luna, in attesa del nuovo sole.


Soundtrack: Dance On A Volcano - Genesis

9.11.07

Grandi Speranze



Riempio le mie notti di immaginazione e qualche volta faccio l'alba, persa nei pensieri che durante le ore diurne non trovano spazio. Non soffro d'insonnia, anzi. Ho il sonno pesante e sarei capace di dormire per ore. Eppure un'inspiegabile energia mi porta a rifuggire il riposo e a scrivere, pensare, sognare, piangere e ridere davanti alla mia finestra sul mondo, alla mia finestra su di me, su di te... La musica è la mia Musa, la mia catarsi, capace come nessun altro di condurmi sempre esattamente dove vuole... Lei mi è vicina sempre, anche se l'ho tradita, anche se le mie dita oggi corrono veloci sui tasti di una tastiera invece che su quelli di un pianoforte.

E' una musica diversa, quella che suono oggi. E' la musica della mia anima. E l'unico desiderio che ho è che possa raggiungerti, emozionarti, farti piangere e subito dopo ridere, perchè non c'è niente di più bello di un sorriso dopo un pianto, di un volo dritto verso il cielo dopo una caduta. Ti condurrei per mano nei profondi oscuri abissi del mio io più nascosto e ti renderei partecipe della mia vita. Per farti sapere che ci sei. Che ogni passo che faccio è anche per te. Che la mia gioia più grande è leggere l'orgoglio nei tuoi occhi, sapendo che è per me. E mi piace pensare che quando dai il meglio di te in tutto ciò che fai per raggiungere la tua felicità, ti arrivi anche un po' della mia forza. Perchè farò sempre il tifo per te e voglio che tu ce la metta tutta. Sempre.

Soundtrack: High Hopes - Pink Floyd

5.11.07

Youth Without Youth - Un'Altra Giovinezza



Stanotte ho fatto un sogno... I pensieri che mi occupano la mente da alcuni mesi hanno finalmente trovato qualcuno che li portasse a compimento...

Si riaccendono troppo in fretta le luci in sala. I miei occhi ancora lucidi non riescono a staccarsi dallo schermo ormai nero... Coppola, come uno sciamano, mi ha rapito la mente e il cuore e mi ha condotto per mano tra tenebre e luce, bene e male, amore e conoscenza, vita e morte. Ogni suo film è un viaggio in cui la fine è anche il punto di partenza ed il suo compimento.

So cosa farò domani. Cercherò il libro di Mircea Eliade. E proseguirò il mio cammino.

Ora andrò a dormire, le note di Golijov accarezzeranno la mia anima e la condurranno a te. Perchè questo film parlava di te.

Soundtrack: Youth Without Youth - Osvaldo Golijov

29.10.07

Temp(i)o



In pausa pranzo, dalle 2 alle 3, cerco il sole. Rifuggo la claustrofobia di un luogo dove le finestre sul mondo non ci sono, perchè il tuo unico mondo siano le merci, nuove, luccicanti, che ammiccano dalla vetrine. Evado dal temp(i)o del divertimento. Ritrovo il MIO. Fuggo dalla luce artificiale e cerco il sole. Lo cerco dove lo hanno spento, per sostituirlo con un "sole di cartone", cantava qualcuno.

Trovo il sole e sbocconcello i miei panini home made, leggendo un libro che è un macabro ritratto di un paese impietoso, a cui pericolosamente stiamo cominciando ad assomigliare: "Una paga da fame: come (non) si arriva a fine mese nel paese più ricco del mondo", di Barbara Ehrenreich. Un libro di una scrittrice e giornalista che per un periodo della sua vita ha abbandonato gli agi della vita borghese per fare la cameriera e la donna delle pulizie e sperimentare in prima persona le problematiche di sopravvivenza dei lavoratori a basso reddito. Quelli che vivono nelle roulotte o nei furgoni, che si fanno la doccia a casa degli amici. Quelli che porcaputtana si fanno il culo tutta la settimana. Ma il culo vero. E non hanno il diritto a una Vita dignitosa, come Cristo comanda, per chi ci crede.

E quelli che porcaputtana tra poco potremmo essere noi, se non ci svegliamo. Leggete il libro. E incazzatevi. Ma per davvero. E quando dico incazzatevi, mi includo anch'io.

28.10.07

So




La schiena mi fa male e gli occhi mi si chiudono per la stanchezza.
Ma tutto questo non conta.

So che ci sei. E che il tuo cuore pulsa.


Soundtrack: I Feel You - Depeche Mode


23.10.07

Senso



Vivo nell'insostenibile leggerezza che non ho. Nell'incontentabile fremito dei rimpianti e nell'onnipresente sensazione di aver perso qualche treno. Nella frenesia dei sogni che correndo inseguo. Inciampando maledico. Che lievitando di emozione prego di non abbandonarmi mai.

Se la vita fosse un ascensore, spingerei continuamente i tasti. Su e giù. Giù e ancora su. Scenderei a ogni piano e vivrei le mie infinite vite parallele, come in un intricato groviglio da cui si può tornare indietro.

22.10.07

Tremo



Come un rabdomante
Cerco la mia primavera
Negli inverni dell'anima.


Soundtrack: Trains - Porcupine Tree

17.10.07

Vento di Cambiamento...?



Ho una strana sensazione addosso. Mi sento strana, inquieta, diversa. Passato, presente e futuro sono confusi, vorticano insieme come foglie sospinte dal vento e si posano ai miei piedi nei momenti più impensati.

Sta cambiando il tempo. O sto cambiando io.

Cosa ti prende, che hai?

Non lo so. Mi sento spossata.

Saranno i bagordi, avrai dormito poco. Un bel sonno riparatore e passa tutto.

See... La fai facile tu.

Sei tu che vuoi sempre fare la complicata, quella col "mal du vivre"... Sai che ti dico: che palle!

Ma quale male di vivere! Io mi gratto. Sai com'è... Portassi sfiga!

Poi sarei io quella dei luoghi comuni...

Touchèe...

Vabbè, qua le chiacchiere stanno a zero. Io vado a dormì. Che fai? T'aggreghi?

Massì, va. Tu intanto avviati. Io poi arrivo.

Ok. ZZZ... ZZZ... ZZZ...

Fregata anche stavolta. Sono un genio del crimine...


Soundtrack: Dream Theater Ballads

16.10.07

-27

Tremenda voglia di ubriacarmi e perdere la brocca
Ballare fino all'alba e buttarmi a letto cotta

Vivere vivere vivere
Questo giorno

Come se non fosse
Uguale a tutti gli altri


15.10.07

Corpo e Anima



Fatico a immaginarmi senza te
Non importa quanti passi
Si frappongano tra noi

Non dimentico
Le tue grida di dolore

Nelle notti insonni
A cercare amore

Tendo la mia mano

Il mio essere incorporeo
Non mi permette di toccarti
Se non sei tu a svegliarti

Non sto annegando
Riesco a vedere la tua mano

Le tue vene
Pompano sangue

Mentre tremo,
Di fredda solitudine

Granelli di sabbia
Dispersi nel vento

Nell'infinito spazio
Oltre la morte
Oltre il tempo

Uniti
Solo in questa vita

Contro l'immodificabile karma
Che ci vuole disgiunti

Da qui all'eternità.

Un augurio dalle tue labbra
Si solleva:

"La mia forza
Sia la tua
In questa lotta senza posa
Per conquistare almeno un grammo
Di felicità".


Soundtrack: Hollow Years - Dream Theater

12.10.07

Sogno, E Son Desta!




Accarezzo il mio sogno


E fremo

Mentre attendo


Che la mia passione

Si trasformi in realtà...


Soundtrack: Lifting Shadows Off A Dream - Dream Theater

8.10.07

Deliri intrapersonali alla deriva in un flusso di in-coscienza



Che giorno è oggi? Sono ormai talmente fuori dal circuito della vita "civile" da aver persino perso il conto. Colpa della mia nuova temporanea condizione di eremita apolide assorta nel chiuso della propria stanza, squassata dalle onde di ostili mari che tutto prendono e niente offrono in cambio, se non a caro prezzo.

Perdo il contatto con la realtà delle cose mentre la mia anima in gabbia si agita, idròfoba, cozzando contro le strette pareti della schiavitù contemporanea a cui ci siamo lentamente assuefatti. Sola si indigna, mai si piange addosso. Aizza i suoi neuroni, li scuote in cerca di possibili soluzioni per sfuggire all'incasellamento di pirandelliana memoria.

Ma i tempi del mondo non coincidono mai con i propri. Quando credi di aver trovato una soluzione temporanea che dia respiro e tregua a parte delle tue preoccupazioni, ecco che puntualmente si riaffaccia una possibilità per avvicinarti di più al tuo sogno, quello per cui hai passato notti insonni, hai lottato contro i richiami allettanti della sterile mediocrità rassicurante, per cui sei andata contro ogni logica razionale, per cui ti sei sentita addosso le occhiate commiserevoli di chi sembrava dirti "povera illusa"...



E anche se questa possibilità avrebbe avuto tutto il tempo del mondo per farsi viva, ovviamente non può che scegliere l'unico momento che impedisca all'altro lato delle tue necessità vitali, quello materiale, di riprendere fiato. Entrambe le possibilità avrebbero potuto tranquillamente convivere in pace.

Ma no! Cosa vai a pretendere? Le opportunità non si presentano mica a comando!

Sarebbe semplicemente bastato evitare di concentrarsi lo stesso giorno. Ci voleva tanto?

Sì, perchè è così che funziona, cara mia. Prendere o lasciare. Sai bene che non si può avere tutto dalla vita. Bisogna saper scegliere. Sempre. E fare in modo che la scelta sia veramente quella giusta per la propria anima. Il resto arriverà. Bisogna saper aspettare. "La fretta è cattiva consigliera". "La gatta frettolosa fece i gattini ciechi".

Per favore, risparmiami almeno le frasi fatte.

Se qualcuno le ha inventate, questo qualcuno avrà saputo sicuramente il fatto suo. Perciò, "impara l'arte e mettila da parte"!

Vedo che non ci siamo capiti...

Tu mettila da parte e smettila di pensare. Pensi troppo! E "Chi male pensa male fa".

Ok, ok! Hai vinto. Mi arrendo. Continuerò a fare provviste di arte.
Ma resta il fatto che la legge di Murphy non mente. E continuerà ad attentare pericolosamente alla mia dispensa...

Fermo immagine: PP sorriso tra il sarcastico e il disincantato...

Dissolvenza...

PP sguardo limpido e sbarazzino di un uomo che ha saputo cogliere la poesia di questi nostri aridi Tempi Moderni...



Un uomo di cui mi sarei potuta innamorare perdutamente.

Soundtrack: A Tout Le Monde - Megadeth

22.9.07

Destino Precario Di Un Piccolo Seme



Oggi è cominciato l'autunno. Non solo per la natura. La mia vita lavorativa ha avuto la sua primavera. I germogli dei miei talenti sono stati seminati, mostrando a chi doveva vederli i loro frutti. Ma il freddo delle stagioni a venire si fa già sentire, annunciando tempi duri. Nei silos il grano sta ormai per finire. Il raccolto che si credeva di ottenere nei mesi estivi è andato perduto. Colpa di temporali imprevisti in primavera, della disattenzione dei contadini, della scarsa perizia nell'arare il terreno.
E così, anche quei timidi germogli che a fatica si erano fatti strada a dispetto delle intemperie e della gramigna, devono trovare nuova terra in cui mettere radici. E prepararsi ad affrontare un altro inverno. Soli. Senza più un contadino disposto a prendersi cura di loro.

Penso questo, mentre in una stazione della metropolitana semideserta è ormai quasi notte e i Sigur Ròs mi fanno venire voglia di piangere. Le luci al neon sono un martello pneumatico nelle pupille. Il treno mi sta passando davanti, si ferma. So già che non lo prenderò. E se tu fossi seduto in uno di quei vagoni, sono sicura che potrai riconoscermi leggendo queste parole. Quando il treno riparte lancio la mia gomma da masticare sulle rotaie con un gesto liberatorio. Non lo faccio mai, non amo fare queste cose ma oggi ne ho avuto bisogno. Più volte stasera mi sarei volentieri lasciata scivolare fino a sedermi per terra in mezzo alla gente, rannicchiandomi con la testa sulle ginocchia e le braccia strette attorno alle gambe. Quelle gambe che mi hanno permesso di arrivare tanto lontano e che adesso ricominciano a vacillare.

È la resa? Sai che non può esserlo. Sei una combattente, seppur piena di fragilità. Ricordi a volte una tigre addormentata, pronta a graffiare ma solo senza far male. Quando proprio ti sembra che la vita si ostini a prendersi gioco di te. È una beffa? Ditemelo, vi prego. Le cose cambiano, si evolvono. Ma io non riesco più a stargli dietro. E sono stufa della stupidità della condizione umana, che incatena la sopravvivenza dei nostri corpi alla dipendenza dalle cose terrene. Questo rende tutto più complicato. Una matassa sempre più difficile da dipanare in questi assurdi tempi precari.

Un ragno si posa sulla mia fronte e da lì si cala sulla mia penna, fermandosi sulla punta mentre scrivo. Ragno porta guadagno. Il ragno finisce sul taccuino. È un segno? Chiudo con forza lo scrigno dei miei sfoghi fatti d'inchiostro e conservo per sempre il simbolo di un misterioso presagio. Forse un ottimo auspicio, quello che aspettavo.

Da domani, di nuovo pronti. Si ricomincia a scalare. Stavolta partendo di nuovo da valle...


Soundtrack: Svo Hljótt - Sigur Rós

11.9.07

Com'è dura la salita



I postumi della quasi sbornia si fanno sentire... Stanchezza e ostacoli sempre nuovi mi fanno inciampare nelle stesse stupide paure, negli stessi errori.

Non mollo, non posso mollare proprio ora. Il mio sogno è lì, riesco a vederlo. Ma ogni volta che l'ho quasi raggiunto si allontana, come un'oasi in mezzo al deserto. Ed io ho così tanta sete...

Forse è proprio questo l'errore. Ho troppa sete.

Vorrei solo sdraiarmi sulla sabbia, vicino alla riva del mare. Respirare lo iodio e non pensare. I piedi nell'acqua, per rinfrescarmi le idee. La sabbia tra le dita, per lasciarmi andare e dissolvere come granelli i cattivi pensieri.Via tutte le ansie, via tutte le inquietudini. Devo smetterla con le aspettative, mie e altrui. Devo smetterla di cercare la felicità al di fuori di me. Non sarebbe che una chimera. E continuerei ad essere insoddisfatta. Come dopo aver bevuto una bevanda troppo dolce che anziché placare la mia sete, non fa che aumentarla.



Di cosa hai paura? In fondo, sei viva. Stai camminando sulla strada giusta. Continua così... Quando capirai che la meta è dentro di te, allora l'avrai raggiunta davvero.

8.9.07

Risveglio



Non ricordo mai nulla della mia attività onirica, ma stamattina mi sono svegliata con le immagini di un sogno impresse nella mente.

Sono in spiaggia, il costume sotto i vestiti, intenzionata a fare il bagno. Ho in mano la macchina fotografica, vorrei immortalare le persone che sono con me, ma non ci riesco, ho il sole contro.

La sabbia diventa erba e il caldo sole si nasconde dietro gli alberi e le mura di un palazzo rinascimentale. Ci sediamo tutti a terra, la schiena contro le mura, alcuni da un lato altri di fronte.

A un metro da me, semisdraiata su un fianco, una persona del mio passato che non ho mai frequentato molto ma con cui sento di avere un'affinità a pelle. Sono contenta della sua vicinanza. Mi trasmette una sensazione di benessere.

Continuo a giocherellare con la fotocamera. Qualcuno inizia a leggere ad alta voce un brano scritto da questa persona. Sono emozionata. Lo avevo già letto in solitudine, a sua insaputa. Ero rimasta affascinata e colpita dalla forma e dalla profondità del contenuto dei suoi scritti.

Io e questa persona non ci guardiamo e non ci parliamo, ma so che siamo entrambi consapevoli della reciproca presenza e del legame che ci unisce, della forza invisibile che ci attrae.

Mi alzo, in cerca del bagno. Quando ritorno mi sdraio per sbaglio in un posto diverso da quello in cui ero prima. Quella persona adesso è lontana da me.

Il brano sta per terminare. È bellissimo. Qualcuno mi dice che fa parte di un libro che è stato pubblicato. Sono orgogliosa. Sono sicura di aver sentito il titolo, ma fatico a ricordarlo al risveglio. "Filosofia didattica dell'anima", o qualcosa del genere.

Una sola frase è rimasta incollata alle pareti della mia mente:

"A che serve l'amore tra due anime, quando la cosa più difficile è la battaglia dei corpi?".

Non so perchè, ma ritrovo una grande verità in queste parole.

Mi chiedo se stanotte questa persona abbia fatto lo stesso sogno. E se abbia scritto davvero queste parole, o anche parole diverse dallo stesso significato...

Misteri dell'attività onirica. E del segreto legame tra anime nascoste in corpi sconosciuti.

4.9.07

Oggi Spacco Tutto!!!!



Stupida che non sei altro! Lo vedi che quando ti ci metti, le cose le ottieni?

"Welcome To The Jungle, Baby", ricordi? Te l'eri dedicata il giorno della tua laurea... Ti aspettava un lungo cammino, fatto di bivi più o meno nascosti, specchietti per le allodole, lucciole scambiate per lanterne, momenti di stasi, le stelle poi le stalle, poi di nuovo le stelle nelle stalle...

Mesi di depressione nera, autocommiserazione, rabbia, e frustrazione. Poi, finalmente, reazione! Quella sana reazione che ti spinge a darti da fare e ti porta in dono quel san(t)o aiutino imprevisto, quella famosa botta di culo che se ti dai da fare e mostri che vali, forse qualcosa si comincia a muovere anche per te.

E di nuovo discese, risalite, cadute e insicurezza del futuro. Quel futuro che sai che c'è, ma ancora non si vede.

Pensi di mollare tutto e arrenderti... Basta illusioni, è ora di crescere.

E invece la scintilla, che in silenzio covava dentro di te, trova il giusto innesco per riaccendersi. Una timida fiammella inizia a farsi strada e poi la senti crescere dentro di te e diventa un fuoco.

Hai paura, sai che potresti bruciarti. Cerchi l'acqua per spegnere quel fuoco, ma qualcuno continua ad alimentarlo di nascosto. E non resisti. Per fortuna non resisti. Ci provi ancora.

Ed eccoti prossima al lancio, con le gambe tremanti e la voce strozzata. Ma sei ancora in piedi e hai già deciso. Ti lancerai di nuovo. Senza pensarci. Basterebbe un attimo di troppo e rinunceresti.

Giù... Il volo è una scarica di adrenalina. L'aria gelida ti fende il viso. Guardi in basso: tutto quello che potrebbe essere tuo... Riuscirai ad aprire il paracadute in tempo?

Non hai calcolato bene i tempi, stai per schiantarti a terra. La paura ti rende nervosa, impedisce i tuoi movimenti, rende tutto più complicato.

Quando mancano pochi metri e sei spacciata, il guizzo, l'imprevedibile guizzo, l'istinto innato di sopravvivenza! La tua volontà di vivere ha vinto ancora. Sei salva!

"I'm freeeeeeeeeeeeeeeee".

In alto i calici!

Brinda oggi, ché del doman, si sa, non v'è certezza.

Salute a tutti!

Soundtrack: Welcome To The Jungle - Guns 'N Roses

27.8.07

Ritorno alla realtà



Dopo due settimane in stato di grazia, fuori dal mondo e dal tempo abituali, il rientro duro e traumatico alla realtà è dolce amaro e sa di autunno che fa capolino tra le foto ricordo, le cartoline e i panni da lavare.

La mia "home" estiva in giro per l'Europa, tra ostelli, cartine, affittacamere, autostrade, lingue sconosciute e scatolette di tonno, è un'abitudine a cui da qualche anno a questa parte non posso più rinunciare. E quando mi sono abituata al ritmo della mia vita da semizingara di città, è già tempo di rientrare e riprendere le vecchie cattive abitudini. Di ritrovare le piacevoli piccole cose di cui hai imparato a fare a meno lontano da casa.

La tua stanza è come l'avevi lasciata, pronta per essere riempita di te e dei tuoi nuovi oggetti. Prove, testimonianze che è stato tutto vero. Mania occidentale di conservare materialmente il vissuto.

Guardi tutte quelle cianfrusaglie, combattuta tra la voglia di buttarle via per liberare spazio e la paura irrazionale di perdere con loro tutti i tuoi ricordi. Sai già chi vincerà.

Infili la chiave nella toppa. Non c'è nessuno in casa. Meglio. Ho bisogno di tempo e solitudine per rientrare nella mia vecchia dimensione. Disfo i bagagli. Annuso l'aria. Riconosco odori familiari.
Malinconia e voglia di ripartire subito. Di non voler aspettare un altro anno.



Una musica che sa di balera entra dalle finestre aperte insieme alla canicola e all'umido di una Roma a 40°. Una musica che prima mi fa sorridere, poi chiudere gli occhi e venire voglia di lasciarmi andare. Immagino i movimenti lenti ma ritmati di coppie di anziani con la voglia di vivere nelle scarpe. Penso ai miei genitori, a come vorrei che anche loro fossero così spensierati.

Rumore di chiave nella toppa. Eccoli, rientrano. Saluti e mia madre che è ancora arrabbiata con me perchè non sono rientrata sabato, come mi aveva ordinato.

Mi sbrigo a risistemare tutto. Non voglio polemiche. Non oggi. Poche ore e riparte lo show. Parole velenose colpiscono i punti deboli per provocare. Non mi trattengo. Rispondo. E poi comprendo. Lei non è più come prima. Lo è solo per brevi momenti. Non lo fa apposta. Non si rende conto... Ma questo non rende le cose più facili.

Chiudo la porta della mia stanza, accendo la mia radio. Chiudo gli occhi e ballo...
Allora balla non aver paura se la notte è fredda e scura non pensare alla pistola che hai puntata contro balla alla luce di mille sigarette e di una luna che t'illumina a giorno...


[A mio padre, ai viaggi in macchina insieme quando,
i piedi in aria, sdraiata sul sedile posteriore,
mi lasciavo cullare dalla musica... ]

Soundtrack: Balla Balla Ballerino - Lucio Dalla

13.8.07

Freestate

I can hear your soul crying
Listen to your spirit sighing
I can feel your desperation
Emotional depravation

Let yourself go
Let yourself go
Let your feelings show

Picking up the conversations
Deep in your imagination
Tune in to the lonely voices
Talking of their only choices

Let yourself go
Let yourself go
Let your spirit grow

Step out of your cage
and onto the stage
It's time to start
playing your part
Freedom awaits
Open the gates
Open your mind
Freedom's a state

I can taste the tears falling
A victim that's inside you calling
Yearning for a liberation
Emotional emancipation

Let yourself go
Let yourself go
Let your senses overflow

Step out of your cage
and onto the stage
It's time to start
playing your part
Freedom awaits
Open the gates
Open your mind
Freedom's a state

Soundtrack: Freestate - Depeche Mode

11.8.07

Sogno un Volo




Di nuovo. Il copione è sempre lo stesso. Svegliarsi e accorgersi che niente è cambiato. Un incubo a occhi aperti.
La convivenza sotto lo stesso tetto si fa sempre più pesante. Scontri inevitabili. Ormai non rispondo nemmeno più alle provocazioni. Me le lascio scivolare addosso fino al prossimo crollo della diga, quando la mia rabbia non riuscirà più a contenersi dietro lo schermo di una finta indifferenza.

Una casa che non sento interamente mia. Che mi fa sentire un'eterna adolescente. Come se non avessi mai compiuto diciott'anni, mai preso una laurea, mai lavorato, mai fatto un cazzo di niente.
Finché sto qui, sarò sempre una figlia da rimproverare, criticare, soffocare, controllare.

Lei, madre controllo. Che non ha una vita propria e come un parassita si nutre delle vite altrui. Brutto dirlo, ma è così. Da un po' di anni a questa parte. Da quando è cambiata irreversibilmente. Da quando non la riconosco più.

A volte vorrei afferrarla e sbatacchiarla e dirle: "Tu non sei mia madre! Dove hai messo quella vera?". Il tempo sistema le cose, dicono. In questo caso non fa che peggiorarle. I suoi sbalzi d'umore mi costringono a una continua altalena emozionale. I suoi occhi, un tempo dolci e rassicuranti, ormai molto spesso mi fanno paura.

La amo e la odio con tutta me stessa. Le auguro il male, poi mi pento e rimpiango quello che ho pensato. Nostalgia di un passato che ormai ho forse idealizzato fino a superare i confini tra realtà e fantasia.

Ancora non sono pronta ad andarmene. Ma intanto sogno un volo. Un volo che mi sospinga lontano. A volte ho paura al pensiero di perderla, anche se mi fa stare male. Ma so che averla vicina significherebbe rinnovare ogni volta lo stesso copione. Continuerebbe a interferire in ogni mia decisione.

Lacrime troppo a lungo trattenute premono contro le pupille. Non voglio che escano, non adesso. Devo essere forte. Avere pazienza.

Home... Cammino, passo dopo passo, per raggiungerti...



Soundtrack: Home - Depeche Mode

10.8.07

Blue Feeling



Una cappa scura avvolge la mia stanza. Mentre risistemo i frammenti delle mie vite passate
sento le gambe indolenzite. Avrò camminato troppo su strade sconosciute.
Echi ora delicati ora violenti rimbombano dentro di me. Ho paura. Del domani. Di non farcela a scalare la montagna che mi sbarra il passo.
Un risveglio molesto mi ha incatenato a una giornata malinconica. Mi preparo al volo, ma non ricordo più come si spiegano le ali.
Home... Non è ancora tempo per la mia nuova dimensione.

Soundtrack: Home - Depeche Mode




1.8.07

Io Ballo Da Sola!

Oggi è una di quelle sere mosce. Una di quelle sere in cui ti riprometti di fare tutto quello che di solito non riesci a fare. Leggere un libro che ti hanno prestato per esempio (Anna Funder "C'era una volta la DDR"), vedere gli episodi mancanti di The 4400 o di Jericho o magari di Heroes... Questi ultimi in inglese, con sottotitoli.



Eppure dopo varie chiacchierate al telefono, finisco per arrivare quasi alla mezzanotte senza aver fatto nessuna delle cose che mi ero ripromessa. Inevitabilmente vengo irretita da questo magico calcolatore interfacciato col mondo. Un mondo che tanto virtuale non è, se è in grado di regalarmi tante emozioni in parole, immagini e musica.

Comunicazione. Già. Quella per la quale esiste persino una laurea... Dov'è che l'ho nascosta? Ah, sì, nell'armadio del salone, insieme a varie ortopanoramiche.

Stasera, come sempre mi capita in questi ultimi mesi, mi sarei volentieri buttata da qualche parte a sentire musica dal vivo. E magari, perchè no, a ballare sulla sabbia a ritmo dei Cappello a Cilindro. E invece no. Me ne sto a casa. Pazienza.

Credo di essere veramente drogata di musica. Non ne faccio a meno quasi mai. Nemmeno a lavoro. Nemmeno la mattina quando mi sveglio. La musica mi segue in cucina, in bagno... Una eroica radiolina a pile è la mia siringa. Un vizio ereditato da mio padre. Anche lui ne ha una. Anche mamma. Ognuno ha la sua radiolina a pile, che porta con sé ovunque.

Abbiamo paura del silenzio? Non credo. Credo sia piuttosto la voglia inconsapevole di accompagnare ogni gesto, anche il più insulso, con una colonna sonora. Come a rendere tutto meno prosaico. In realtà è un'abitudine talmente automatica, che ormai non ce ne rendiamo neanche più conto. Un po' come respirare.

Prima di uscire di casa, infilo gli auricolari nelle orecchie e mi avvio di corsa giù per le scale. Come al solito, sono in ritardo. Odio esserlo, ma è più forte di me.

Cammino a ritmo delle canzoni. Mi muovo a tempo. Sicura di me. Mi sento una strafica. Anche se non lo sono. Potere delle sette note. E del rock. Il mio genere preferito. Quello che sa darmi sempre la carica giusta. Il mio eccitante senza effetti collaterali, tranne un po' di indolenzimento alle mie piccole orecchie. "Piccole come quelle di un bambino". Ogni volta che vado da un otorino mi sento ripetere sempre lo stesso commento. Eppure questi micro padiglioni auricolari non mi hanno impedito di avere da sempre un forte legame con la musica.



Un tempo suonavo anche. Il pianoforte. Ero bravina, mi dicevano. Poi, un giorno, il nulla. Una brusca interruzione. Un po' causa forza maggiore, un po' causa mille altri impegni, un po' a causa della posizione attuale dello strumento che non favorisce uno studio solitario al riparo da occhi e orecchi indiscreti. In realtà anni fa è scattato in me una specie di blocco, un rifiuto di suonare, per motivi che non sto qui a spiegare. Che magari sono solamente un alibi.

Rimpianti? Forse. Ho sempre sognato di far parte di una band. Sarà per questo che mi tuffo con passione nei concerti. Per provare un po' il brivido della musica suonata davanti a un pubblico, della musica che ti fa vibrare davanti a tante altre persone. Che ti fa sudare e sognare. Che ti fa dimenticare e ricordare.

Un giorno, chissà, potrei decidere di comprarmi una tastiera con le cuffie. Un giorno, magari, potrei ricominciare a suonare. Adesso no. Ho scordato tutto. La sola idea di aver perso la mia abilità di un tempo mi terrorizza.

Per ora mi accontento di ballare, con tutta l'energia che ho in corpo. Per scacciare i dèmoni che ho dentro. Per accogliere la vita. Quella vita che in più di un'occasione ho rischiato di veder franare come una montagna di sale. Quella vita che a volte ho maledetto. Quella vita che ho capito che mi spetta.

Voglio ballare fino a star male. Fino a farmi girare la testa.

Anche da sola.



Soundtrack: Billy Idol - Dancing With Myself

30.7.07

Luna



Nuvole cumuliformi, scure e avvolgenti, ti passano davanti, vorrebbero oscurarti.
Resisti, bella e fiera, bianca senza essere innocente.
Come cornici in movimento, ti lasciano passare.

Per quanto nera sarà la notte, non potranno non vederti.
Finchè sentirai una chitarra suonare, potrai dirti felice.

28.7.07

Il Caldo Scioglie I Movimenti In Gocce (Rosso Malpelo)




Giallo.

Sole Dentro.

Vita Ardente Pompa Sangue Nelle Vene.

Rivoli Di Pensieri Scorrono Senza Freno Alcuno.

Musica Che Sa Di Sabbia E Mare E Piedi Inquieti.

L'Estate È La Mia Primavera Dopo Un Gelido Inverno.

Libero La Mente E Il Corpo Da Pesanti Indumenti Che Costringono I Movimenti.

Apro Le Braccia E Accolgo Una Tranquilla Sera Ad Ultrasuoni Con Brezza A Intermittenza.


14.7.07

Onde, piccole e silenziose



Cammino a volte e i pensieri corrono, più veloci ancora dei miei passi.
Fuori controllo, si lasciano calamitare dal sole e si infuocano...

Il passato rimane incollato alle pareti dell'anima, come poster un po' sbiaditi ancora carichi di emozioni...
Ricordi che scaldo, per non perderli nel flusso frenetico della mia vita quotidiana...

Penso soprattutto alle persone che mi hanno lasciato qualcosa senza nemmeno saperlo...
Ai brevi momenti in cui il tempo si ferma e lascia scorrere il nettare dell'anima per poi farlo rifluire, rinnovato dall'incontro di esseri speciali...
Momenti in cui l'intensità è accresciuta dalla brevità e dall'irripetibilità...
A ricordarci che la quantità non è sinonimo di qualità.

Passano i giorni, gli anni, i secoli, i millenni, ma il mare continua incessante a lambire la sabbia con le sue onde.
Anche le più piccole e silenziose scavano e lasciano un segno.

10.7.07

Assenza



...e chiedersi perchè,

nel caos delle nostre vite in movimento,

l'assenza,

a volte,

grida più forte

della presenza.

In Corsa



Una metropolitana in corsa la mia vita

Ciascuna fermata obbligatoria

E indietro non si torna.


Solo i ricordi, a volte, si fanno strada

a intermittenza

alterando il mio flusso di coscienza.


Non mi spaventa il passato.

Mi fa rabbia, a volte, perchè

non posso farci niente.


Mi spaventa, a volte, il presente...

Potrei renderlo passato

nel modo sbagliato.


E il futuro?

Provo a costruirmelo, un pezzetto per volta.

Consapevole del fatto che, a volte,

non potrò farci niente.


O forse sì...

[scritto il 25/06/2007]

6.7.07

G come Marx


A lavoro mi chiedono di scrivere un biglietto con l'uniposca. Dev'essere scritto in corsivo. Li avverto: "Scrivo da schifo...".
I colleghi insistono, una graziosa femminuccia non può certo avere una brutta calligrafia...
E va bene, l'avete voluto voi! Scrivo ed S. mi dà ragione: "È vero, scrivi veramente male...".
Nonostante il corsivo, certe lettere maiuscole mi vengono in stampatello. Una su tutte, la G.
N. si avvicina, guarda il foglio ed esclama: "La tua G sembra una falce col martello!". Io riguardo i tratti appena segnati: cavolo, è proprio vero... Non ci avevo mai fatto caso prima.
D. commenta: "Ammàzza, sei guasta dentro!".



Strano, considerato che ultimamente mi ritengo piuttosto anarchica, vista la considerazione che ho degli uomini che si sono incarnati nella falce e nel martello, inquinando, tradendo e sporcando col sangue idee di base sul capitale e sui lavoratori che ancora condivido...

Strano, vista la mia disillusione nei confronti di una politica sempre più lontana dai reali problemi della gente.

Eppure tant'è. Certi ideali evidentemente sono più forti di me...

Ovviamente il biglietto alla fine l'hanno scritto al computer :-)


Postilla:

Quello stesso giorno, tornando a casa in metropolitana, appena finito di annotare sul taccuino la riflessione di cui sopra, alzo lo sguardo e i miei occhi finiscono su un curioso signore sui cinquant'anni dall'aria hippie. Mi colpisce la sua maglietta, sfondo nero, falce e martello rossi e scritta bianca, che ho annotato:

"Come si può essere vivi e felici se non lo possono essere tutti?".

Già, me lo chiedo spesso anch'io, almeno una volta al giorno...

Sapete di chi è la frase? Io l'ho scoperto quella sera...


1.7.07

Parole Al Vento



Cammini su e giù
Lanciando i tuoi strali,
Agiti le braccia,
Punti il dito
Contro i tuoi nemici immaginari.

Occhi fissi su di te.
Solo l'aria ti risponde,
Con un gelido silenzio.
Ma a te non cale.
E la tua rabbia sale.

Prosegui infervorando
Le invettive rancorose.
Argomenti, fai pause.
Poi riprendi.

La gente ti guarda, è sconvolta.
Ma a te che cosa importa?

Sospesa in un limbo che non so,
Prigioniera del tuo passato,
Non scordi il dolore
E tutto ciò che è stato.

L'amore, chissà,
Se l'hai mai conosciuto.
[scritto il 19-06-2007]

MUSicA



Allucinazioni acustiche.
Trasferiscono ai miei neuroni
Uno stato di incoscienza.

Mi perdo.
Tra mille umori.
Odori metropolitani.

Scendo, salgo, scendo ancora
Nella città sommersa e oscura.

Torno in superficie, ma conservo il buio
Negli occhi e nell'anima.

(Narcotizzami, mia MUSicA).
[scritto l'11-06-2007]

Ma(d)re



Ma(d)re
Nei tuoi occhi mi specchiavo.
Eri presenza rassicurante.
Porto sicuro a cui ritornare.

Ma(d)re
Non riesco a riconoscerti.
Il tuo sguardo
Non è più quello di un tempo.

Tremo. Senza difese.
Sei un'estranea che disturba.
Irrita. Aggredisce.

Non più porto sicuro.
Sei mare in burrasca.
E fuggo, annaspando.

Ma(d)re
Ignara e consapevole,
Navighi incontro alla tempesta.
Il mare forza dieci.

Non ti importa di me.
L'acqua mi entra nei polmoni.

Ma(d)re
Quasi sorridi, beffarda,
Mentre annego cercando un appiglio.

Allungo una mano...
Ma trovo solo il tuo potente artiglio.
[scritto l'11-06-2007]

Zona Morta

Sfiducia. Ombre. Disincanto. Rabbia che cova silente. Vani sforzi di non pensare più a niente. Continuare a sorridere.

Parole, commenti sgraditi, forse innocenti, forse no. Pesano come macigni sull'umore già compromesso di una giornata storta.
Zona morta.
La tua mente non è una tabula rasa. I solchi restano.
Profondi. Sanguinanti.

Parole in bocca a chi non può, non deve, non dovrebbe giudicare.

Cosa sai di me?

La fatica non pesa se ne condividi il fine.
Se ti senti parte di un tutto. Apprezzàto. Consideràto.
Ma non giudicato. Non in malafede. Questo no, non lo posso tollerare.

Penso questo, mentre sorrido e ingoio il male. Sto reprimendo un altro temporale.
"Ci sono cose che pesano" e fanno male.

Intanto tu continua a sorridere.
Non è ancora pronto il tuo domani.
[scritto l'11-06-2007]

25.6.07

Amore Platonico

Nell'era del virtuale si moltiplicano le possibilità di incrociare anime affini, cosa che nella vita non sempre capita con altrettanta facilità. Vuoi per timidezza, vuoi per mancanza di tempo, vuoi perchè è molto più facile scoprirsi agli sconosciuti scrivendo piuttosto che farlo di persona. Vuoi perchè ci si perde di vista e si finisce per non approfondire una conoscenza che resta superficiale.

Sarebbe bello se questo blog potesse diventare un luogo di ritrovo per anime sorelle, come mi piace chiamarle. Anime libere dai vincoli spazio temporali, dalla tirannia dell'immagine che non sempre gioca a nostro favore, dalla differenza di età e di estrazione sociale... Libere da ciò che nella vita reale potrebbe tenerci a distanza, impedendoci di scoprire che sotto le sovrastrutture che ci ammantano si
nascondono anime affini, in grado di scambiarsi reciprocamente molto più di quanto ci si aspetterebbe. Anime di cui innamorarsi per quello che hanno da raccontare, da condividere, da mettere in gioco.

Può esistere secondo voi l'amore platonico?

Da Wikipedia:

Amore platonico è il modo in cui comunemente si definisce una forma di amore sublimata, che esclude la dimensione sessuale e passionale.

Questa formula in realtà scaturisce da un contesto filosofico in cui l'amore, inteso come moto dell'animo e non come forma di relazione, viene interpretato come impulso al trascendimento della realtà sensibile, del mondo delle apparenze, capace di muovere la conoscenza verso l'assoluto, permettendo così all'uomo di ricongiungersi con il divino, attuando cioè un processo di indiamento, come illustrato ad es. nel pensiero di Giordano Bruno.


Questa locuzione prende il nome da una teoria di Platone, che nel Σύμποσιον (Simposio) racconta come l'Amore
(Eros, in greco Ἔρος) fosse figlio di Pòros e Pènia. Pòros, l'intelligenza, aveva fatto innamorare Pènia, ossia la povertà che genera bisogno. Approfittando di un momento di ubriachezza di Pòros, Pènia giace con lui e dalla loro unione nasce Eros, l'amore.

Questo mito mette in luce come Eros, la forza che fa andare avanti il mondo, abbia una natura contraddittoria, che partendo dall'amore delle forme, che porta alla procreazione e alla continuazione della razza umana, lo fa arrivare all'amore della conoscenza, ossia alla stessa filosofia.

Sembra che il termine amor platonicus sia stato coniato nel XV secolo da Marsilio Ficino come sinonimo di amor socraticus. Entrambe le espressioni indicano l'amore diretto alle qualità morali ed intellettuali di una persona piuttosto che a quelle fisiche. I termini si riferiscono al legame affettivo molto speciale che intercorre tra due uomini, maestro e allievo, che Platone aveva descritto nei suoi Dialoghi ed esemplificato dal rapporto tra Socrate e i suoi giovani studenti, in particolare Alcibiade.