28.2.10

Could I Find Me?





È arrivato il momento.

Doveva essere già primavera, e invece un vento freddo e dispettoso funesta questo giorno chiamato 'nuovo inizio'.
Non fa niente. Non sarà questo a fermarmi.
A fermarCi.

Ho paura, la sento ballonzolare nel mio stomaco. Ma sono qua. Non mi volterò indietro. Ho smesso di fuggire. La forza delle mareggiate mi travolgerà ancora, da questo non ho scampo. È la vita. La mia vita. Ma sto imparando a sopravvivere in apnea, per poter ritornare in superficie con un balzo ancora più possente, con la fierezza di uno scrollare di chioma bagnata, in tutto lo splendore che custodisco, come un tesoro, dentro di me. Quello splendore che non mi appartiene, ma che mi entra dentro nonostante me, inseguendo insondabili misteri che il cosmo continua a tratteggiare, in ogni individuo che respira, ama, odia, vive, si lascia vivere su questa terra.



Nonostante il silenzio, di cui a volte ho bisogno come ossigeno, la musica scorre nelle mie vene, facendomi ribollire il sangue di tormento, vigore e passione.
In questo giorno, che so già diventerà per la mia anima un nuovo spartiacque, voglio imparare ad Amare, ad AmarMi, meglio che posso.

So che posso farcela. Nonostante me, nonostante lei.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM

Soundtrack: Astral Weeks - The Swell Season (Van Morrison Cover)

If I ventured in the slipstream
Between the viaducts of your dream
Where immobile steel rims crack
And the ditch in the back roads stop
Could you find me?
Would you kiss-a my eyes?
To lay me down
In silence easy
To be born again
To be born again
From the far side of the ocean
If I put the wheels in motion
And I stand with my arms behind me
And I'm pushin' on the door
Could you find me?
Would you kiss-a my eyes?
To lay me down
In silence easy
To be born again
To be born again
There you go
Standin' with the look of avarice
Talkin' to Huddie Ledbetter
Showin' pictures on the wall
Whisperin' in the hall
And pointin' a finger at me
There you go, there you go
Standin' in the sun darlin'
With your arms behind you
And your eyes before
There you go
Takin' good care of your boy
Seein' that he's got clean clothes
Puttin' on his little red shoes
I see you know he's got clean clothes
A-puttin' on his little red shoes
A-pointin' a finger at me
And here I am
Standing in your sad arrest
Trying to do my very best
Lookin' straight at you
Comin' through, darlin'
Yeah, yeah, yeah
If I ventured in the slipstream
Between the viaducts of your dreams
Where immobile steel rims crack
And the ditch in the back roads stop
Could you find me
Would you kiss-a my eyes
Lay me down
In silence easy
To be born again
To be born again
To be born again
In another world
In another world
In another time
Got a home on high
Ain't nothing but a stranger in this world
I'm nothing but a stranger in this world
I got a home on high
In another land
So far away
So far away
Way up in the heaven
Way up in the heaven
Way up in the heaven
Way up in the heaven
In another time
In another place
In another time
In another place
Way up in the heaven
Way up in the heaven
We are goin' up to heaven
We are goin' to heaven
In another time
In another place
In another time
In another place

26.2.10

Capitano, Mio Capitano




Uno sport in apparenza animalesco, che insegna a lottare compatti per sconfiggere l'avversario e arrivare alla meta, senza paura di buttarsi nella mischia e spaccarsi anche qualche osso.
Un uomo che, dopo quasi trent'anni di prigionia e lavori forzati, è capace di perdonare i suoi carcerieri perché ha capito che il perdono è l'arma più potente per allontanare la paura e portare il nemico dalla propria parte.
Una poesia, ciò che ha dato forza, coraggio e ispirazione a chi, privato della libertà, ha continuato a difendere la propria dignità studiando il "nemico", perché consapevole che conoscere è il primo passo verso l'emancipazione del singolo e di un intero popolo.

Ed io, che di lacrime ne ho versate e continuo a versarne tante, vorrei davvero fare tesoro di queste parole. Perché, nonostante il calvario che la vita ha scelto per me, voglio riuscire ad essere il capitano della mia anima...


INVICTUS di William Ernest Henley

Dal profondo della notte che mi avvolge,

buia come il pozzo che va da un polo all'altro,

ringrazio tutti gli dei per la mia anima indomabile.

Nella morsa delle circostanze,

non ho indietreggiato, né ho pianto.

Sotto i colpi d'ascia della sorte,

il mio capo sanguina, ma non si china.

Più in là, questo luogo di rabbia e lacrime

incombe, ma l'orrore dell'ombra,

e la minaccia degli anni

non mi trova, e non mi troverà, spaventato.

Non importa quanto sia stretta la porta,

quanto piena di castighi la pergamena,

Io sono il padrone del mio destino:

Io sono il capitano della mia anima.

YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM

Soundtrack: Shosholoza - Overtone with Yollandi Nortjie (Invictus Score)



25.2.10

Back In Black



"Avevo finalmente capito che cosa fosse l'amore: è la gratitudine perché l'altro esiste..."

Alejandro Jodorowski, La Danza Della Realtà

Eccomi. Di nuovo a terra. Ad assaporare il gusto gelido delle piastrelle. Stavolta non sono più color ocra. È uno strano rosa pallido, che non mi trasmette alcun calore. Dio solo sa quanto me ne servirebbe in questo giorno buio. Il Nero avanza implacabile e mi trasforma nel Mostro che credevo di combattere. Sento già avvizzire la linfa vitale che ieri aveva iniziato a scorrere nella mia chioma rinvigorita. Vivesti solo un giorno, come le rose...

Ed io, che in questo abbraccio mi chiudo, continuo ad amarti, ogni giorno di più, perché sei in me, con me, in ogni istante. E ti amo come si amano le costellazioni, le galassie, le particelle elementari. Ti amo senza pretese, con tanta, immensa gratitudine verso il Grande Caos che ci ha fatti incontrare. Satelliti orbitanti a velocità parallele attorno ad uno stesso sconosciuto pianeta. In cerca del nostro equilibrio instabile, in bilico tra gli alti e i bassi delle nostre oscure profondità.

Ho sognato che ti avrei fatto soffrire fino ad ammazzarti.
Preferisco chiamarmi fuori. Non potrei mai perdonarmelo. Mai.

YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM

Soundtrack: Paint It Black - Sigma



23.2.10

Globe





Cadono, uno ad uno. Ciuffi scamuffi. Benvenuti nel paese dei puffi.
Un telo nero attorno a me a suggellare questo atto poetico, per altri così banale.
Approfitto di un giorno che sa di primavera.
Varco la soglia del tempio che tante donne vede entrare ogni mese, come niente fosse.
Tentenno, aspetto a lungo. Finché non ho più scuse per rimandare.

Oggi è il giorno della mia rinascita.
Oggi è il giorno del mio personale addio all'inverno.

Se potessi appiccherei il fuoco a questi miei sparuti resti, che non parlano di me.
Un crepitante falò di belle speranze, accese nell'acre profumo di fenice che da oggi indosserò sulla mia pelle, ancora per poco appesantita dai vestiti. Sempre gli stessi.
Completato il rito, indosso lo stesso cappello, il mio preferito. Con questi capelli ora ho un aspetto più sbarazzino. Mi guardo sorridendo nelle solite, ostinate vetrine. Un po' meno clumsy, un po' meno imbarazzata da una pigra trascuratezza che tanto racconta di me...


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM

Soundtrack: Sensual Seduction - Snoop Dogg

22.2.10

Sweet Dreams...



Di giorno, ieri, dopo tanto tempo, hai riso di cuore. Sguaiatamente. Con la carica che ti era rimasta dentro dalla sera prima, grazie alle risate tra persone speciali. Risate semplici, fatte di niente. Ma di un Niente che riempie, fino a farti tenere la pancia con le mani, fino a farti scendere lacrime che per una volta non sono di dolore. E la carica ilare è durata per quasi un giorno intero, fino a dissolversi la notte. Perché se tutto si regge in fragile equilibrio nelle ore diurne grazie al tuo talento da Hans Brinker, di notte lui sa stanarti, turbarti il sonno, insinuandosi di sinapsi in sinapsi attraverso i tuoi neuroni mai dormienti, in un corpo fintamente rilassato che, nel silenzio illuminato da luna e lampioni, continua a soffrire, non solo metaforicamente.

...ed ecco che ti colpisce sul tuo punto più debole, l'orecchio. Il tuo piccolo orecchio sinistro. Lo sai che amo la Musica! È un agile scatto di rabbia e tutti i vostri contrasti sono incanalati in una forchetta, assurdamente reale nella sua onirica follia. Assurdo, ancor di più se pensi che nella vita reale non ti ha mai torto un capello. Ti svegli di colpo, dopo l'angosciosa sensazione di un urlo muto, in quell'inutile richiesta d'aiuto che nei sogni viene spesso negata quando la voce si rifiuta di uscire dalle nostre bocche disperate. Apri gli occhi, l'orecchio è bagnato. Che sia sangue? No che non lo è. Ma l'anima, lei, continua a sanguinare. Ed io, anche oggi, ho bisogno di ridere. Ridere tanto, e così forte da far tremare la paura. So che posso farcela. D'altronde, non sarebbe la prima volta.

Sono ancora qui. Questo è quello che conta.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM

Soundtrack: Your Hand In Mine - Explosions In The Sky



20.2.10

Senza Origine, Persa In Una Vertigine...




In cerca di un'ispirazione che potesse raccontarmi chi ero, ho finito per perdermi nei ritmi di un'artista scomparsa, nei suoni di una melodia già sentita, nel canto di una voce che vorrei fosse la mia.

Nel cercare un'immagine di me, la migliore che mi abbiano mai scattato, sono inciampata in vecchie foto di famiglia, in vecchie foto di me. Inutile dirlo, la foto "migliore" non l'ho più trovata. E non è un caso. In fondo era solo una finzione, frutto dell'idea di un'amica che, per un pomeriggio, aveva voluto truccarmi, vestirmi e pettinarmi per poi scattarmi delle foto che avrebbero dovuto lasciar risaltare qualcosa che, a ben guardarlo, mi piaceva da morire e al contempo mi faceva sentire estranea a me stessa.

Ho ritrovato foto belle e meno belle, e anche le peggiori, quelle di cui mi vergogno, quelle che non mi rendono giustizia. Qual è la me che voglio? Quella che si dibatte tra il migliore o il peggiore, nell'istantanea imprendibile di un attimo che non c'è? Quella che non esiste e forse non è mai esistita? Quella muta, immobile e silenziosa di certe strane solitudini dell'anima, o quella sorridente, gioiosa e piena di vita che scaturisce da certe miracolose collisioni?

La foto di famiglia, l'unica davvero al completo, va ormai dissolvendosi nell'acido dei problemi irrisolti cui non posso più porre rimedio. L'immagine di mia madre mi colpisce forte dentro. Io che mi arrampico sul suo corpo, lei che mi avvolge in un abbraccio protettivo, lo sguardo dolce rivolto all'obiettivo.

Dove sei finita? Perchè mi fa ancora così male? Perché non riesco ad accettare il cambiamento?

Ah, si potesse vivere danzando solamente, sciogliendo ogni laccio col passato senza per questo perderne il concime...


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM

Soundtrack: Senza Origine - Valentina Giovagnini

Balla fino a che pace non c'è
Balla fino a che terra non è
Prendimi così stringimi a te
Gira intorno a me canta con me
Gira intorno a me canta con me
Balla fino a che pace non c'è
Senza origine
da strade e vie tornano in me
le false lacrime dei re
solitudine
che inganno sei che inganno sei
nei giorni miei
Balla fino a che pace non c'è
Balla fino a che terra non è
Prendimi così stringimi a te
Gira intorno a me canta con me
Balla fino a che pace non c'è
Balla fino a che alba non è
Gira intorno a me canta con me
Balla fino a che pace non c'è
Senza origine
tra uomini e no
scivolerò ancora in un deserto al neon
per non essere
straniera mai nemica mai negli occhi tuoi
Piramidi che girano in un gioco di luce
non fermarti mai
in questo rito che tempo non ha

19.2.10

Masquerade





Come un fremito non quantificabile, un ricordo sospeso nel turbinare del vento.
Come capelli che non riconosci più come tuoi, e che vorresti volassero via insieme alle foglie morte e ai vecchi quotidiani sporchi di fango.
Come rinascere in una nuova pelle, che possa contenerti tutta intera e includere anche un pezzetto di mondo, quello che senti più tuo.
Come cambiare nome, aspetto e movenze del corpo semplicemente pensandoti diversa.
Come salire su un palco e recitare l'unico ruolo che sia mai stato scritto per te.
Come essere te stessa, indossando i panni di un altro.
Come vestirti, truccarti, pettinarti fino a togliere il fiato, prima di tutto al tuo riflesso nello specchio.
Come penetrare la superficie di vetro e non provare alcun dolore.
Come ricavare il massimo del piacere dalle schegge conficcate nella carne e riscoprire, con loro e attraverso di loro, la tua presenza nello spazio.



Come non riconoscersi più nel ruolo che ci siamo dati, credendo che fosse l'unica via percorribile.
Come illudersi che cambiare nome, possa cambiare anche il nostro destino.
Come saltare gli ostacoli e ritrovarseli attaccati ai piedi.
Come allungare la mano a toccare un altro da sé.
Come riconoscersi per un attimo nei suoi occhi e poi scappare via spaventati, voltandosi indietro.
Come sentirsi aridi e vuoti, e desiderare con tutte le forze di tornare alla vita nel respiro del mondo, in un infinito bocca a bocca tra anime che agguantano la vita e poi la lasciano andare.

Come conoscere un po' del tuo mondo, del tuo e anche del tuo... e desiderarne ancora, in un viaggio senza fine.

Un giorno salirò su quel palco invisibile e mi stupirò di me stessa, scoprendo quello che da sempre è stato il mio posto. Sapendo che, in fondo, ciò che conta non è il pubblico, ma la coreografia...


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM

Soundtrack: The Kill - 30 Seconds To Mars

What if I wanted to break
Laugh it all off in your face

What would you do?

What if I fell to the floor

Couldn't take all this anymore

What would you do, do, do?


Come break me down

Bury me, bury me
I am finished with you

What if I wanted to fight

Beg for the rest of my life

What would you do?

You say you wanted more

What are you waiting for?

I'm not running from you (from you)


Come break me down

Bury me, bury me

I am finished with you

Look in my eyes

You're killing me, killing me

All I wanted was you


I tried to be someone else

But nothing seemed to change

I know now, this is who I really am inside.

Finally found myself

Fighting for a chance.

I know now, this is who I really am.


Come break me down

Bury me, bury me

I am finished with you, you, you.

Look in my eyes

You're killing me, killing me

All I wanted was you


Come break me down
(bury me, bury me)

Break me down
(bury me, bury me)

Break me down
(bury me, bury me)

(You say you wanted more)
What if I wanted to break...?

(What are you waiting for?)

Bury me, bury me

(I'm not running from you)

What if I
What if I
What if I
What if I
Bury me, bury me

14.2.10

Born Brilliant?




"Per un giovane l'incontro con altre persone è di fondamentale importanza: queste possono cambiare il corso della sua vita. Alcune sono paragonabili agli aeroliti, frammenti opachi che in qualunque momento possono cozzare contro la Terra provocando enormi danni, e altre sono come le stelle comete, astri luminosi che apportano elementi vitali. Ho avuto la fortuna di incontrare in quel periodo creature che mi arricchirono la vita, stelle comete benefiche. Ho visto altri giovani che avrebbero meritato come me un destino creativo, cadere nelle mani di rapaci che li hanno portati al fallimento e alla morte, aeroliti. Be', forse non era stata soltanto la fortuna: con la mia diffidenza di bambino ferito avevo sviluppato il talento di schivare i colpi. Nel pugilato non vince soltanto chi picchia più forte, ma anche chi è più bravo a evitare le botte. Ho sempre rifuggito i contatti negativi per cercare amici che potessero essere i miei maestri."
Alejandro Jodorowsky, "La Danza Della Realtà".

Sono appena all'inizio di questo libro, ma più lo leggo e più vi ritrovo pensieri e parti di me stessa che ho accumulato negli ultimi anni. È soprendente quanto la sincronicità e l'istinto, se siamo ricettivi e aperti, ci aiutino a trovare ciò di cui abbiamo bisogno nell'esatto momento in cui siamo pronti ad accoglierlo e a comprenderlo. E allora capita che libri accumulati sullo scaffale da tempo, ti vengano tra le mani nel momento giusto per parlarti come può farlo un amico che ti conosce molto meglio di quanto possa conoscerti tu stesso. Dall'intimo legame tra sofferenza e poesia alla coincidenza tra i nomi dei luoghi in cui si vive o si è abitato in passato e la fase della vita che si vive o si è vissuta durante la propria permanenza lì, intuizioni che avevo avuto per pura casualità mesi fa, inizio a riconoscerle ora in questo libro, sorprendendomi sempre di più ad ogni pagina.

Schiava e prigioniera dell'ansia della perfezione, che mi ha sempre accompagnato quale prezzo da pagare in cambio di affetto, inizio a respirare sempre di più secondo i miei tempi, a recidere i rami morti o marcescenti del mio albero genealogico, a vivere con più calma, secondo i dettàmi del mio corpo e del mio equilibrio psichico, a saper leggere e interpretare i segnali della somatizzazione e del destino.
Non sono niente, eppure sono potenzialmente tutto. Inseguo e perseguo relazioni umane disinteressate, pur consapevole che sono rare e preziose, pur conscia del fatto che tutti, prima o poi, cerchiamo in un altro da sé qualcosa che ci manca. Ma non mi arrendo all'evidenza dell'altrui esperienza. Se quello che conta è il viaggio, preferisco continuarlo come posso, tenendo conto di limiti e possibilità, miei e altrui, sforzandomi di fare il possibile per dare e trarre il meglio dalle collisioni, dalle parole rubate, dagli sguardi fuggevoli che parlano di noi, nonostante noi.

Se questo è un uomo, inteso come essere umano, io voglio conoscerlo in ogni sua sfaccettatura. Non ho ancora finito di imparare l'alfabeto profetico e occulto di cui ha scritto Pessoa, nelle vesti di Bernardo Soares. Probabilmente non mi basterà una vita intera. E continuerò a fremere, di inquietudine e impazienza. Adrenalina che tiene la mente sveglia, attiva e pro-attiva. Aria frizzantina, che spinge a muoversi per non congelarsi. Spero solo di non lasciare troppa sofferenza in giro, nel tentativo di evolvermi in ciò che sono stata e ciò che posso ancora diventare.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM

Soundtrack: Born Brilliant - IQ

I'm cold and unapproachable
Deceptive and a fraud
Don't need to keep attention
I hate to be ignored
The soul of no discretion
Belligerent, won't think outside the box
I'm critical and careless
My open mind is shut and firmly locked

I'm selfish and insensitive
I'm rotten to the core
Pretentious and derivative
You've seen it all before
My good contributions
Are counted on the fingers of one hand
No New Year's Resolution
Nothing ever goes the way I planned

My catalogue of failures
Is etched upon my lips
The baggage that I carry
Would sink a thousand ships
My motives are uncertain
Intentions not altogether pure
So now don't you want me beside you
Just like it was before?

I'm stupid, inarticulate
My ego grows and grows
Libido turns to celibate
I don't know where it goes
No lifelong performance
Prepares me for the final curtain call
I swear no allegiance
No loyalty to anything at all

You, like me, were raised to be
A million times admired
Unlike mine, your family line
Were all born brilliant liars

11.2.10

Reality Is A Dancer?





"...ogni desiderio si riassumeva in una sola parola: "cambiare". La qualità fondamentale perché potessi amarmi era diventare quello che non ero. Attendevo, come il rospo attende la principessa, che un'anima superiore e compassionevole vincesse la ripugnanza e si avvicinasse a darmi il bacio della conoscenza. Malauguratamente potevo contare soltanto su due amici irreali [...]. Per ciò che volevo ottenere avevo bisogno di qualcosa di più di un paio di fantasmi. Decisi di aiutarmi da solo."

Alejandro Jodorowsky, "La Danza Della Realtà".

Più patetico del fingere di essere ciò che non si è, è conquistare la fiducia di qualcuno con le parole per poi tradirla nei comportamenti. Ma c'è qualcosa di ancora più patetico: cedere alle facili lusinghe. Questo, davvero, non riesco proprio a perdonarmelo. Come l'ostinazione a prendersi troppo sul serio, la summa maxima del patetismo.

Un fiore di loto
spostato da un lato.
Sotto lo scrosciare che ribolle,
nudi come vermi
tra l'orrore che schiamazza,
affrontiamo ataviche paure,
la forza in panciolle.

Lavami l'anima,
con calore che annienta.
Con il tuo vapore acqueo
mi cucirò una stola
che sia di protezione
per chi non si consola.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM

Soundtrack: Forget Her - Jeff Buckley

While this town is busy sleeping
All the noise has died away
I walk the streets to stop my weeping
Coz she'll never change her ways

Don't fool yourself
She was heartache from the moment that you met her
My heart feels so still
As I try to find the will to forget her, somehow
Oh I think I've forgotten her now

Her love is a rose pale and dying
Dropping her petals in lands unknown
All full of wine the world before her
Was sober with no place to go

Don't fool yourself
She was heartache from the moment that you met her
My heart is frozen still
As I try to find the will to forget her somehow
She's somewhere out there now

Oh my tears are falling down as I try to forget
Her love was a joke from the day that we met
All of the words all of her men
All of my pain when I think back to when
Remember her hair as it shone in the sun
The smell of the bed when I knew what she'd done
Tell yourself over and over you won't ever need her again

But don't fool yourself
She was heartache from the moment that you met her
Oh my heart is frozen still
As I try to find the will to forget her somehow
She's out somewhere now

Oh she was heartache from the day that i first met her
My heart is frozen still
as I try to find the will to forget you somehow
Cause I know you're somewhere out there right now

I'm doing better

9.2.10

Il Destino È Temperamento?


Come sentirsi sporchi, incapaci di agire, col timore di disturbare, di essere inopportuni, di scombinare ritmi, giornate, pensieri. Con la voglia di comunicare tenuta a freno dal muro del terrore del rifiuto, che alcuni instillano, magari senza volerlo, per mancanza di chiarezza. Con il desiderio di non mancare di rispetto, di non dare fastidio, che finisce per sembrare indifferenza.

Certi problemi potrebbero risolversi come Colombo e il famoso uovo. Eliminando scorie di pensiero radioattivo, giochi di ruolo, falsi masters and servants, in assoluta parità e reciprocità, con naturalezza e spontaneità. Ma allora perché con alcune persone sembra non riuscire a esistere questa incommensurabile fluidità?

Stamattina ho aperto a caso un libro - che non ho ancora letto - e, al secondo tentativo, ho trovato questo:
"L'incoraggiante conclusione prospettata dagli studi di Kagan è che non tutti i bambini pieni di paure crescano esitando e ritraendosi di fronte alla vita - in altre parole, il temperamento non è destino. Con le esperienze adatte, è possibile calmare un'amigdala ipereccitabile. Ciò che fa davvero la differenza sono le risposte emotive che i bambini apprendono mentre crescono. Per il bambino timido, ciò che conta, al principio, è il modo in cui viene trattato dai genitori, e quindi il modo in cui impara a gestire la propria naturale timidezza. I genitori che escogitano per i propri figli graduali esperienze incoraggianti offrono loro quello che può considerarsi un duraturo rimedio per le loro paure. [...] La convinzione protettiva sembrava favorire le paure dei bambini, probabilmente privandoli dell'opportunità di imparare a superare i propri timori. La filosofia dell' "imparare ad adattarsi", invece, sembrava aiutare i bambini paurosi a farsi coraggio."

Daniel Goleman, "L'Intelligenza Emotiva".
E se invece si nasce spavaldi e coraggiosi nelle relazioni sociali e poi la vita ci trasforma in timidi? Forse dovrei solo smettere di farmi tante domande e passare all'azione.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM

Soundtrack: Nel Giro Giusto - Bugo

(S)Torti




Manchevoli

abominevoli
struggimenti.
Se non li provochi,
non son mai contenti.
Fatui, come certi fuochi,
rammendano, contorti,
certi sogni, nati storti.
(04/02/2010)

Lascia andare, togli il freno e crea con le dita tutto ciò che sgorga come vita dalla tua anima impaurita. Questo il mio regno, la mia casa, la mia dimora. Tutto ciò che non ho ancora pensato, voluto, cercato si dispone come carte scoperte su un tavolo di marmo, che il sole trasforma in cera liquida che cola sulla spiaggia.

Mi hai chiesto: da che parte stai? Non ho saputo risponderti.
L'istinto continua a ripetermi che non esiste alcuna posizione che io possa prendere, che solo si può tacere e attendere che finalmente "parli", senza parlare, quel flusso che tutti dovremmo imparare ad amare senza ostinarci a capirlo, anche se ci piacerebbe. Perché sforzarsi di capire ad ogni costo, anche a prezzo di spogliare e fare del male, significa distruggere, incasellare, incatenare. Io voglio amare, ma senza confine. Né di sesso, né di età, né di alcun altro criterio oggettivo in cui l'anima mia si sente stretta. Amore Puro, senza costrizione, vincolo o legame terreno. Amore che è Conoscenza, Essenza, Reciproca Presenza qui, ora e per sempre...

Paradossale, quanto il mio mostrare apertamente paure che paiono sciocche e insensate agli occhi della gente, riveli, in fondo, molto più coraggio delle agili maschere che altri indossano per la propria sopravvivenza. A te, specchio delle mie paure lontane, io mi mostro in tutta la mia umana debolezza, senza accorgermi che è lì che si agita e si dibatte la fonte della vera Conoscenza.

Non ho paura di te, ma di me stessa.
E tu, di che hai paura?
Il Silenzio non confessa.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM

Soundtrack: Orphic Hymn To The Ocean Nymph


8.2.10

Pagliaccio Di Ghiaccio



Cosa ne sai delle schegge impazzite delle fantasie imbizzarrite delle memorie ritrite della paura stalattite che incombe su certe tavole imbandite? Cosa ne sai dei ghiacci, e di certi pagliacci che a scavare, li schiacci, che a stringerne i lacci tutto ciò che resta, son stracci?
(03/02/2010)

Il demonio e il suo contrario,
la ruggine e l'avorio,
quando t'ho incontrato
non t'ho chiesto l'onorario.
Possedere il Tempo e nessun orario.

Se potessi tornare indietro, abbraccerei quella bambina spaventata, il mondo in pezzi tra le sue piccole dita, vasi rotti e terra bagnata, parole senza senso e occhi privati del loro baricentro. Cos'hai, dentro?
A te lo chiedo, a te che non mi parli e che ti fai sentire, senza chiedere il permesso, in ondate vaghe e imprevedibili che mi colpiscono allo stomaco, al basso ventre, quando meno me lo aspetto.
Ti accendi e ti spegni senza un interruttore, ti presenti al mio cospetto senza indurre in me alcun sospetto. Un piano altro di comunicazione, che non è fatto di parole. E in cui le parole diventano porte d'accesso ad altri mondi misteriosi, che non sono fatti per i curiosi, ma per chi incuriosisce per le paure di cui un altro si schernisce.

Amami, bambina, amami ancora, non lasciarmi, te ne prego. Portami con te, nella stanza dei giochi. Togliamo via la polvere e immaginiamoci il futuro, così come non l'abbiamo ancora sognato. Il Mare, oggi, mi ha parlato.

"Troncare ogni rapporto con l'esterno era più conveniente per me, mi dava forza ma nello stesso tempo mi rendeva sterile. Avevo la sensazione di essere di troppo nel mondo".

Alejandro Jodorowsky - La Danza Della Realtà.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM

Soundtrack: Yasmin The Light - Explosions In The Sky


6.2.10

Music(e)Scapes!








Annunciazione, annunciazione! Anche io, Yuki, alias Dj Prisma di Radio Pazza, partecipo al concorso EUROPEAN PODCAST AWARD!!! Per votare il mio podcast Music(e)Scapes, ascoltabile/scaricabile su Radio Pazza, cliccate sul banner e fatevi sotto!!!

Perche' Music(e)Scapes? Perche' per Sopra(v)Vivere in questo quotidiano bailamme che chiamiamo Vita si ha a volte bisogno di paesaggi musicali, fughe in avanti e Musica che scappa dagli hard disk e invade le nostre orecchie e la citta'.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM

Soundtrack: Set Adrift On Memory Bliss (PM Dawn Cover) - Montag


5.2.10

Fucked Up!




In questo deserto senza nome ho percorso ogni strada interiore e scoperto che ciascuna era sbagliata, la paura negli occhi e il vento a soffiarmi sul culo. Sono fottuto, andato, scoppiato. I'm all fucked up! Sentite come suona meglio in inglese, com'è definitivo? Prima o poi mando tutto in vacca, lo sento. E tu, che hai da guardare? Se non ti sto bene, vòltati dall'altra parte. Lasciatemi almeno la libertà di parlare da solo, porco diavolo!

Girl, Interrupted era stata la sua replica secca, quando le avevo chiesto cosa se ne faceva della sua vita. Non ho mai capito se scherzasse, ma il vuoto, ve lo giuro, gliel'ho letto negli occhi. Quella stessa notte abbiamo fatto l'amore, ci siamo scambiati la pelle, le lacrime e il sangue, e forse anche qualcosa di più. Ma il vuoto, Cristo santo, non l'ha abbandonata mai un momento. Un baratro aperto nel fondo delle sue pupille. Non se n'è andato nemmeno dopo l'ennesimo bicchiere di rum, scolato al banco di un bar in chiusura.

"Non cercarmi", è stato il suo saluto. "Sono fottuta, andata, scoppiata. Puff!". Ricordo ancora la sua espressione, quel misto di rassegnazione e sarcasmo. E il gesto delle sue mani, un fuoco d'artificio simulato con le dita aperte, a coda di pavone. Me ne sono rimasto solo, a parlare col bancone. Oggi so cosa aveva cercato di dirmi. Oggi che anch'io mi sento soltanto un fottuto vuoto a perdere.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM

Soundtrack: Fade To Grey - Visage

Deperir a gris - deperir a gris.
One man on a lonely platform
One case sitting by his side.
Two eyes staring cold and silent
Show fear as he turns to hide.

Ah
we fade to grey - fade to grey
Ah
we fade to grey - fade to grey

Un homme dans une gare desolee
Une valise a ses cotes.
Deux yeux fixes et froids -
Montre de la peur lorsqu'il
Se tourne pour se cacher.

Ah
we fade to grey - fade to grey
Ah
we fade to grey - fade to grey

Sent la pluie comme un ete anglais.
Comme les notes d'une chanson lointaine
Sortant de derriere d'un poster esperant
Que la vie ne fut si longue.

Ah
we fade to grey - fade to grey
Ah
we fade to grey - fade to grey

Feel the rain
like an English summer
Feel the notes from a distant song.
Stepping out from a back shop poster
Wishing life wouldn't be so dull.

Deperir a gris
Ah
we fade to grey - fade to grey
Ah
we fade to grey - fade to grey
Ah
we fade to grey - fade to grey

Deperir a gris
Ah
we fade to grey - fade to grey . . .

4.2.10

Una Ragazza E L'Immenso



Solo con lui riesco a parlare. Soltanto lui riesce a capirmi. Lui, e lui soltanto, mi accoglie senza pretese. Mai mi giudica, mai punta il dito. E non è mai banale. Uno sguardo che cambia con le ore del giorno, gli anni, le stagioni. Un tumultuoso scorrere che spaventa gli occhi, quando è troppo veloce. Un placido specchio, in cui perdersi e ritrovare se stessi.

Pochi momenti speciali ci appartengono davvero. Quando nessuno ci vede, quando la verità ci possiede, ci parliamo, senza parlare. Ci ascoltiamo, senza annoiare. Ci possediamo, senza perdere noi stessi.

Un passo a due, lo ricordo ancora. Mi ha presa per mano, con coraggio, nessun altro intorno a noi. Mi sono lasciata sedurre. Il suo odore, così intenso e trascinante. Quel rossore, come mai lo avevo visto e vissuto prima. Una musica unica, coinvolgente. E il legno umido a scricchiolare sotto i nostri piedi.

A me piace così, quando è soltanto per me. Solo allora riesco a percepirne la vera essenza, quella che in altre circostanze è diluita sotto altre sembianze, altri colori, altre forme. Fuggevoli istanti, che non durano a lungo. Perché il vento sospinge lontano l'intimo profumo, così lontano che nemmeno lo ricordo.

Ti cammino a fianco quando l'Immenso intercetta il mio sguardo e mi sorride. Ciao Bellissima! Insolitamente rispondo, un po' spiazzata da quella confidenza. Non amo parlare con gli sconosciuti e, quando vengo qui, preferisco passare inosservata. Ma l'Immenso non sembra spaventato dalla mia freddezza.

Sei in cerca di ispirazione? O sei in fuga dalle persone?

Lo guardo un po' sorpresa e timidamente lo raggiungo. Osservo senza troppa insistenza il suo volto scavato, dal vento e dal tempo. Se ne sta beato sulla sua sdraio, lo sguardo perso nell'infinito. Mi accomodo poco distante, appollaiandomi sul tronco di un albero che la corrente ha portato sulla spiaggia nei giorni scorsi.

"Io non so stare tra la gente...", la mia istintiva risposta. Suona come una presentazione.

È molto meglio lui, eh?

Con un cenno del mento, l'Immenso saluta il nostro amico che, con uno scrosciare liquido e schiumoso, gli risponde. Annuisco.

Ce ne stiamo un po' così, in silenzio. E, stranamente, con lui non provo alcun imbarazzo. Sarà forse per il fatto che l'Immenso non si aspetta niente da me. Mi ha capita in un solo istante. O forse è perché mi ha osservata per giorni, durante le mie brevi passeggiate. Lo fa con tutti. Ci studia, ci scruta, ma senza velleità da giudice o censore. Sonda la nostra umanità, con discrezione.

"Come si fa a fidarsi delle persone?", gli chiedo scaldandomi le mani.

Tutti, prima o poi, ti tradiranno. È inevitabile che sia così. Ciascuno di noi, per sua natura, è inaffidabile. Anche tu sei inaffidabile verso te stessa.


Aspira con gusto il fumo dalla sua sigaretta e lo trattiene a lungo dentro di sé, prima di liberarlo schiudendo appena le labbra screpolate.

Il punto è capire di cosa hai veramente bisogno. Hai bisogno degli altri?

La sua domanda, così diretta, mi spiazza. Inizio a giocherellare nervosa con una ciocca di capelli. La avvolgo senza posa attorno all'indice della mano destra. Osservo, pensierosa, le doppie punte che ormai infestano la mia capigliatura trascurata. Bellissima..., penso tra me e me, com'è possibile che lui mi abbia vista così? Alzo lo sguardo verso il cielo, inseguo il volo basso di un gabbiano e gli invidio, una volta ancora, la leggerezza aerodinamica, quel suo innato sapersi adattare alle correnti, senza per questo snaturarsi o perdere la grazia.

"Veramente... Non so più di cosa ho bisogno. So di essere stata altro, da ciò che sono ora. So di sentirmi bene nella pelle che mi protegge adesso, in questo preciso momento. E so anche che ho nella mia vita presenze importanti, che hanno saputo superare il vetro che si frapponeva fra me e loro...".

Ma...

"...ma so che c'è altro ancora ad aspettarmi, con la voglia di sorprendermi e accogliermi. E io non so se sono pronta".

L'eterno dilemma. La scelta tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare... Lui, invece, ha sempre la libertà di cambiare...

Di nuovo il suo viso è rivolto al Mare, comune compagno di confidenze silenziose.
Sorrido a entrambi. Tra poco è ora di rientrare, ma il tramonto è uno spettacolo a cui non voglio rinunciare...


TESTO E FOTO DI YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM

Soundtrack: They Wouldn't Listen - Altered State

V1
Swiftly, though tedious, we walk across this
land.
Treading upon the skulls that peer up
through the sand, and if I had the chance, I'd do it all again.
Though the nightingale
sings softly, she won't recall my name.

Chorus

They won't believe me, they wouldn't listen.

My mind is bending, I won't look back.

You touch me inside, I touch you outside.

I close my eyes, I close my eyes, I close my
Eyes, I close my eyes.
I close my eyes.


V2

This is where I started, I wonder where I'll
end,
and how many lost souls along the way
will I befriend?
And will my acquaintances
climb onboard my show?
And how long will
they linger before they have to go?

Chorus

They won't believe me, they wouldn't listen.

My mind is bending, I won't look back.

You touch me inside, I touch you outside.

I close my eyes, I close my eyes, I close my
Eyes, I close my eyes.
I close my eyes.


V3

All these things and more drift through my
mind as time goes by.
All these things and
more haunt me and clutter up my mind.
And have I thought enough? At least for
today.
The todays are disappearing, all slipping
away.

Chorus

They won't believe me, they wouldn't listen.

My mind is bending, I won't look back.

You touch me inside, I touch you outside.

I close my eyes, I close my eyes, I close my
Eyes, I close my eyes.
I close my eyes.
I close my eyes.


3.2.10

Vortice




Risucchiati da un vortice senza nome
Scrivono incauti il proprio cognome
Scuciono lampi di sciocca ragione
Amano mute immagini senza visione

Scrollarsi la polvere che cala impietosa
È un gioco che si ripete ormai senza posa
Inseguo da giorni un riscatto che sia chiosa
Di una lotta impari che ormai mi è odiosa

Cosa diavolo pensavi di trovare,
pura illusione che non osi sondare?

Cristalli di vetro conficcati nello sterno.
Perché è così difficile comunicare con l'esterno?


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM

Soundtrack: Kill Me - Awim

Loving your dream, carrying your pain.
Watching me going
slowly to my grave.
Didn't know you,
didn't know you.
Sipping hatred in a
glass of milk.
Injecting fears in my
brittle little veins.

Didn't know you,
didn't know you.
Talking nonsense to me,
I wish i could believe.
Living me untended
so little left to give.

Chorus:

Kill me I'm a monster
you made me cruel but I'm not a failure.
Kill me I'm a monster
I beg you now cause I'm not a killer.
Heal me I'm a monster
You spill my blood cause I'm just a dreamer.
Kill me I'm a monster
You made me cry it will soon be over.
Kill me I'm a monster
You made me cruel but I'm not a failure.
Kill me I'm a monster
You made me cry it will soon be over.

Floating in your dream
driven by your aim.
Faking to be in
laughing at my pain. laughing at my pain.
Needed just a ride
with a lovely maid.
Sifting trough your light
tearing me to shreds.
Blood's coming to my head.


2.2.10

Mare Dentro



Scivolano orme invisibili
emozioni discutibili
Indosso un ritmo che non mi appartiene,
sento una risposta che non viene

Coraggio filtra tra i miei passi
Paura resta indietro,
a raccoglier sassi

Sabbia umida accoglie i miei pensieri
onde diverse, le stesse di ieri
Incauta commozione cerebrale
per uno stordimento musicale

Niente è più lo stesso,
il movimento del mare
è già meno complesso.

Il pontiletto di legno si riempie,
mi accarezzo le tempie
e attendo l'istante
in cui il sole sarà più distante.

Ci si rincorre sottilmente,
acqua e scarpe,
lingua e dente.
Non so stare tra la gente!

Il rosso esplode in ogni direzione,
mentre scavalco la recinzione.
Ma solo a patto
che nessuno mi veda.
Agile come un gatto,
non sarò mai preda.

Porto a casa un frammento di questo splendore,
lancio in acqua un po' di candore
Calpesto l'asfalto e scopro con terrore
che c'è troppa gente con me in queste ore

"Ti presento l'immenso!"
Non so più quello che penso.
Bellissima, davvero.
Non dirai sul serio?

Danza suburbana
una casa più lontana,
inevitabile rientro
nel mio mare dentro...


TESTO E FOTO DI: YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM

Soundtrack: Preso Blu - Subsonica

1.2.10

(R)Evolution




Parole come porte, salvacondotti, labirinti
Spalancano mondi nuovi, inaspettati, insperati
Parole come sangue, ferita aperta, umor nero
Colano lungo le gambe, il mio volto, la mia schiena
Mente che espande, dipana, lascia scavare
infinite possibilità che posso solo immaginare
Una rete di persone, le loro vibrazioni
pulsare che vivifica in complesse evoluzioni

Amore passa
di mano in mano,
spazza via per un attimo
questo intimo uragano.
Anima contro Anima,
soffia via la vita.
Credi sia impazzita?

Passaporto per l'Universo,
e un insolito paesaggio:
un mondo realmente diverso,
non più solo un miraggio.

Continue pulsazioni
d'amore e morte

Di ragione e terrore,
indesiderate scorte

YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM

Soundtrack: Death Stalks - C.H.A.O.S.