30.11.10

Cara Figlia...




Dovresti cominciare a costruire, ma intorno vedi solo macerie. Dovresti accogliere la vita, ma le scaglie di vetro continuano a ferire la tua pelle. Scali l'ennesima montagna e quando pensi di poterti finalmente sedere un po' a riposare e contemplare il panorama, eccoti di nuovo a scalare ancora, e ancora, e ancora.

Sensodicolpa e Sensodinadeguatezza che ti fanno tendere al perfezionismo e non ti perdonano mai alcun errore sono ancora le tue odiate compagne di sempre. Provi a riscaldarti e ci riesci, a volte. Poi, di colpo, hai di nuovo freddo e sai che è colpa dell'impianto, che è difettoso. Cerchi di ripararlo, ma i tempi sono più lunghi di quanto la tua pazienza possa sopportare.

In un giorno così importante per la tua vita lui non c'era. Lei sì, invece, ma sempre nell'unico modo che conosce e che ti ferisce, inevitabilmente. La gioia, ancora una volta, è offuscata dall'ombra. E ti senti in colpa anche per questo.

Metti via le ansie e le inquietudini per un po', per il tempo in cui riesci ad allontanare i demoni. Poi pensi che questo sarà il primo Natale senza di lui, dopo il tuo primo compleanno senza di lui. Le lacrime scendono copiose, i singulti ti sconquassano. Respiri a fatica, vorresti fermarti ma non ci riesci. E vorresti soltanto poterlo abbracciare un'ultima volta, sentire il calore delle sue mani grandi sui tuoi capelli, baciare le sue guance profumate di dopobarba, dimenticare quegli ultimi mesi di agonia... poterlo ricordare sorridente nel suo ultimo giorno di lucidità, le sue mani strette alle nostre... il suo sforzo così umano nel gesto di togliersi la maschera dell'ossigeno per dirti quelle due parole così potenti, rigeneranti, che porterai nel cuore per sempre, come la carezza che non potrà più farti:

"Cara figlia..."

Sono felice che tu abbia smesso di soffrire, ma è troppo difficile non poterti più parlare, vedere, toccare. E ora che la piantina si prepara, dopo un lungo inverno, a mettere radici in una terra nuova e ostile, ancora tutta da arare... vorrebbe tanto potersi scaldare nel calore rassicurante di certi sorrisi, di gesti e battute solo nostre, quelle che tanto amavamo scambiarci nei momenti difficili per sdrammatizzare, come solo noi sapevamo fare...


YUKI, AKA PRISMA

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Soundtrack: Dreaming Light - Anathema

Immagine: Il Mio Luogo Dell'Anima, quello che sarò costretta a lasciare...


14.11.10

Rebirthing




Si può essere intensi anche nel dolore. Si può indossarlo, con fierezza e orgoglio, le movenze sicure e sinuose, lo sguardo fisso e determinato e una chioma leonina che ondeggia a ritmo di musica. Perdersi in un eterno presente senza passato e senza futuro, pura estasi che irradia dall'amigdala e ci proietta nell'illusione di immortalità.

Rinasco alla vita nel pieno di una sala buia, tinta di rosso e bagliori iridescenti, nel candore di un corpo che non ha più confini, nel calore di un'unione che è pura illusione, energia che fluisce sopra e sotto un palco, nel desiderio di lasciare un segno, un messaggio, una traccia, di elevare un immenso dolore a mito e simbolo di eterna rinascita.

Ti amo, sì. Ti ho sempre amato.
E sempre ti amerò, mia dolce anima ansimante e ferita.
Tua la redenzione, tuo il cammino di liberazione, tua la furia creatrice a stento trattenuta da un ostacolo terreno.

Ti darò la luce che chiedi, ti donerò le energie che restano a questo corpo mortale.
Voglio, sento, desidero rinascere. Una volta ancora...
Sarà senza barriere. Ciò che ho dentro, si deve vedere!

YUKI, AKA PRISMA

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Soundtrack: Angels Walk Among Us - Anathema



(only you can heal inside, only you can heal your life)
it must have been an angel

who counted out the time

yes it must have been an angel

who raised a knowing smile

and i just couldn't reach you

no matter how i tried

no i just couldn't reach you

so instead i ran to hide

(only you can heal inside,
only you can heal your life)
mother can you hear me?

can you tell me, are you there?

father can you help me?

cos i know that you care

and i don't have to fight it anymore

for all those years i was dreaming
and i don't have to worry anymore
cos i found my belief in...

mother can you hear me?
can you tell me are you there?
father can you help me?

cos i know that you care

(only you can heal inside,
only you can heal your life)

7.11.10

Ora, Che Quasi Non Sento Più Niente




Aprire un nuovo capitolo, tanto per far qualcosa.
Riversare un po' della noia magmatica che attanaglia in una domenica lenta e uggiosa.
Tornare sui propri passi per ricercare un'estasi da tempo perduta.
Sconfiggere la nausea e la mancanza di prospettive di una vita scaduta.
Ingannare una stasi che immobile si perpetua.
Richiamare alla memoria congiunzioni un tempo calde e vibranti, ora gelide e distanti.

Echeggiano imperativi odiosi, tediosi, irrispettosi.
Pullulano gelosie, si spostano i confini di territori emozionali egoisticamente inviolabili.
Risate antiche restano sepolte da colate laviche.
Situazioni statiche, e guerre interne ataviche.

Dov'è fuggita l'anima mia intestardita,
colei che un tempo guidava questo mio scrivere incosciente,
ora che quasi non sento più niente
che non sia questo insostenibile peso,
questo futuro inutilmente atteso,
questo sogno lasciato a marcire, sospeso?

Ascolto, tremante, l'eco del desiderio spegnersi nel mio vuoto.
Ridono i pesci mentre imito, pesante, il loro nuoto.

YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM

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Soundtrack: Burial At Sea - Mono

1.11.10

Assenze




...e resto inchiodata a certe assenze ormai diventate abitudine, incastonata tra il mio corpo e il vetro che lo circonda, come un respiro che non riesce più ad andare oltre e finisce per dissolversi, vapore acqueo su una finestra in un giorno di pioggia.

YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM

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Soundtrack: Questa Notte - Ludovico Einaudi