25.6.08

Sotto Il Segno (O Il Tropico) Del Cancro

Esattamente un anno fa è nato questo blog.
In modo assolutamente casuale, sincronicistico e istintivo.
E, a un anno di distanza, posso veramente dire che non solo è stato sorprendente, ma soprattutto salvifico.

Non amo le celebrazioni, soprattutto quando sono sterili e fini a se stesse, ma oggi, istintivamente, sono andata a cliccare su giugno 2007 e quando ho trovato il primo post e ho letto la data ho sorriso...

Il 25 giugno 2007.

Una data che non significa assolutamente un cazzo. Eppure ha dato il via a un piccolo rigagnolo a cui via via sono afferiti tanti piccoli, grandi affluenti. Alcuni oramai lontani, altri assidui, altri invisibili, altri ancora sconosciuti...
Tutti hanno portato nuova acqua, nuova linfa, nuovi pensieri.
Parole.



Come mai ho aperto quest'isoletta nel gran mare del web?
E perchè l'ho chiamata My Museum?

Vi basterà leggere le prime parole che hanno preso forma qui, il 25 giugno, un anno fa:

Nell'era del virtuale si moltiplicano le possibilità di incrociare anime affini, cosa che nella vita non sempre capita con altrettanta facilità. Vuoi per timidezza, vuoi per mancanza di tempo, vuoi perchè è molto più facile scoprirsi agli sconosciuti scrivendo piuttosto che farlo di persona. Vuoi perchè ci si perde di vista e si finisce per non approfondire una conoscenza che resta superficiale.

Sarebbe bello se questo blog potesse diventare un luogo di ritrovo per anime sorelle, come mi piace chiamarle. Anime libere dai vincoli spazio temporali, dalla tirannia dell'immagine che non sempre gioca a nostro favore, dalla differenza di età e di estrazione sociale... Libere da ciò che nella vita reale potrebbe tenerci a distanza, impedendoci di scoprire che sotto le sovrastrutture che ci ammantano si nascondono anime affini, in grado di scambiarsi reciprocamente molto più di quanto ci si aspetterebbe. Anime di cui innamorarsi per quello che hanno da raccontare, da condividere, da mettere in gioco.

Può esistere secondo voi l'amore platonico?


Il seme che ho piantato ha poi agito di testa sua e ha dato vita a frutti diversi da quelli che mi aspettavo, frutti che non conoscevo e che mi hanno arricchito molto.

Anime sorelle ne ho trovate veramente tante, più di quante me ne aspettassi. E con loro gli scambi sono sempre molto intensi.

Nella vita di tutti i giorni sono abbastanza schiva e riservata. Difficilmente lascio che le persone si avvicinino troppo, né mi piace raccontare troppo di me stessa a persone di cui non mi fido del tutto.

Ma qui è diverso...

Qui sono un'Anima!

Niente orpelli.


Soundtrack: Nero Vivo - Quintorigo

23.6.08

Nero Vivo




Tutto quello che vuoi, ce l'hai già.
Tutto il resto sono orpelli, inutili affastellamenti di ambizioni, autoflagellazioni, psicoevoluzioninarcisistiche che ci ostiniamo a chiamare ricerca della felicità.

Banale quanto si vuole, ma reale. Tutto ciò che cerchi sei te stesso.

Chi sei, non cercarlo più dentro al riflesso di una superficie riflettente.
Piuttosto chiudi gli occhi e lasciati andare per una volta.
Assapora ogni istante con ogni cellula del tuo corpo e da lì lascialo filtrare fin dentro l'anima.

Non cercare risposte negli altri. Viviti.
TU E SOLTANTO TU.
Che non significa: "fottitene degli altri", ma sbaglia con la tua testa, non con quella degli altri.

Cerca sempre LA TUA VERITÀ.
Che non significa: "tappati le orecchie e non ascoltare nessuno", ma ascolta tutto e unisci l'istinto e la ragione per sentire la Tua verità.
Non una Verità unica e assoluta, ma la cangiante multiforme verità del proprio essere in relazione con gli esseri che abbiamo la fortuna o la sfortuna di incrociare.

Migliaia di traiettorie multicolori si dipartono da un unico nucleo e percorrono strade impreviste e imprevedibili, intrecciandosi e allontanandosi come gli impulsi luminescenti che attraversano un fascio di fibre ottiche in un crescendo di pacchetti di informazioni e bit in continuo movimento.

Nero Vivo.

Il Dolore non è poi così male, se ora posso sentire la Vita percorrermi le vene e scorrermi dentro.

Allargo le braccia e mi lascio trascinare nel vortice.
Come un derviscio innalzo al cielo la mia ode alla vita.


Soundtrack: Nero Vivo - Quintorigo

Stenta il sole
non è il momento
nuvole e fuliggine
e adesso piove
piove sulla ruggine

e forse quest’alba senza sole
prevede comunque l'arrivo del giorno
ed io l’aspetterò, l'aspetterò

senza sole
in un momento
di lucidità
la sopravvivenza
non concede ingenuità

e forse quest’alba senza sole
prevede comunque l’arrivo del giorno
ed io l'aspetterò

PER POI FUGGIRE
SOPRA LE NUVOLE
VOLARE AI LIMITI
AI LIMITI

Niente sole
NERO VIVO
nuvole e fuliggine

e forse quest’alba senza sole
prevede comunque
l'arrivo del giorno
ed io l'aspetterò, l'aspetterò

PER POI FUGGIRE
SOPRA LE NUVOLE
IN CIELI LIMPIDI
AI LIMITI

lascio solo
immagini





20.6.08

Racconto




Sono ore ormai che T. la osserva. Una stupida finestra, solo una maledettisima fottuta finestra... tanto lo separa da lei. E più di tutto quell'odiato specchio, in cui da tempo immemore non riesce più a specchiarsi.

Brividi di freddo in pieno agosto. Il terrore di un silenzio che dura ormai da troppi anni.

Pensieri molesti! Una distrazione che rischia di costargli cara... M. ha già chiuso il libro! Ecco che posa la matita e si toglie gli occhiali con un gesto liberatorio. Allunga le braccia verso la finestra accostata e la spalanca con un guizzo. T. fa appena in tempo a nascondersi. M. sta già catturando con avidità la brezza della notte estiva mentre sorride alla luna. Amica luna, silenziosa compagna delle sue notti solitarie.

M. si è alzata e ora cammina scalza sul pavimento del suo monolocale. T. sa già quello che farà, lo fa ogni volta che è stanca di studiare. M. si inginocchia davanti alla sua collezione di vinili, li scorre uno a uno con l'indice e li osserva con la testa reclinata da un lato. I riccioli castani le coprono dispettosamente gli occhi e prontamente M. li scosta con l'altra mano.

Su chi ricadrà la scelta oggi? T. tira a indovinare. Neil Young? Beatles, Rolling Stones, James Last? O magari Beethoven? No, forse Fabrizio De André... T. non riesce a decidersi. Oggi non indovinerà, è inutile persino tentare.

M. estrae finalmente un 33 giri e lo dispone con cura meticolosa sul piatto. Con mano ferma accompagna la puntina al punto di partenza...Una dolce melodia malinconica riempie la stanza e dalla finestra aperta raggiunge T. che no, non avrebbe mai potuto indovinare... Quel brano M. non lo ascoltava da anni, troppi i ricordi. E allora cosa le prende stanotte? Che diavolo avrà in mente?

M. è seduta per terra, la schiena contro la parete.

T. vorrebbe riuscire a guardarla negli occhi, ma non può. M. chiude gli occhi, vorrebbe qualcuno accanto... Che la facesse sentire come quando era bambina e del mondo non aveva paura. Istintivamente M. avvicina le ginocchia al petto e cinge le sue gambe con le braccia.
T. ha un altro brivido. Vorrebbe chiudere gli occhi ma non ci riesce. Non sopporterebbe un buio ancora più oscuro di quello in cui si trova.

La musica lo avvolge... Un brivido ancora...
Non è l'emozione, è solo uno stupido gatto che si ostina a strusciarglisi addosso. Che diavolo vorrà, perchè tutta questa confidenza? Con lui è stato così fin dall'inizio, da quando è venuto ad abitare in quel bugigattolo. E pensare che T. ha sempre odiato i gatti, possibile che l'istinto felino non gli suggerisca di stargli alla larga?

Ecco, doveva immaginarselo! Il dannato felino lo ha distratto. M. non c'è più.
La luce nel monocale è spenta, solo la musica continua a colmare quel vuoto.

T. si concentra, ma niente. Non riesce a sentire nient'altro.
Sempre e soltanto quello stesso ritornello:

'Cause I love you, yes I love you... Oh, how I love you...

T. è completamente annientato. Una smania paralizzante lo incolla al pavimento, mentre il gatto miagola, miagola e miagola, incessantemente. Si può sapere cosa si è messo in testa? Maledetta bestiaccia! Ora lo sente!



Cosa fa? Adesso si mette anche a parlare? T. è basito. Dev'essere colpa della birra... i gatti non parlano! T. si alza di scatto e dà un calcio alle bottiglie vuote, che si sparpagliano a casaccio sul pavimento. D'istinto si volta verso la finestra. M. lo sta osservando da un po', appoggiata al davanzale. T. si sente avvampare, accenna un sorriso... M. richiude in fretta la finestra.

Che sciocco... Lei non può più vederlo ormai. Quando imparerà?

Stupido gatto... Ma perchè non la smette?


Soundtrack: Nights In White Satin - The Moody Blues





12.6.08

A Feather In The Wind... Of Change

Again. I feel like a feather in the wind.
But I am the wind. How about that?



Io so chi sono. E lo so bene.

Come potrei non saperlo... L'ho imparato a mie spese.
E non ho alcun rimpianto.
Posso dirlo senza temere di sembrare presuntuosa, i conti non li ho mai fatti pagare a qualcun altro.

Sto imparando persino a far pace con i miei neuroni schizofrenici, poverini, che colpa ne hanno loro. Sono persino simpatici, anche se a volte li schiaccerei volentieri come mosche.
Non sempre. Giusto quando scassano troppo la minchia e diventano pretenziosi.

A me non piace sentirmi dire cosa devo fare. Non mi è mai piaciuto.
Come quando a scuola mi imponevano un soggetto da disegnare... Quanto mi pesava.
Se invece mi girava un'immagine per la testa, allora mi ci mettevo d'impegno e mi veniva persino bene.

Stessa cosa per la musica. A orecchio, se voglio, posso riprodurre qualsiasi melodia. Nella sua forma più elementare, s'intende.
Ma se mi si impone di studiare uno spartito o, peggio, di fare solfeggio... Mi viene l'orticaria.
E dire che sono anche una discreta secchiona, quanto a studio. Però se parliamo di creatività, lì non riesco a essere metodica.
L'odiosa ripetitività di un impegno costante, ma necessario. Persino all'arte, me ne rendo conto perfettamente. Eppure non riesco a far convivere questi due aspetti. E finisco per essere un'autodidatta dilettante con ottime potenzialità ma scarsi risultati.

Strano ma vero: non me ne frega un cazzo.
Che sia una patetica forma di alibi a discolpa della mia inconcludenza?

No. Credo piuttosto che nessuno possa stabilire a quale punto della scala dell'impegno si possa collocare la "conclusione" di qualcosa.
E non sto parlando di "conclusione" in senso pratico, del tipo:
input x = output x+y.

Mi riferisco piuttosto alla conclusione che quella determinata azione/forma di conoscenza rappresenta per noi, in quanto individui unici e irripetibili e bla bla bla, in un dato momento della nostra vita.
Data la relatività che sovrasta le nostre vite, allora le chiacchiere stanno (starebbero) a zero.

Socrate diceva che saggio non è colui che sa, ma colui che sa di non sapere.

Se è così, allora sto a cavallo. Mi sembra sempre di sapere tante cose, ma di non saperne molte di più. Ed è così che mi sento viva... Mi basta pensare che c'è ancora tanto, del mondo, da scoprire... E non conta sapere che non avrò mai il tempo per sapere tutto. Sono felice di sapermi continuamente in viaggio.
E anche se suonerà retorico, non mi importa un fico secco se il viaggio sarà a mille chilometri da qua o il semplice tragitto che mi porterà da casa all'ufficio postale.

Quello che conta è chi o cosa incontrerò lungo quel percorso...
E, più importante di tutto, saranno i miei occhi e le mie orecchie...


Soundtrack: Creep - Radiohead

When you were here before
Couldnt look you in the eye
Youre just like an angel
Your skin makes me cry
You float like a feather
In a beautiful world
And I wish I was special
Youre so fuckin special

But Im a creep, Im a weirdo.
What the hell am I doing here?
I dont belong here.

I dont care if it hurts
I want to have control
I want a perfect body
I want a perfect soul
I want you to notice
When Im not around
Youre so fuckin special
I wish I was special

But Im a creep, Im a weirdo.
What the hell am I doing here?
I dont belong here.

Shes running out again,
Shes running out
Shes run run run running out...

Whatever makes you happy
Whatever you want
Youre so fuckin special
I wish I was special...

But Im a creep, Im a weirdo,
What the hell am I doing here?
I dont belong here.
I dont belong here.






3.6.08

Past To Present




Tace la tua voce. Più non mi parla.
O sono io che non riesco più a sentirla.
Un silenzio che sa di pareti insonorizzate dall'interno.

Anima bella, forse abbiamo solo smesso di cercare un senso.

Ognuno per sé, intatto il nòcciolo, gelosamente nascosto alla vista altrui.
Solo noi, ne conosciamo l'esistenza.
Anche se fingiamo indifferenza.

Strana sensazione, un'eco che ritorna al mittente, in un loop infinito e discontinuo. Un disco che si incanta sempre nello stesso punto eppure basta così poco. Un lieve tocco di dita perchè ricominci a suonare. Ecco, lo senti? La mia camera interiore già risuona di nuove melodie sempre diverse, tutte figlie della stessa combinazione di note.

Non penso più come un tempo ai misteri insondabili dell'universo.
Vivo, e più non voglio perdermi in sentieri che non mi cercano.
Ascolto, avida di vento, il rumore del mare e mi sorprendo, di nuovo, a pensare a quanta voglia di vivere ho nel petto e a quanto, del mondo, ancora voglio scoprire.
Better To Save The Mistery, Than Surrender To The Secret, ricordi?
No che non puoi ricordarlo. Non te l'ho mai detto.

Ma non fa niente, perchè io non voglio aspettarmi niente.
Solo lasciarmi stupire, giorno dopo giorno.
In attesa di un ritorno.


Soundtrack: Another Day - Dream Theater

Live another day Climb a little higher Find another reason to stay Ashes in your hands Mercy in your eyes If you're searching for a silent sky... You won't find it here Look another way You won't find it here So die another day The coldness of this words The message in his silence, "Face the candle to the wind..." This distance in my voice Isn't leaving you a choice So if you're looking for a time to run away... You won't find it here Look another way You won't find it here So try another day They took pictures of our dreams Ran to hide behind the stairs And said maybe when it's right for you, they'll fall But if they don't come down Resist the need to pull them in And throw them away Better to save the mystery Than surrender to the secret You won't find it here Look another way You won't find it here So try another day



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