31.10.09

Balance





Brividi di freddo. Hai la finestra aperta, ma non è solo questo. L'Oltre ti sta chiamando. Per compiere la tua Missione. Ma tu non sei ancora pronta. Sai che dentro di te sta maturando il seme che la Vita piantò tanti anni fa. L'hai custodito a lungo, come un'incubatrice, ma è venuto il tempo di separartene. Di lasciarlo germogliare, mostrarlo al Mondo. Solo così rinascerai. Solo così riscatterai la tua storia, la tua famiglia, ciò che sei.
Deliri di onnipotenza? No, affatto. Voglia di trasformare, al solito, l'energia negativa in prorompente forza creatrice. Che non sai dove ti porterà, ma senti che è così che deve andare.
Vivi nello struggimento di quel che non sei, ammirando in segreto, ma neanche troppo, chi non aspetta che il destino gli cada sulla testa, ma esce di casa e se lo va a cercare.

Stai prendendo tempo, stai arando il terreno. Ma poi ti coglie lo sconforto. L'ansia del confronto. Le risposte che non arrivano. I cambiamenti che ti spiazzano. E che ti fanno vacillare.
Esterno. Interno. Esterno.
In bilico tra l'ossessione e la follia.
Tra l'amore e la paura dell'abbandono.
Punisci te stessa, per non riuscire ad amarti come dovresti.
Senti l'amore degli altri, ma continui a dubitare.
Ne sei davvero degna?
Insegui la tua identità terrena, nascosta tra le pieghe delle parole che l'Abisso trasferisce alle sinapsi.
Le dita volano da sole e tu non vuoi fermarle.

Oggi lei parlerà della sua mano che le trema. Tu sei in trepida attesa. Cambierà qualcosa? Non puoi fare altro, per il momento. Speri che la Vita sia clemente, almeno questa volta. Tra meno di un mese entrerai nel cunicolo bianco, cerchi di non pensarci. Ma l'ipocondria fa strani scherzi. Il ronzio ti fa già paura. Immobile, fingerai di dormire. Farai risuonare la tua musica preferita, soltanto immaginandola. E poi lo vedrai. Chissà se è rimasto come prima. Chissà se... Ma in fondo, perché preoccuparsi? "E' comune a molti, tanti non ne sono nemmeno a conoscenza".

A volte, forse, è meglio non sapere.

Questa canzone è per me, per voi, per chi passerà di qua.
Una carezza musicale. Un brivido lungo la schiena.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: Ovunque Proteggi - Vinicio Capossela

30.10.09

Will The Icicle Ever Melt?






Consumarti dentro, bruciare dall'interno. Il dolore è una fiamma invisibile, un fiume di parole che riesci solo a scrivere. Foto di facce sorridenti ti parlano del darsi, che a te ancora non riesce. "Solo per pochi". E c'è chi ancora aspetta. Ma perché?

Guardia alta. Questa è la risposta. Non te ne eri mai resa conto, finché lei non ti ha letta dentro, riconoscendo sé dentro di te, come in uno specchio. E allora ricordi quella stanza, i tuoi diciotto anni, un ostello, un gioco semplice, una bottiglia di vino da cui non hai bevuto, un letto a castello.

Ogni giro, una domanda. Ogni domanda, un sorso di vino. Tutti seduti in cerchio, sul pavimento. Tranne te.

"Scendi dal trespolo, siedi in mezzo a noi. Bevi questo vino, condividi la bottiglia!".

Eri così anche allora, incapace di lasciarti andare. E rimanesti così, ad osservare la spensieratezza da lontano, bramandone, non vista, la grazia e la leggerezza.

Una domanda, un'unica potente domanda è tutto quello che sei riuscita a esprimere di te quella notte, e a distanza di anni ancora racchiude tutto intero il senso del tuo scrivere qui oggi, in questo spazio virtuale, gelido caminetto delle emozioni che ti porti dentro.

La ferita dieci anni fa ti aveva già segnato, amplificando la tua forzata distanza, il tuo metterti al riparo da un mondo che insieme ti attrae e ti terrorizza, inchiodandoti a un comportamento che ti fa sentire idiota. Un'aliena, ingiustamente algida e distaccata, mentre un vulcano continua a eruttarti dentro. "Solo per pochi", fra i quali ci siete anche voi, che passate di qui, donandomi un po' del vostro tempo e delle vostre emozioni.

Succede lo stesso anche con gli amici più stretti. Quei silenzi improvvisi, carichi di paura di risultare pesante, eccessiva, in un Dolore tanto grande che temi possa allontanare chi ti è vicino. Quel tacere che non è sfiducia, né distanza, ma terrore che il Male che hai dentro possa saturare la stanza.

Allora chiedi solo un segnale, uno soltanto, che dentro di te possa rimuovere il blocco, per essere te stessa, per abbassare la guardia, lasciar baluginare la fiamma e diradare finalmente la nebbia.

In silenzio preghi che l'Amore di tutti e il tuo Amore per gli altri possa attraversarti tutta intera, come quest'acqua che lasci scendere copiosa, in uno scroscio bollente da cui non riesci a staccarti, fino al punto da rannicchiarti come un bozzolo bianco che attende con fiducia di rinascere alla Vita.

Sai che l'acqua è un bene prezioso, come l'amore, e non vuoi sprecarla. Ma il calore ti scuote dentro fino a farti tremare. Ti riporta indietro, lì, dove è cominciato tutto.

L'Amore Infinito si fa condensa, e il silenzio si fa casa per i tuoi singhiozzi.

Stai piangendo, ma di paura e gratitudine.

Che il mio amore possa raggiungervi, ad ogni latitudine!


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: Wish You Were Here - Pink Floyd

29.10.09

Eterna Presenza




Ti arrovelli per giorni, mesi, settimane.
Finché l'etere, in un sol colpo, ti sussurra lievemente la risposta che aspettavi.
Quell'unica carezza capace di acquietarti, e ricordarti che vai bene, così come sei.
Anche se non ci credi.

ETERNA PRESENCIA
Pedro Salinas

No importa que no te tenga,
no importa que no te vea.
Antes te abrazaba, antes te miraba,
te buscaba toda, te quería entera.
Hoy ya no les pido,ni a manos ni a ojos,
las últimas pruebas.
Estar a mi lado te pedía antes;
sí, junto a mí, sí, sí, pero allí fuera.
Y me contentaba sentir que tus manos,
me daban tus manos,sentir que a mis ojos
les debas presencia.
Lo que ahora te pido es más, mucho más,
que beso o mirada: es que estés más cerca
de mí mismo, dentro.
Como el viento está invisible, dando
su vida a la vela.
Como está la luz quieta, fija, inmóvil,
sirviendo de centro que nunca vacila
al trémulo cuerpo de llama que tiembla.
Como está la estrella, presente y segura,
sin voz y sin tacto, en el pecho abierto,
sereno, del lago.
Lo que yo te pido es sólo que seas
alma de mi ánima, sangre de mi sangre
dentro de las venas.
Es que estés en mí como el corazón
mío que jamás veré, tocaré,
y cuyos latidos no se cansan nunca
de darme mi vida hasta que me muera.
Como el esqueleto, el secreto hondo
de mi ser, que sólo me verá la tierra,
pero que en el mundo es el que se encarga
de llevar mi peso de carne y de sueño,
de gozo y de pena misteriosamente
sin que haya unos ojos que jamás le vean.
Lo que yo te pido es que la corpórea
pasajera ausencia no nos sea olvido,
ni fuga, ni falta: sino que me sea
posesión total del alma lejana,
eterna presencia.

ETERNA PRESENZA
Pedro Salinas

Non importa che non ti abbia,
non importa che non ti veda.
Prima ti abbracciavo, prima ti guardavo,
ti cercavo tutta, ti desideravo intera.
Oggi non chiedo più
né alle mani, né agli occhi, le ultime prove.
Di starmi accanto ti chiedevo prima,
sì, vicino a me, sì, sì, però lì fuori.
E mi accontentavo di sentire che le tue mani
mi davano le tue mani,
che ai miei occhi assicuravano presenza.
Quello che ti chiedo adesso è di più, molto di più,
che bacio o sguardo:
è che tu stia più vicina a me, dentro.
Come il vento è invisibile,
pur dando la sua vita alla candela.
Come la luce è quieta, fissa, immobile,
fungendo da centro che non vacilla mai
al tremulo corpo di fiamma che trema.
Come è la stella, presente e sicura,
senza voce e senza tatto,
nel cuore aperto, sereno, del lago.
Quello che ti chiedo è solo che tu sia
anima della mia anima,
sangue del mio sangue dentro le vene.
Che tu stia in me come il cuore mio
che mai vedrò, toccherò
e i cui battiti non si stancano mai
di darmi la mia vita fino a quando morirò.
Come lo scheletro, il segreto profondo del mio essere,
che solo mi vedrà la terra, però che in vita
è quello che si incarica di sostenere il mio peso,
di carne e di sogno, di gioia e di dolore misteriosamente
senza che ci siano occhi che mai lo vedano.
Quello che ti chiedo è che la corporea passeggera assenza,
non sia per noi dimenticanza, né fuga, né mancanza:
ma che sia per me possessione totale
dell'anima lontana, eterna presenza.

Grazie, MarGus!

Soundtrack: B-Minor - Lanterna

(Un)Nature Girl




Lost myself in the game of giving and taking,
I wonder why we just can't restart talking.


Silenzio, forse, è l'unica risposta
sangue sul cerotto di un autolesionista

Identità?

una molecola impazzita o solo una svista
una traccia audio abbandonata su una pista

Diraderò questa nebbia, giuro che lo faccio,
inchiostro nero seppia, così sono uno straccio.
Non voglio avere fretta, né perdere chi aspetta.
Mille e un milione di volte mi sono maledetta,
in questo corpo, io, mi sento stretta.

È stato bello andare a fondo
e vivermi, nel profondo.
Ma ora, dov'è il mondo?

Si scuce una ferita
mentre fuori c'è la vita!
Volevi mostrare il nòcciolo
ma sei rimasta un bozzolo.

Mi libererò,
con queste mani.
Forse, lo farò.
Domani.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM

Soundtrack: Nature Boy - Nat King Cole

28.10.09

Oltre La Cruna





parole da un Altrove
pezzi che l'Anima mia piove

Tutto insegue Vuoto
nell'ei fu siccome immoto

la lingua mi percorre dall'interno
un'autostrada per l'inferno

diavolo di un Sole
consumo ancora vecchie suole

làvati i capelli,
forza, rendili più belli

cerco ancora una risposta
ma la vita quanto costa?

trovo te, ma lui ti sposta

gravida mente
che prima parla e poi si pente,
devo uccidere il serpente
o lasciarlo andare come niente?

taci, sciocca Luna
smetti di lanciarmi questa runa
non c'è niente oltre la duna

Il cammello si fa beffe della cruna.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: Witch's Rune - S.J.Tucker

27.10.09

Tenerezza





contorcendomi con destrezza
mi aggrappo alla tua dolcezza
difenderò la tua purezza
reprimendo questa carezza
da lontano ti sfiorerò, come brezza
e ti sussurrerò che sei all'altezza
come chi non si piega, piuttosto si spezza

Tenerezza.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: Serenade Of The Doll - Debussy played by Horowitz

26.10.09

Back From Outer Space




Eccoti qui, di fronte a una nuova serie di numeri. Enigmi.
30-31-32-33-34-35. E poi il muro. Qui non si passa.
E chi l'ha detto? Io, se voglio, vado oltre e come.
Il mio pensiero è capace di questo e altro.
Altro? Hai detto Altro?
Esattamente.
Adoro quei piccoli dettagli di me che mi fanno trasalire. Stento quasi a riconoscermi, a volte. Come adesso. Una fila di sedili vuoti, una porta di plastica biancastra che riflette parte di un trolley e la punta di uno stivale. Elegante. Il mio.
Non ci credi? Allora sporgiti in avanti, fallo, se ne hai il coraggio.
Sei proprio tu.


Gli sconosciuti che occupavano i sedili vicini ai tuoi, la coppia di giovani tedeschi che leggevano in silenzio, scambiandosi di tanto in tanto qualche risata complice, è andata via. Probabilmente stanno già imbarcandosi per far rientro a casa.
Davanti a te hai ancora un paio d'ore. Pensaci. Potresti imbarcarti su un volo qualunque, destinazione: Vita Nuova. Un'altra identità, nuovi mondi da esplorare. Mettiti alla prova, vediamo che sai fare.

Cominci a ragionare un po' troppo come Pirandello ultimamente. Peccato che tu non sia Mattia Pascal, anche se il suo nome di battesimo, se fossi maschio, ti calzerebbe a pennello.
Sai già che, come al solito, righerai dritto. Ripercorrerai il cammino esattamente all'inverso e tornerai al tuo posto senza fare storie. Ma non riesci a smettere di pensare che qualcosa dentro di te sta cominciando a cambiare.

Dio, se solo potessi danzare nella vita come danzo nella mia testa! Sorriderei come se non avessi alcuna paura, stringerei altre mani come se non avessi mai fatto altro nella vita, donerei abbracci e ne riceverei altrettanti. Manderei affanculo una volta per tutte quella maledetta voce interiore che continua a ripetermi: "Non ti fidare, non ti fidare! Prima o poi ti tradiranno!".
Se c'è qualcuno che può tradirmi, affondarmi, tarparmi le ali, quella sono soltanto io.

Riesci a vedermi annaspare?
Sono io,
la sirena con la coda di piombo.
Come palla di cannone,
inesplosa incombo.


***

Distruggere la superficie specchiata,
fracassarla senza indugio,
ferirsi con le schegge
fino a ricavarne un pertugio.
Troveresti l'acqua agognata,
ma perderesti il tuo rifugio.
Che tu sia dannata,
acqua avvelenata!
Insegui come un segugio
una verità blindata.


***

Se donassi me stessa,
perderei l'essenza!
Timida leonessa,
continui a scegliere l'assenza.
Un dolore rinunciare
alla vita che si sdoppia.
L'Amore da preservare,
la sicurezza di una coppia.
La luce oltre la siepe,
l'Amicizia di cui hai sete,
la fame di Famiglia:
quanti riflessi ci sono
in una biglia?


***

In Volo

Sorvolo increspature di me
che a volte mal sopporto,
recupero sinfonie ancestrali
che vorrei farti ascoltare
senza più il timore
che rifuggirai l'ascolto
,
come soffi di maestrali
che provengono dal mare.

Sfodererò il mio sorriso migliore,
quello che sa nascermi dal cuore.
Finalmente pronuncerò il mio nome,
perché è quello che in questa vita
altri scelsero per me.
Non so spiegarti come,
ma il mio corpo in alta quota
ha rigettato da eremita
il mio comportamento idiota.

Niente dovrà mai cambiare!
Avrai solo due occhi in più
in cui poterti specchiare.


***

Una gabbia
e tutta l'inutile rabbia
per un dolore
che ottuso
continua a oscurare
il tuo lato migliore.

Procedi ugualmente,
il freno a mano tirato,
occultando una ferita
che non hai mai dimenticato.
Devi liberarti, finalmente,
e partorire il dèmone
che ti vive nella mente.

Fallo rotolare,
dalle tue viscere fino al mare
e lì lascialo agonizzare
fino a che non sentirai la forza
per poterti rialzare.
Il Sole ti attende,
col suo riflesso abbagliante.
Ti sorprenderà un chiarore accecante
e una visione nuova, totalmente straniante.

A te, splendore dorato
urlerò a pieno fiato:

"Grazie a te, ora sono rinato!".


***

lo splendore olistico
un rapimento mistico
un universo quantico
l'oceano atlantico
virtù e debolezze
i tuoi schiaffi
e le mie carezze
l'ossessione
l'illuminazione
buio e luce
il mio sguardo truce
insicurezza allo specchio
la trave nell'occhio
ali di fata
una palla infuocata
elfi e stregoni
gnomi e dragoni
danze celtiche
particelle identiche
Tutto,
che fa l'amore con Vuoto,
l'Energia che si sprigiona
sarà il mio fiore di loto.

E tu,
che resti immobile,
nonostante il moto.



YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: Frozen Twilight - God Is An Astronaut

23.10.09

Evito La Forma?





Sollevarsi in volo. Guardare se stessi dall'alto. Il mare è così piatto, visto da qui.
Ti ho fatto del male, sono stata cattiva. Ma tu sei molto meglio di me.
Fisso gli occhi nel sole, piegando la testa all'indietro per incastrarla in questo piccolo oblò di plastica opaca.
Nuvole soffici, banali avviluppamenti di pensieri che lievitano nell'atmosfera sospesa di un giorno che spezza la monotonia. Sto andando via. Mi muovo ma sembra che sia ferma.
I pensieri pesano, uno strano fischio mi sfonda un timpano, è la pressione.
Sospesa, a cavallo tra due mondi, tra due me, mi chiedo: che succederebbe se precipitassi, se tutto finisse, se non tornassi?
La vita scorre e io continuo a guardarla.
Prendo atto, mi faccio atto. Ma, in fondo, resto solo pens-Ieri.
Perché se non ti muovi, l'oggi è già ieri.
Prego il Sole di non lasciarlo andare. Non voglio perderlo. E voglio riuscire ad essere una persona migliore.
Evito la forma, ma in fondo voglio averne una anch'io, e che sia solamente mia. Adatta a tutto quello che ho dentro e che ancora fatica ad uscire.

Tu che mi conosci, non sempre mi ri-conosci nelle mie parole.
Tu che non mi conosci e che di me solo conosci parole, potresti mai ri-conoscermi nelle mie azioni?

Azioni. Parole. Opere. Omissioni.
Missioni.

Avere una missione nella propria vita. O avere solamente missive.
Something's missing. And that's not me.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: Evito La Forma - Otto Ohm

21.10.09

Lo Schiaccianoci




Ritrovo per caso questo splendore, che avevo completamente rimosso. Come ho potuto dimenticarmene?
Era dicembre di tanti anni fa. I miei mi avevano iscritto a una scuola di danza del mio quartiere. Tre anni di propedeutica, seguiti da tre anni di classica. Ma non avevo né il fisico né la passione adatti. Sedere a mandolino e gambe poco ruotate. Ed ero troppo alta. L'unica cosa che ancora conservo della ballerina è un bellissimo collo del piede, a detta delle insegnanti di allora. Non ho mai indossato il tutù, solo un orrendo body acetato, le calze collant rosa e le scarpette. I primi anni quelle basse, poi si passò a quelle con la punta.

Guardate la leggerezza, l'eleganza, lo splendore dei movimenti dei ballerini professionisti. Ammirate il loro volteggiare! Godetene e meravigliatevene, perché dietro a quel prodigio di equilibrio e slancio verso l'alto così simili al volo, fatti di baricentro e lotta contro la forza di gravità, ci sono muscoli gonfi e doloranti e piedi rovinati da anni di vesciche sanguinanti.

Ricordo ancora le prime volte che sollevai il mio corpo sulle punte di gesso. Ricordo le lacrime, le labbra morse per resistere e la liberazione, la sera, nello sbarazzarmi di quelle stupide scarpette, così belle, ma tanto dolorose! Erano per me una vera tortura. E il tutto era aggravato dalla consapevolezza che mai avrei volteggiato come tutte le altre. Mi esercitavo con loro e soffrivo, mentre l'insegnante di turno mi riprendeva costantemente:

Pancia in dentro! Culo in dentro! Ruota quelle gambe. E sorridi!
La gente non deve mai accorgersi di niente. E se sbagli, va' sempre avanti, non ti fermare. Non c'è niente di peggio che fermarsi a metà, senza sapere da che parte andare.


Un giorno di dicembre la scuola organizzò una gita a teatro, per vedere Lo Schiaccianoci. Non stavo nella pelle. Ve l'immaginate me, una provincialotta di periferia, al Teatro Dell'Opera? I miei non sono e non sono mai stati frequentatori di teatri e non avevo nemmeno l'abbigliamento adatto. Fortunatamente ero poco più che una bambina, perciò nessuno ci avrebbe badato troppo. Ricordo anche che il giorno prima mi ammalai e fino all'ultimo rischiai di non poter andare. Poi, non so come, il destino volle che potessi assistere al balletto.

Ora non ricordo più molto di quel pomeriggio, se non che oggi, rivedendo per puro caso questo video e riascoltando questa musica celestiale, qualcosa si è risvegliato dentro di me.
I pomeriggi interi passati dentro a quelle aule che odoravano di resina, con quegli specchi enormi sempre a ricordarmi quanto non fossi all'altezza, l'enorme orologio a muro che scandiva le ore di lezione, le sere passate sui libri di scuola sbocconcellando un panino per recuperare i compiti rimasti in sospeso, i saggi all'antico teatro romano d'estate, in cui partecipai solamente a una delle due coreografie previste perché i costi dei costumi erano troppo esosi, tutto mi è di colpo tornato alla mente. La Musica, la più potente delle Madeleines...

Sono sempre la stessa goffa, pigra ragazzina con gli occhiali che faticava a star dietro alle compagne, eppure qualcosa è rimasto di quegli anni. La disciplina che mi servirebbe ancora oggi, il senso del sacrificio e la necessità del sorriso nonostante tutto. Mai lamentarsi, mai piangersi addosso, sempre a testa alta. E se proprio devi versare qualche lacrima, fallo dietro le quinte, dove nessuno possa vederti.

Non dimenticherò mai che dietro la più leggiadra delle piroette si nascondono piaghe e vesciche. E che non c'è niente che io non possa fare se ci credo davvero e concentro tutta me stessa per raggiungere l'obiettivo. A stamparmelo bene in mente ci pensa, nei miei ricordi appena riaffiorati, la piccola ed esile M. che era tanto più svantaggiata di me nel danzare, per costituzione e attitudini. La sua passione e il suo impegno erano così grandi che riuscì con umiltà e forza di volontà ammirevoli a fare passi da gigante, nonostante i suoi limiti.

Questo, e solo questo mi ha lasciato la danza, che sa essere davvero spietata con chi non rientra nei canoni richiesti.
E cioè l'intima mia convinzione, frutto di un empito di orgoglio di fronte all'ennesima sconfitta, che potrò anche avere enormi zavorre attaccate ai piedi, potrò anche essere nata con una qualche menomazione più o meno metaforica, e anche se non diventerò mai una prima ballerina né parte di un corpo di ballo, anche io riuscirò a danzare prima o poi.

Lo farò a modo mio. Tenendo conto dei miei limiti e delle mie potenzialità.
Devo soltanto volerlo davvero. Ed è questa, in fondo, la parte più difficile.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: Waltz of the Snowflakes - Pyotr Ilyich Tchaikovsky

20.10.09

Mar Rosso





...dalle sponde di un lago di sangue,
giungesti qui, a pochi passi dal mare,
dove immobile e ignota langue
una targa di bianco marmo
a ricordare un poeta in disarmo
dal nome impronunciabile e alieno.

Passato presente futuro.
Tremante ti addentri nel cunicolo oscuro.

Davanti a te una cartina,
segni due croci con una puntina.
Da un lato intravedi il passato,
poco oltre lampeggia il presente.
Ma ecco che spunta da sé un'altra croce.
L'emozione ti strozza la voce.

Svelto! Traccia tre linee e unisci i puntini,
come in quel gioco che ci affascinava da bambini.
Ecco, lo vedo. È un triangolo perfetto!
Maestoso si staglia senza segreti,
sarà il più prezioso dei miei amuleti.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: To Be Free - Mike Oldfield

You find yourself alone, sometimes
Without a home, no protection
You don't know which way to go
You're lost, no direction

Suddenly, out of the blue
Some kind of magic comes to you
You don't know how, you don't know why
But someday, gonna take off, fly

(wish, make a wish)

My wish would be...

To be free
To be wild
And to be
Just like a child
And if I get lost
I really don't mind
Cos I'm me
Doing just fine

You're out in the cold, sometimes
As far as you can see, misty
And you want to run, into the sun
The road is lost, sand shifty

Suddenly, out of the blue
Some kind of magic pushes you through
You don't know when, how or why
But someday, gonna take off and fly

And if I had a wish, my wish would be...

To be free
To be wild
And to be
Just like a child
And if I get lost
I really don't mind
Cos I'm me
Doing just fine

(chorus x3)

Just like a child
I really don't mind
Cos I'm free
Doing just fine

18.10.09

CoinciDanze





Per tutte quelle coincidenze
che invece non lo sono,
per tutte quelle volte che non ti rilassi
e ti domandi che ore sono.

Mille scene, mille volti,
mille personaggi che impersono.
Un'atmosfera sospesa, l'ironia dell'attesa,
la necessità del perdono.
Cercarsi e non trovarsi,
nell'irresistibile alchimia di un Suono.

Essere Donna.
Essere Uomo.
Non so chi sei,
ma so chi sono.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: Noctuary - Bonobo

17.10.09

Black Out?



Le parole aggrumano, faticano ad uscire. Una condensa caotica che odora di sconfitta.
Pensi, mentre agisci. Stupidi gesti che non hanno niente a che vedere con quello che hai dentro. Ma non puoi evitarli.
La odi, ma non riesci a staccarti.
Non puoi. Non ora.

Era iniziata bene. Gli affetti più preziosi capaci di sorprenderti al risveglio. Un giorno che non è più uguale a tutti gli altri.
E poi lei, che sceglie proprio quel giorno per farsi strada nei cunicoli oscuri di una famiglia mozzata.
Un albero genealogico monco, pieno di buchi e rami spezzati.
Sai che è
lui la causa di tutto. Dei dèmoni che ti braccano anche di giorno.
Ma non sai proprio come rimediare.

Forse dovresti troncare, come ha fatto lei.
Ma è una soluzione che temi. Ti conosci troppo bene per non sapere che sarebbe definitiva.
E tu non sei ancora pronta per un non ritorno.

Cerchi di rimediare a un pomeriggio nero, mescolandoti alle note nel buio che sa proteggerti abilmente tra decine di persone.
Una fusione. Il tuo corpo è uno strumento, anche se non emette alcun suono. Chiudi gli occhi, non puoi evitarlo. La Musica va vissuta. Non c'è alternativa.

E oggi? Non riesci nemmeno a guardarla in faccia, non puoi fingere che non sia successo niente. Nei tuoi occhi è tornato il rancore, la rabbia, il fastidio. Nei tuoi monosillabi tutta la frustrazione, per quei soliti ordini che non riesci a rispettare come vorrebbe.

Scusami se non sono perfetta.

Ritorni col pensiero a una magica serata, a una frase che ti è rimasta incollata dentro, e che è riuscita a farti piangere senza ritegno, nel bel mezzo di un concerto. In silenzio.

...ed entrerà la luce in questa casa...

Sai che l'unica via d'uscita è quella che la vita in questo paese continua a negarti.

Ma adesso non ditemi che devo scappare.
Non posso.
E non voglio.

E ti ringrazio,
angelo mio,
per sapere sempre
come afferrarmi
prima dello schianto,

quando nei miei occhi spenti
intravedi il pianto.



Soundtrack: Scusa - Otto Ohm

12.10.09

Radio Prisma Special Edition: Trozitos De Emoción
























Cari amici, vi presento la mia ultima creatura per Radio Pazza, frutto di un vero parto, tecnicamente parlando... Non è stato facile, con i mezzi a disposizione, conciliare una voce forte e squillante con la voce più bassa e pacata della sottoscritta. Ma la mia testardaggine e la mia voglia di concludere dignitosamente quello che avevo cominciato hanno avuto la meglio anche sul sonno. Le mie occhiaie ne sono testimoni. :) Spero ne sia valsa la pena!

Prima puntata in coppia per Dj Prisma, che vi presenta la blogger Ishtar de Il Piacere Del Creare!

Il tempo vola in fretta, tra musica e chiacchiere, emozioni e speranze, vicinanze e lontananze, che si legano alle onde sonore in una misteriosa alchimia.
La potenza delle parole e' la pozione magica di due amiche 'streghe' che cercano insieme la strada verso la luce...

Buon ascolto!

Yuki AKA Dj Prisma TBFKA Museum

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PLAYLIST:

RODRIGO Y GABRIELA – LIBERTANGO
ANTONY AND THE JOHNSONS – HOPE THERE'S SOMEONE (Lyrics - Testo)
TAZENDA feat. GIANLUCA GRIGNANI – PIOVE LUCE (Lyrics - Testo)
ANTONELLO VENDITTI – MIRAGGI (Lyrics - Testo)
EROS RAMAZZOTTI – PARLA CON ME (Lyrics - Testo)
THE KILLERS – CAN YOU READ MY MIND? (Lyrics - Testo)
ELTON JOHN – COME DOWN IN TIME (Lyrics - Testo)
MERCURY REV – THE DARK IS RISING (Lyrics - Testo)
NEFFA – LONTANO DAL TUO SOLE (Lyrics - Testo)
GIANNA NANNINI – MALEDETTO CIAO (Lyrics - Testo)
RAIZ – SCEGLI ME (Lyrics - Testo)



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Addio?




L'estate se n'è andata definitivamente oggi, nella sottile malinconia di un addio che non c'è mai stato.
La pioggia e il suo ticchettare. La città mi appare più distante, nascosta com'è da un tappeto ovattato di suoni acquatici.
Mi manchi. Tanto.
Il calore che mi hai dato, l'irragionevole impulso di camminare scalza, sola, senza più temerti.
La spinta a riavvicinarmi ai luoghi che mi hanno vista diventare adulta, concedendomi attimi di insperata spensieratezza.
Ricordi e tempo presente, uniti nello stesso spazio-tempo.

Addio, estate.
Fa che l'inverno sia clemente.
Non voglio più soffrire come un anno fa.

Addio.
Ai dèmoni che ho dentro non voglio più offrire il fianco.
Il mio cuore è stanco.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: Baby Blue - Dave Matthews Band

Confess your kiss
Still knocks me off my legs
First time I saw you
Was like a punch right through my chest
I will forever
Because you'll
Forever be
My one true broken heart
Pieces inside of me
And you forever my baby

You will rest your head
Your strength wants saving
And when you wake
You will fly away
Holding tight to the legs
Of all your angels
Goodbye my love
Into your blue blue eyes in
Your blue blue world
You're my baby blue

Confess not quite
Ready to be left
Still I know I
Did my level best
You give you give
To this I can attest
You made me
You made me
You and me forever baby

You will rest your head
Your strength wants saving
And when you wake
You will fly away
Holding tight to the legs
Of all your angels
Goodbye my love
Into your blue blue eyes
In your blue blue world
You and me forever

11.10.09

Rimando




Nell'agonia di un amplesso
vengo da te, vestita di sapore.
Rantolo pensieri scoperti,
nell'esplodere sinaptico che si fa prigione.

Non avere mai risposte,
speranze mal riposte.
Sai benissimo chi sono,
so benissimo che sai chi sono.

Mi disintegro nell'attesa del piacere,
trappola danzante di una creatura ansimante!

La Musica guida questo mio scrivere.
Voglio scioccare, incollare, inchiodare.
Voglio sentirti gridare!

Orgasmi multipli di parole,
anche noi abbiamo fatto l'amore.

Ricordo un sentiero accennato,
la paura e il timore di averlo solo sognato.

Scoperchio il cuore per lasciarti guardare,
ma solo per stanotte, poi mi lascerai andare.

Sarò per te dèmone, angelo e Musa,
ma ti prego, non lasciare quella porta chiusa!
Rotolando in me, ritorno a far danno.
Credi di avermi, ma sono solo un inganno.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: The Pot - Tool

9.10.09

Hometown Blues




Io... non la voglio. Per favore, smettila!
Non riesco... Non riesco più a spegnerla...
Ti prego, lasciami in pace...
Voci, ancora voci. Mi parlano dentro, e io non voglio più ascoltarle.
Perché a me? Perché io?
Non riesco più a ricordare quando è cominciata...
Sulle prime ne ero felice, potevo guardare al di là. Di me, di te, di questo nostro tempo presente.
Ma ora... Ora è troppo. Persino per me.
Mi scorrono nella testa, non mi danno tregua...
Io... voglio tornare indietro. A prima... Quando tutto era normale e non avevo l'impellenza di evacuare ogni istante, in ogni momento di insano e inutile tormento.
A che pro continuare? Ti supplico, lasciami andare.

Le luci del lunapark.
Ipnotiche convulsioni.
Una stazione semideserta, i graffiti, le luci dei lampioni.
La vecchia giacca jeans di tuo padre. Direttamente dagli anni '70.
Non riesci a credere che allora fosse così magro.
Una spilla del RomaDocFest. Quella con il nasone.
La indossi ancora con fierezza.

Cristo, sono passati così tanti anni!
Erik Gandini e la sua intraprendente passione, il suo cogliere sempre in fallo l'interlocutore, spacciando l'insidia giornalistica per ingenuità.
C'era anche quel tale, come si chiamava? Alberto Grifi.
Ricordi un timido approccio ammirato. Che tipo stravagante. Il suo giocare con la cinepresa, la macchina per lavare i nastri, i suoi capelli arruffati.

Incroci le gambe, ti sistemi nell'attesa, sfogli ancora quel libro, sulla Sincronicità. Cerchi in lui le risposte sul "Che cazzo faccio qui, in questa epoca, in questo momento, con queste fattezze, con questo cervello, con questi tarli nel cervello...".
Ti affascina, questo danzare di particelle. Persino tu in questo momento stai danzando, anche se non te ne accorgi. Sei un ammasso caotico di particelle danzanti.
La radio aiuta. Dizzie Gillespie, Miles Davis... La potenza del jazz.
Buchi neri di te spazzati via in un attimo dal soffio di uno swing, che immagini trascinarti a danzare scalza, libera e selvaggia nel convoglio di questo treno sgarrupato chiamato Periferia.

Finalmente arriva, e tu non lo senti. Ti scosta i capelli, se lo immaginava.
Sempre quegli auricolari, per salvarti dal mondo. Per salvarti da te stessa.

Sarà. Ma la testa continua a pulsare. E a farmi male.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: Everything In It's Right Place - Radiohead

8.10.09

Reci(Diva)





- Questa è l'ultima volta. Poi giuro che smetto.
- Aha. A chi vuoi darla a bere?
- Quando si entra nella vita di una persona, bisognerebbe usare la parola giusta. Chiamare le cose con il proprio nome.
- Ah sì? Senti chi parla. La regina del velo di Maya, la Penelope di una criptica tela di pensieri intrecciati!
- Ma io volevo solo scrivere!
- Già, peccato che non sei una scrittrice e che la gente ti prenda in parola. Loro interpretano alla lettera, come se scrivessi un diario. È il lato negativo del mezzo con cui ti esprimi.
- Si chiede mai a un pittore perché abbia scelto proprio quel colore, o allo scultore la ragione della forma che ha scelto di imprimere nella pietra?
- A loro non è concesso scegliere. Sono artisti, ed è l'arte a scegliere per loro.
- Ecco. È proprio questo il punto. Dovevo immaginarlo.
- Rassegnati. Datti pace. E smetti di frignare.
- Lo so, sono terribilmente infantile. E me ne vergogno.
- Lo vedo! Continui a scriverne...
- Ok, ok. Ora smetto. Forse dovrei buttare via il computer.
- Se pensi che servirebbe...

Ops. Un altro déja-vu. Dev'essere un vizio.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: Lilac Wine - Jeff Buckley

Ama(zzone)




Perché in fondo ci speri sempre,
che niente sia cambiato...


Cavalco l'inquietudine, amazzone inesperta.
Strani odori, un pulsare misterioso del cranio.
Sto guardando troppe puntate di E.R. Quelle vecchie. Che io, ai tempi d'oro, chissà dove vivevo.
Ah già.
Il mare era in burrasca. E la televisione era spenta.

Rabbia dentro. Fantasmi del passato. Solo miei.
Ti guardo dormire e mi si scioglie il cuore.
Vorrei un grammo della tua placida serenità. Della tua calma.
E quando sono così, vorrei sparire lontano, per non contagiarti.
Tu che riesci così bene a rimanere in piedi, nonostante tutto, mentre a me basta un soffio per non farlo.

Cos'ho nella testa? Non sarà certo una risonanza a dirlo.

Maledirei queste mani, che insieme mi uccidono e mi restituiscono la vita.
Da una parte lo specchio di vetro, dall'altra una penna. O una tastiera.
Ma forse scriverei anche col sangue, se mi mancassero le prime.

Stanca di me, vorrei tanto mandarmi in ferie. Va', vivi. E respira.

Eppure solo ieri mi sentivo bene. Che cosa è cambiato?
Sento già le sirene suonare: venite, Jenny è pazza!
E lo so che non dovrei scriverle certe cose, che non sta bene.
(Poi dice perché uno non ci mette la faccia...)
Ma che importa?
Non c'è cura per l'incoscienza delle parole.
Anche se io c'ho provato a dirtelo. Giusto oggi.
Ma non voglio e non posso forzare il blocco. Non ne ho alcun diritto.

Chiudere tutto. Farla finita con le dipendenze. Smettere di aspettare.

A-Sincrono. Fuori Tempo Massimo.
Lasciò un regalo. Non passasti a prenderlo.
Odia vederli scartare in ritardo.

Io so qual è il problema. Che mi abituo a cose che poi cessano di ripetersi, nella stessa forma e con la stessa frequenza. E questo non va bene.
Se poi vengono a mancare il Vuoto è troppo grande.
Ora finalmente capisco chi invoca la Stabilità.
So che non l'avrò mai, ma lo capisco.
Ora capisco.

Apro la scatola magica in cerca di Musica.
Youtube mi serve il pezzo adatto su un piatto d'argento.
Extreme Ways di Moby.
Ci rifletto un po', il titolo mi pare di averlo già sentito.
Dannata memoria che fa sempre cilecca!
Una veloce ricerchina e scopro che non mi sbagliavo. Eccolo. Un déja-vu!

Mi rileggo, a quasi un anno di distanza. Quante cose ancora non sapevo. Quante non capivo.
E quante tessere si rimescolano adesso nel calderone emozionale.

Tutto scorre e muta, ma in fondo la sostanza resta sempre la stessa.
Di vizi e virtù sono piene le tasche.
Di Bene e Male sono lastricate le strade.

E io? Che intenzioni ho per il futuro?

Raggiunta l'Eccellenza non si può che scendere.
E se invece ci si ferma nel mezzo?


...ed è inutile che aspetti,
tanto non verrà.

Forse si chiama Godot.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: Extreme Ways - Moby

7.10.09

Crazy Horse




Inconcludente.
Sai quelle giornate perse. Dietro pensieri aquiloni. Comportamenti coglioni.
Lavoro che s'accumula, s'ingrossa, e esplode in una bolla rossa.
Senso di Colpa richiama all'ordine. Ma io vivo nel Caos.
Non solo metaforicamente.

Coraggio. Forza. E Coraggio.

Altalena, io ti odio.

Se fossi una scrittrice, e sottolineo se, e all'improvviso perdessi me,
non avrei perduto il mondo intero, ma solo me.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: Valvonauta - Verdena

Mi affogherei
e anche se non mi viene
io senza lei
e anche se non c'è miele
mi viene dolce
e penso sempre lo stesso
mi affogherei

Io senza lei
riesco appena a sentire
che non ci sei
e riesco appena a stupirmi
va tutto bene
e penso sempre lo stesso
mi affogherei...eei
Sto bene se non torni mai
Sto bene se non torni mai
Sto bene se non torni mai... mai
Mi affogherei
e anche se non conviene
io senza lei
e anche se non c'è miele
mi viene dolce
e penso sempre lo stesso
mi affogherei...
Sto bene se non torni mai
Sto bene se non torni mai
Sto bene se non torni mai...mai


Incubatrice






06/10/2009

Continuo a emozionarmi, l'Amore mi sboccia dentro, ogni giorno di più.
Il Cosmo è un richiamo affascinante.
Se solo sapessi che sono riuscita, nel mio piccolo, a contagiare chi mi orbita accanto trasferendo parte dell'energia che mi scorre tra le mani, nei pensieri, nella testa, allora benedirei tutto il Dolore che ho provato, la Paura, il Terrore e quel maledetto Buco Nero chiamato perdita dell'innocenza, della serenità, della speranza.

Una forza più grande guida la mia mano. È l'Assoluto, che tento malamente di "imbrigliare" in poche parole inadatte, che mi aiutano a rimanere a galla in questo oceano senza tempo che mi vive dentro.

Un anno fa ero colma di rabbia, nevrosi e frustrazione. Sentivo che ero a un passo dall'implosione, nervi a fior di pelle, il peggior esempio di somatizzazione.
Cosa mi sta succedendo?

Nel mio respiro sento il tuo. E il tuo. E anche il tuo. E tutti insieme si fanno vento e spazzano via la Solitudine dell'Anima, ma solo quando soffiano nello stesso momento.
Maledico la forza di gravità e questo corpo mortale, e li amo in silenzio.
Se fossi particella ruoterei all'Infinito e mi scontrerei con tutte voi, fino a scatenare un moto d'anime, a innescare la bomba atomica del pensiero, l'eruzione di una rivoluzione interiore, il Big Bang della resurrezione di un'umanità martoriata.
Non smetterei mai. E anche se combatto ogni giorno con le necessità terrene, con lo specchio e le mie mani violente, quale tragica punizione!, tu vivi in me e io vivo in te, e insieme faremo grandi cose.

Nei secoli dei secoli.
Noi, siamo.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: Senses Working Overtime - XTC

Hey, hey,
The clouds are whey.
Theres straw for the donkeys,
And the innocents can all sleep safely,
All sleep safely.

My, my,
Sun is pie.
Theres fodder for the cannons,
And the guilty ones can all sleep safely,
All sleep safely.

And all the world is football-shaped
Its just for me to kick in space
And I can see, hear, smell, touch, taste
And Ive got one, two, three, four, five
Senses working overtime
Trying to take this all in.
Ive got one, two, three, four, five
Senses working overtime
Trying to taste the difference
tween a lemon and a lime
Pain and the pleasure
And the church bells softly chime.

Hey hey,
Night fights day.
Theres food for the thinkers,
And the innocents can all live slowly,
All live slowly.
My, my,
The sky will cry
Jewels for the thirsty,
And the guilty ones can all die slowly ,
All die slowly.

And all the world is biscuit-shaped,
Its just for me to feed my face,
And I can see, hear, smell, touch, taste,
And Ive got one, two, three, four, five,
Senses working overtime
Trying to take this all in.
Ive got one, two, three, four, five,
Senses working overtime
Trying to taste the difference,
tween a lemon and a lime,
Pain and the pleasure,
And the church bells softly chime,

And birds might fall from black skies,
And bullies might give you black eyes,
But to me its very, very beautiful
(englands glory!)
Beautiful
(a striking beauty!)

And all the world is football-shaped,
Its just for me to kick in space,
And I can see, hear, smell, touch, taste,
And Ive got one, two, three, four, five,
Senses working overtime
Trying to take this all in
Ive got one, two, three, four, five
Senses working overtime
Trying to tell the difference
tween the goods and grime
Turds and treasure
And theres one, two, three, four, five
Senses working overtime
Trying to take this all in
Ive got one, two, three, four, five
Senses working overtime
Trying to taste the difference
tween a lemon and a lime
Pain and the pleasure,
And the church bells softly chime.

5.10.09

Crepuscolaria - Non C'è Solo Report...




Non sarei dovuta venire, oggi. Non avrei voluto vederti così.
Stuprata, come questo nostro belpaese infame.
Non c'è rimasto più niente. Solo rottami e spazzatura. E qualche turista contento, di una terra che non è la sua. Basta che c'è il sole, a scaldare le sue carni bianche. Il resto non conta.

Un peso più grande di me mi ha sopraffatta in questa mistica passeggiata dal sapore vagamente apocalittico.
Una ragazza sola con il suo cane, il solito corridore che tenta lo smaltimento dell'adipe, qualche truzzo tartaruga-munito e madri con bambini al seguito.
Intorno gli stabilimenti hanno già iniziato lo smantellamento delle attrezzature che nei mesi precedenti hanno sollazzato i bagnanti che non devono chiedere mai.
Non c'era nemmeno più la vecchia megera che, scambiandomi per una turista, tentava sempre di intralciare il mio libero accesso al mare dal suo stabilimento, con il suo rozzo e sgraziato: Ticket, please! Mavedidannàffan...

Era più di una settimana che non venivo a trovarti, piccolo spicchio di Mediterraneo che non sei altro. E guarda che schifo hanno lasciato! Tanto a loro cosa importa, alla maledetta lobby del cemento armato a pochi metri dal mare? Un affitto irrisorio in cambio di oltre quattro mesi di libero sfruttamento di un bene che è e avrebbe dovuto restare pubblico.
E quando hanno spremuto per bene se ne vanno, come sempre, innalzando orrende barriere in amianto, reti metalliche e palizzate.
Per tutto il resto dell'anno nessuno verrà a rimuovere l'immondizia, non ci sarà nessuno a curarti, mia povera spiaggia martoriata. E chi s'è visto s'è visto.
Quasi quasi ti chiamo Italia. Di questi tempi il parallelo mi sembra più che azzeccato.

La radio mi vomita nelle orecchie un articolo di Presta e Dose, che satiricamente mi ricorda una volta di più che stiamo sprofondando al di sotto del baratro in cui già navighiamo allegramente da anni. Scuole pubbliche senza carta igienica, cancellini, gessetti e un pezzo di soffitto che cade e ferisce una studentessa a Napoli. Genitori che mettono mano al portafoglio e si autotassano per pagare l'insegnante di educazione fisica. Sembra passato un secolo da quando frequentavo io le elementari, altro che vent'anni!

Ricordo con tenerezza, frammista a rabbia e frustrazione, il mio misero tentativo blogghereccio di qualche anno fa di scuotere le coscienze, di inneggiare alla resistenza, alla ribellione, al cambiamento. Uniti. Come i Francesi. Quelli sì che hanno i coglioni. Noi siamo soltanto dei pecoroni.
Poi, però, ripenso al '77, ai carri armati nelle università, agli studenti uccisi dal presunto "fuoco amico", alle stragi di stato, ai sanpietrini nelle tasche, ai celerini, al coprifuoco. Fratelli contro fratelli, lobotomizzati dalle ideologie, strumentalizzati e messi gli uni contro gli altri dai poteri occulti. E poi i processi per direttissima, le brigate rosse, le brigate nere, i sequestri, l'eroina.
E lui, il grande burattinaio. Che si sfrega tutt'ora le mani, sfoderando le sue perle di saggezza con voce melliflua e sibillina. Baciamolemàni. Ma ficcatevele al culo, quelle mani di merda!

Guardo le mie, di mani, e penso a quanto vorrebbero dire, e fare.
Mi vòlto, e c'è di mezzo il mare.
Che in questo preciso momento ci divide, anche se è lo stesso di sempre. E mi chiedo, come si fa a cambiare?

Una carica di energia mi sale da dentro e mi stimola a camminare più velocemente, il passo più deciso. Non so come, non so quando, ma qualcosa cambierà. La parte sana di questo paese si rialzerà.

A proposito di parte sana, ci tengo a segnalarvi delle vere perle. Di Giornalismo con la G maiuscola, signori. Tanto perché si sappia che non esiste solo Report.
Vi parlo di un uomo che ho stimato dal primo momento in cui l'ho incrociato per caso sul tubo catodico. Che mi ha fatto piangere dalla commozione e venire forte l'impulso di infilargli una lettera di ringraziamento sotto la porta chiusa a chiave del suo ufficio a Via Teulada, quando, un po' di anni orsono, mi trovai a passare di lì mentre facevo ricerche per la tesi.
Lui è Riccardo Iacona. Il reportage che me lo ha fatto conoscere televisivamente, prima come Uomo e poi come Giornalista, si chiamava W Gli Sposi! e parlava di precariato, di giovani ricchi e di giovani proletari, mettendone a confronto le opposte realtà prendendo il matrimonio come spunto narrativo. Non vi nego che ho avuto le lacrime agli occhi per tutta la durata del suo magistrale racconto.
Ha poi realizzato una serie di reportage, tutti andati in onda su Rai Tre, dal titolo W L'Italia!, dedicati a temi come il caro-case, la scuola e l'immigrazione.

Ieri sera si è concluso il primo ciclo di puntate di Presa Diretta di quest'anno televisivo 2009/2010. Vorrei segnalarvi il reportage di ieri, dedicato alla Tav. Guardatelo e capirete perché non c'è più il becco di un quattrino per la scuola, per le forze dell'ordine - che hanno subito tagli tali da dover chiudere svariati distretti (altro che emergenza sicurezza!) -, né per il mantenimento e la conservazione dei beni archeologici (lasciamo stare i nuovi ritrovamenti, quelli, neanche a parlarne!), eccetera eccetera eccetera.

Vedete questi reportage, indignatevi e diffondete.

Un grande Grazie a Iacona e a tutti i giornalisti freelance che hanno lavorato con lui.

Non siete soli.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM





Soundtrack: Down By The Sea - Morcheeba


Se Fossi Un Uomo...




Certe volte essere donna è per me una limitazione.
Già. Avete capito bene.
No, non sto parlando della parità dei sessi e cose del genere.
È che invidio, non il pene, ma l'amicizia cameratesca tipica dei maschi.

Sia chiaro. Dell'amicizia femminile amo la complicità, la profondità e la sensibilità degli scambi, quando sono sinceri.
Ma io nasco maschiaccio e non è un caso che da piccola amassi fare la lotta.
Prima con mio padre, poi all'asilo dove, lo scrivevo tempo fa, ero il terrore dei maschietti.
E come dimenticare i rotolamenti sul pavimento e gli accapigliamenti con mio cugino, il mio omonimo, le rare volte che facevamo visita alla sua famiglia?

Poi, cos'è successo?
L'adolescenza, gli ormoni e compagnia cantando mi hanno cambiato.
Sono diventata più chiusa. Meno espansiva. Più trattenuta.
Amici maschi non ne ho mai avuti. Legami superficiali sì. Ma mai amici veri, per come intendo io l'Amicizia.

È che tra uomini e donne le cose possono essere complicate. Davvero complicate.
E allora, a volte, mi piacerebbe davvero essere un maschio, solo per poter cogliere le sfumature dell'amicizia tra uomini.
Così come, e anche questo l'ho già detto tempo fa, mi piacerebbe da morire poter avere un fratello o una sorella per capire cosa si prova.

Un legame di sangue non sempre è sinonimo di Amore, questo è vero.
E spesso persone conosciute per caso possono arrivare a darti persino più di una famiglia.
Ma nonostante questo non posso non pensarci.
In fondo, ciascuno di noi sentirà sempre la mancanza delle esperienze di cui la vita lo ha privato, e viverle non sarà mai come starle solo a guardare.


Soundtrack: It's A Man's World - Seal

4.10.09

LA-VO-RA-RE!





- Taci, una buona volta!
- Ma io... ho ancora tante cose da dire.
- Non importa a nessuno, quello che hai da dire. Pensa a lavorare.
- Scrivere!
- LA-VO-RA-RE! Non scrivere. Lo capisci l'italiano?
- Non ci riesco, è più forte di me. Ogni volta il flusso di pensieri ricomincia e mi distrae.
- Disciplina ti ci vuole, altro che!
- Giuro che c'ho provato, ma niente.
- Questa tua anarchia non mi piace. Non sei produttivo.
- Ma se sono un fiume in piena?
- Appunto. Qua servono rocce, non fiumi.
- Cosa dovrei fare, secondo te? Segarmi il cranio, tornare a essere solo un robottino? (Sempre ammesso che lo sia mai stato...)
- Concentrati, datti da fare. E smetti di pensare.
- Non ce la farò mai. Io sono Pensiero. E non mi importa che tu mi legga o meno. Né che tu mi consideri osceno. Continuerò sempre a scrivere, perché è solo così che mi sento pieno...


Brividi.
L'altalena che sale, fino a farti sfiorare il cielo.
L'irresistibile impulso di gettare la testa all'indietro.
Passato e Futuro.
E tu, imbrigliato nel mezzo.
Fermo in un posto,
tentato dall'Universo.

Dio, come mi sento perso!


Sountrack: Toop Toop - Cassius

After all the words we sing
I got my eyes on my machine
You could just put online
So I got some piece of mine

I could keep up during night
I’m gonna search people fight
Hanging out on every
All I got is a machine

Better Days Are Gonna Come...




Spensieratezza,
bruci internamente,
con dolcezza.
Che infinita tenerezza
il ricordo di quella tua carezza.
Lieve, inaspettata. Benedetta.
Non hai mai avuto fretta.

Oggi che combattiamo contro i mulini a vento,
oggi, che sopravviviamo a stento,
io, quell'Amore, ancora lo sento.

Vorrei che i nostri sforzi non siano vani,
costruiamo giorno per giorno il nostro Domani.

È tutto qui, nelle nostre mani!


Soundtrack: Viole - Deasonika

3.10.09

Affresco






Un posto interiore da chiamare Casa.
Quel riconoscersi in un fremito d'Anima.
Un meraviglioso affresco di Parole.
Un'identità altra. Che va oltre il quotidiano.
Un'umanità che riesce ancora a sorprendermi.
Che mi fa sorridere beota,
alla faccia della marmaglia idiota!

C'è speranza per Noi, signori!
Se non son Rose, saran comunque Fiori!


Soundtrack: Painter Song - Norah Jones

2.10.09

Mystery Repeating






"[...] La sincronicità ha varie forme: in generale è nota per connettere il particolare stato d'animo di una persona con un evento simultaneo ricco di significato, e con una funzione di guida per la vita di quella persona. Ma è anche un fenomeno in grado di coinvolgere una grande collettività di individui, e in sé se ben compreso e vissuto nella sua giusta luce può essere il principale strumento trasformativo dell'umanità nel suo insieme. Studi cruciali di meccanica quantistica ci mostrano in maniera indubitabile che a certi livelli, a partire dal mondo microscopico delle particelle elementari, la realtà fenomenica che normalmente noi esperiamo sequenzialmente in forma di causa e di effetto, ha alla sua base una matrice in cui il principio di causalità cessa di esistere. Il mondo quantico nella sua intima natura mostra che il grande disegno che regola l'universo nella sua totalità è in realtà una danza infinita, in cui tutte le particelle che costituiscono la materia stessa sono tra loro sincronizzate e armonizzate in un continuum che va ben al di là del tempo e dello spazio. La matrice della nostra realtà è spirituale, mentre la nostra realtà è anche come noi possiamo e vogliamo crearla, dal momento che proprio gli eventi sincronici sembrano ricordarci che noi non siamo passivi osservatori di un freddo universo a orologeria, ma anche attori della creazione. La nostra psiche è quel mezzo che ci permette a ogni momento di ricordare chi siamo e di cosa siamo parte, e per uno strano meccanismo essa sembra coincidere con la materia nelle forme più elementari come le rileviamo nel mondo dei quanti. In questa breve trattazione si cercherà di mostrare che la sincronicità non è una coincidenza casuale o un'illusione di bambini mai cresciuti, ma che essa ha precise radici scientifiche nella mente di due grandi geni della prima metà del '900, che proprio per sincronicità si incontrarono per costruire - su base interdisciplinare - un modello che spiegasse uno dei più grandi misteri che costituiscono l'esistenza umana. Forse quei due uomini si incontrarono proprio per rispondere a un impulso inconscio dell'umanità nella sua interezza, proprio nel momento in cui essa iniziava ad attraversare un periodo di incertezza sulla sua reale identità nella globalità. Era il periodo in cui l'uomo stava iniziando a esperimentare l'energia atomica e a presagire gli effetti apocalittici che poteva portare se l'umanità non avesse ritrovato se stessa. Questo libro è dunque soprattutto incentrato sulle figure del grande psicologo analitico svizzero Carl Gustav Jung e del grande fisico quantistico austriaco Wolfgang Pauli, e di come nacque e si sviluppò il loro sodalizio nell'arco di vent'anni. Essi unirono il loro sapere per poi maturare la convinzione che la sincronicità è un fenomeno che unisce la pische alla materia, ma soprattutto che essa è l'elemento che dimostra che l'universo, composto di questa dualità, non si esplica a caso, ma è strutturato per la Vita e per la consapevolezza. Le ricerche di fisica quantistica di Pauli mostrano da sole che la sincronicità è intrinseca alla stessa materia quando essa è osservata nel dominio quantico, come se la danza delle particelle fosse un perenne connubio con una mente superiore. Le ricerche di Jung collocano nell'inconscio collettivo la vera radice dello spirito umano e la reale matrice degli archetipi e principale origine delle sincronicità che interessano simultaneamente uno stato psichico e un evento esterno. Si illustrerà il grande progetto di Pauli di creare una nuova scienza psicofisica in grado di unire l'uomo al cosmo, un progetto nato da un'esplorazione profonda nei labirinti della sua stessa sfera psichica [...]".

Questa è l'introduzione a uno dei libri che ho ordinato venerdì scorso, a seguito di una catena di piccoli eventi sincronicistici che mi hanno fatto venir voglia di riprendere un percorso interrotto un paio di anni fa. Si intitola, appunto, Sincronicità - Il legame tra Fisica e Psiche da Pauli e Jung a Chopra, e l'autore è Massimo Teodorani.
Non so quando e come troverò il tempo per leggere i libri che mi sono regalata. Ma so che lì si nasconde parte di quello che non sapevo di cercare, ma di cui sento di aver bisogno.
Perché lo scopo per cui sono a questo mondo, in questo preciso momento, con queste specifiche sembianze, corporee e incorporee, non è solamente tirare a campare. Ma è scoprire. Emozionarmi ed emozionare.
I soldi non mi hanno mai interessata. E allora mi sta anche bene che il Sogno sia per ora finito in stand by. Perché la sua vera natura non è portarmi al benessere economico. Ma permettermi di comunicare quello che ho dentro. E, in qualche modo, ho trovato altre vie per farlo.

Il futuro è già qui.
Nei piccoli passi che mi fanno muovere anche da ferma.
Nelle piccole magie che ho imparato a cogliere.
Nelle persone speciali che, volenti o nolenti, mi stanno aiutando a crescere.

Un grazie di cuore a tutte voi, anime sorelle!


Soundtrack: Noah's Ark - CocoRosie