8.9.07

Risveglio



Non ricordo mai nulla della mia attività onirica, ma stamattina mi sono svegliata con le immagini di un sogno impresse nella mente.

Sono in spiaggia, il costume sotto i vestiti, intenzionata a fare il bagno. Ho in mano la macchina fotografica, vorrei immortalare le persone che sono con me, ma non ci riesco, ho il sole contro.

La sabbia diventa erba e il caldo sole si nasconde dietro gli alberi e le mura di un palazzo rinascimentale. Ci sediamo tutti a terra, la schiena contro le mura, alcuni da un lato altri di fronte.

A un metro da me, semisdraiata su un fianco, una persona del mio passato che non ho mai frequentato molto ma con cui sento di avere un'affinità a pelle. Sono contenta della sua vicinanza. Mi trasmette una sensazione di benessere.

Continuo a giocherellare con la fotocamera. Qualcuno inizia a leggere ad alta voce un brano scritto da questa persona. Sono emozionata. Lo avevo già letto in solitudine, a sua insaputa. Ero rimasta affascinata e colpita dalla forma e dalla profondità del contenuto dei suoi scritti.

Io e questa persona non ci guardiamo e non ci parliamo, ma so che siamo entrambi consapevoli della reciproca presenza e del legame che ci unisce, della forza invisibile che ci attrae.

Mi alzo, in cerca del bagno. Quando ritorno mi sdraio per sbaglio in un posto diverso da quello in cui ero prima. Quella persona adesso è lontana da me.

Il brano sta per terminare. È bellissimo. Qualcuno mi dice che fa parte di un libro che è stato pubblicato. Sono orgogliosa. Sono sicura di aver sentito il titolo, ma fatico a ricordarlo al risveglio. "Filosofia didattica dell'anima", o qualcosa del genere.

Una sola frase è rimasta incollata alle pareti della mia mente:

"A che serve l'amore tra due anime, quando la cosa più difficile è la battaglia dei corpi?".

Non so perchè, ma ritrovo una grande verità in queste parole.

Mi chiedo se stanotte questa persona abbia fatto lo stesso sogno. E se abbia scritto davvero queste parole, o anche parole diverse dallo stesso significato...

Misteri dell'attività onirica. E del segreto legame tra anime nascoste in corpi sconosciuti.

8 commenti:

daniela ha detto...

Io credo che i sogni siano espressione di un mondo parallelo. Spesso mi sveglio con una sensazione così forte di realtà appiccicata addosso, che impiego una mezza giornata a entrare nel mondo "altro".

Riguardo la bellissima frase che citi, "A che serve l'amore tra due animi, quando la cosa più difficile è la battaglia tra i corpi?", io mi sono sempre risposta che anima e corpo sono una cosa sola.

Un abbraccio.

Prisma ha detto...

Fino a poco tempo fa credevo anch'io che anima e corpo fossero una cosa sola...

Ma da un po' di tempo a questa parte riesco a spiegarmi la mia dualità solo attraverso un'anima che a volte si sente stretta in un corpo che in fondo sente solo come un veicolo temporaneo...

Un corpo che a volte è un utile strumento, altre diventa quasi un impedimento. Come la nostra immagine nello specchio che non sempre riconosciamo... E che in altre occasioni diventa invece il riflesso disarmante delle nostre inquietudini interiori...

Buona serata cara Daniela.

Anonimo ha detto...

Che dire?...Non posso che concordare anche qui, con te...
La battaglia del corpo è la cosa più difficile...

krepa ha detto...

serve a rendere più dolce la battaglia...

...comunque questo è amore

Prisma ha detto...

Benvenuta ondas...

Qual è l'altra cosa su cui concordi con me? Mi è venuta la curiosità... ;-)

***

Krepa, hai colto nel segno...

Sotto ha detto...

Io rifletto da qualche giorno su due delle tre facce dell'amore, quelle due che i greci chiamavano agape ed eros.

"a che serve l'amore tra due anime (agape), quando la cosa più difficile è la battaglia dei corpi (eros)?"

Eros era una specie di demonietto dispettoso, poco più che un fanciullo. E davvero, nel nostro mondo, nel nostro tempo... eros è l'unica via per condividere l'estasi?

Io dico che Agape può sottomettere Eros, a patto di saperlo, volerlo e perseguirlo in due. E credo altresì che quella via sia quella migliore. Perchè è chiaro che non tutti possono percepire l'agape, ma se puoi farlo commetti un peccato mortale nei confronti della tua stessa anima a renderlo secondo.

Prisma ha detto...

Hai ragione, Ermes. Guai a ignorare la voce dell'anima e a lasciarla offuscare dalle grida del corpo.

Ma la vera sfida sarà sempre per me la ricerca di un dialogo tra corpo e anima. Credo che se per un attimo queste nostre due facce smettessero di darsi battaglia e si fermassero ad ascoltare, imparerebbero molto della vita, l'uno dall'altra...

Sotto ha detto...

Sì, ne sono convinto anche io. In certi rari momenti mi è sembrato che anima e corpo fossero buoni amici, e quegli eventi coincidevano con una serenità quasi epica.