13.12.12

Il Manifesto Degli Introversi


E finalmente è uscito anche in Italia! Sabato scorso, per caso, mentre guadagnavo l'uscita da una piccola libreria nei pressi di Piazza Navona, me lo sono ritrovato davanti, con mia grande sorpresa! Avevo parlato di questo libro non molto tempo fa, entusiasta dell'allora recente acquisto della versione originale in inglese. Sono ancor più entusiasta che Quiet di Susan Cain sia già disponibile nella versione italiana. Amo coloro che sfidano lo status quo e il pensiero comune e considero questo libro una specie di spartiacque che farà sicuramente parlare molto di sé.

Dal sito della Bompiani:
Quiet. Il potere degli introversi in un mondo che non sa smettere di parlare
Il mondo è pieno di introversi: li vediamo, anche se non li sentiamo. A volte ci disturbano, con la loro reticenza. Altre volte ci affaticano, perché cedono sempre il passo a noi. Altre volte ancora li apprezziamo, perché sembrano innocui. Sono almeno un terzo delle persone che conosciamo: sono quelli che preferiscono ascoltare, invece che parlare; che preferiscono leggere invece cha fare vita sociale; quelli che creano e inventano, ma che non ostentano la loro opinione. A molti di loro dobbiamo alcuni dei più grandi progressi dell’umanità: dalla teoria della gravità, all’invenzione del computer, da Harry Potter a Google. Ma come trovano spazio gli introversi in una società che sembra premiare solo le personalità estroverse, competitive ed egocentriche? Raccontando anni di esperienza come consulente e il suo passaggio da una timidezza riluttante a una timidezza orgogliosa, Susan Cain accende un riflettore sugli introversi che sono fra di noi, spiegandone la forza e il ruolo nella nostra società. Ne nasce un libro unico, che è diventato sin dal momento della sua pubblicazione un caso editoriale negli Stati Uniti, e si avvia ad esserlo in tutto il mondo.
Resistendo alla mia tentazione di comprare anche la copia in italiano (lo farei, se le finanze me lo consentissero :D), ho notato che sul retro di copertina, a differenza della versione originale, è stampato il Manifesto degli Introversi, che l'autrice ha scritto negli ultimi mesi. Alcuni punti li condivido a pieno e desidero condividerli anche con voi, mi farebbe molto piacere ricevere un vostro feedback a riguardo. Buona lettura!
1. Esiste una definizione per “quelli che stanno troppo rintanati nella loro testa”: pensatori.
2. La nostra cultura ammira giustamente chi sa rischiare. Ma ora, più che mai, abbiamo bisogno di chi sa riflettere.
3. La solitudine può essere un catalizzatore dell’innovazione.
4. Gli sms hanno preso piede perché, in una società altamente estroversa, tutti fremono per una comunicazione asincrona, che non sia faccia a faccia.
5. Se vostro figlio preferisce lavorare in autonomia e socializzare con una persona alla volta, non c’è niente di male: semplicemente non corrisponde al modello standard.
6. La prossima generazione di introversi può e deve crescere nella consapevolezza della propria forza.
7. A volte fare il finto estroverso può servire. C’è sempre tempo per essere introversi.
8. Nel lungo periodo, però, essere onesti con il proprio temperamento è la chiave per trovare un lavoro da amare e che abbia significato.
9. Ognuno può brillare, sotto la giusta luce. Per alcuni è un riflettore di Broadway, per altri una lampada da tavolo.
10. Un nuovo rapporto autentico vale di più di una manciata di biglietti da visita.
11. Non c’è niente di male ad attraversare la strada per evitare una chiacchierata del più e del meno.
12. “Leadership introversa” non è un ossimoro.
13. Il desiderio universale di paradiso non ha tanto a che fare con l’immortalità, quanto con l’augurio di un mondo in cui tutti siano sempre gentili.
14. Se lo scopo della prima metà della vita è mettersi in gioco, quello della seconda metà è dare un senso al proprio percorso.
15. L’amore è essenziale, essere socievoli è un optional.
16. Con la gentilezza, si può scuotere il mondo. Gandhi

YUKI, AKA PRISMA
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12.12.12

Tumulto




Cercare di stabilire un Contatto con qualcuno è perfettamente inutile, se prima non lo fai con il Tumulto. Lo hai saputo sabato scorso e non hai saputo resistere.

Esserci. Esattamente al centro, nel punto di congiunzione tra la linea che conduce al cielo e quella che ti lega alla terra. "Riaprite gli occhi!", e accorgersi che, neanche a dirlo, tu non li avevi nemmeno chiusi.

"Sono il tuo tumulto." Sulle prime non comprendi, ti dispiaci quasi che si senta responsabile del tuo momento critico. Poi realizzi, eppure il dialogo non si compie, non come un filo diretto tra il te ed il Tu. Resti vigile, come sempre. E ti dispiace.

Non demordi, agile ti muovi mascherando ogni titubanza, sei tu a condurre la Danza. E vorresti insegnarmela, ma è ancora presto, anche se scalpito. Mi aggrappo, tenace, al sottile filo che separa un'energia potenzialmente meravigliosa dal pericolo, concreto, di mandare tutto a puttane. Sai che se non riesci a dominarlo, il Tumulto ti travolgerà. Dovrai guardarlo, un poco alla volta, sbirciando dal buco della serratura fino al giorno in cui ti deciderai ad aprire la porta. "Dovresti proprio conoscerlo, sentire cosa ha da dire. Vedrai, ti sorprenderà!".

Vorresti con tutta te stessa che ci fosse lei a guidarti, a tenerti la mano mentre avanzi, terrorizzata dalla marea che potrebbe sommergerti e, con te, tutti i tuoi Sogni. Stanotte ti ho sognato, a proposito di Sogni. Eri bellissimo, come sempre. Occhi nei quali specchiarsi, parole che non posso dire, è troppo tempo che non riesco a parlare. Non trovi che sia un peccato?

Salto da un tu all'altro, cripticamente, perché, al momento, è il miglior modo che conosco per soddisfare il mio Bisogno di condivisione. Non il migliore, ne convengo, ma non so fare di meglio. Non che a qualcuno importi, tranne che a me. Sto divagando. Esco di lì con una sensazione di leggerezza che mi fa fluttuare per le luminose strade romane che dai pressi di Piazza Navona mi riportano a Piazza Venezia, e il Natale mi pare per qualche ora meno merdoso del solito. Sono fiduciosa, piena di speranza. Come se avessi trovato finalmente il percorso che stavo cercando, la chiave per aprire quella porta che era rimasta in sospeso.

Dovrò aspettare gennaio, ma intanto ho aggiunto altri amuleti alla mia preziosa collezione di guide per l'Anima. E intanto fremo, e fremo, e fremo. Perché è così difficile EsserCi?

YUKI, AKA PRISMA
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Soundtrack: This Must Be The Place - Trevor Green