28.11.08

Se M'Attizzo... Somatizzo!




Acida come una mela verde, non resisto alla tentazione della tastiera psicanalizzante e c'arifaccio con le auto(ec)citazioni.

Come un cane che si morde la coda, sono consapevole del mio problema, ma al momento so che non posso fare niente per cambiarlo.
E vi dico di più! So anche che la chiave per uscire dalla prigione non ce l'ho nascosta io da qualche parte. E non si dica che per uno strano caso di masochismo e autolesionismo io finga di non riuscire a trovarla.
Già, avete capito bene! Non ce l'ho io la benedetta chiave.

No, èh? Non vi ho convinto...
Riesco già a vedere le vostre facce scettiche davanti al monitor... Ma che cacchio dice questa?

Avete ragione, le cose non stanno così. Ma il fatto è che non ne posso davvero più di colpevolizzarmi, è una vita che lo faccio...

Molti anni orsono, quando sui piatti della bilancia ho visto il mio presente e il mio futuro, mi sono detta: devi solo resistere un altro po', poi riuscirai a seguire la strada che desideri per te stessa e potrai finalmente rinascere...
Senza rimpianti, senza recriminazioni.

Tanta acqua è passata sotto i ponti, ma le cose non sono andate proprio come da programma. E mesi fa mi sono trovata di nuovo davanti a un bivio.

Potevo fuggire e lasciarmi tutto alle spalle, ma avrei perso molto di quello che avevo costruito faticosamente. Allora una volta ancora mi sono ripetuta: resisti! Ora non si può, ma vedrai che con un po' di pazienza e buona volontà presto potrai trovare la tua serenità.

Così purtroppo non è. Il tempo dell'attesa è diventato insostenibile. Troppe le pressioni per il mio fragile equilibrio già compromesso da anni di sopportazione. Ma nemmeno posso affrettare troppo il cambiamento, perchè significherebbe gettare alle ortiche quanto ho con fatica costruito negli anni e non potrei mai perdonarmelo...
Che fare, allora?

Tirare la corda finchè non si spezza e scatenare una valanga che trascinando con sè tutto quello che incontra mi riporti a valle per ricominciare da zero?

O rinunciare da un giorno all'altro a quello che ho seminato per anni, perchè è l'unico modo per ricostruirmi una vita lontano da ciò che mi sta lentamente uccidendo dentro?

Il Sogno o la Realtà?

Come dire, è nato prima l'òvo o la gallina?
Ma nun se possono ave' tutt'e due, porcaccia vacca???


Esimi lettori, perdonàteme l'ennesimo sclero...
se riesco a sarvàmme accénnerò un cero!

Sentitamente v'aringrazio
p'avé sopportato st'àrtro strazio...






20.11.08

Close To The Edge

Messaggi dal cyberspazio...

Strano fermarsi a guardare il mondo mentre va avanti senza di te...
Buffo! Dovresti aprirti al mondo, e invece tutto quello che riesci a fare è innalzare un muro ancora più alto.

Chiuso nel tuo dolore, ti ritiri ancora una volta nel guscio che tanto ti ha protetto quando non potevi che contare su te stesso.

Le energie sono finite da tempo, ma la vita va avanti lo stesso...
La gente ti domanda senza immaginare...
Tu rispondi, senza pensare, quello che vogliono sentirsi dire.

La gente non ama circondarsi di dolore, figuriamoci se è quello altrui.

Allora decidi che è meglio sparire. In silenzio. Per non dare troppo fastidio.

Un viaggio è quello che ci vorrebbe, anche se la valigia resterebbe comunque piena di tutti i tuoi chissà, dei tuoi forse, dei purtroppo e dei perchè...
Ma almeno svuoteresti un po' la testa dai tanti brutti pensieri che non ti lasciano vivere.

Solo Con IO.
In cerca di sole. In cerca di serenità.

Soundtrack Postuma: Everything's Allright





16.11.08

Golden Memories...




Un'altra domenica di merda ce la siamo lasciata alle spalle. Otto ore che mi son sembrate anni.
Eppure non ho smesso di sorridere.
Già, forse è la cosa che mentre lavoro mi riesce meglio... Sorrido alla gente, senza aspettarmi niente. Solo, forse, che non mi mandino affanculo. Già, perchè il lavoro che faccio spesso è sinonimo di scassaminchia. Fortunatamente il mio carattere pacato e tendenzialmente pacifico riesce a renderlo meno tale.
Ho un talento naturale per questo. E mi piace quando le persone ricambiano con sincerità.

Per il resto, croce sopra.
Croce sopra ai capoccioni indoppiopettoimpettiti che limortacciloro potresti pure schiattà, e nun je ne frega cazzi se schiatti de càllo, de freddo e dell'anima de li mortacci loro...
E a quelli non li saluto nemmeno. Mai.
Mi salutassero loro, visto che mio malgrado mi sto facendo il mazzo per la loro azienda e mi trattano come un cane.
Ah, ma 'ste soddisfazioni me le prendo eccome! So bene chi merita il mio saluto e il mio sorriso, e chi invece manco per il cavolo! Ed è troppo bello poter non salutare quei loschi figuri che tanto credono di possedere solo perchè qualcuno li ha insigniti del ruolo di direttore, vicedirettore, e so un diavolo io cosa.

E mentre svolgo il mio lavoro rigorosamente in piedi, ogni tanto ondeggio sulle gambe e faccio suonare nella testa melodie ascoltate chissà quando, chissà dove...
E la mente vaga...
Lontano dall'ipermercato, lontano dalle folle spendispandieffendi, lontano dalle iene-che-qua-comando-io-e-tu-non-capisci-una-beata-fava, lontano dalle luci al neon, dai carrelli traboccanti-e-menomale-che-c'è-la-crisi.
Lontano.

E mi sorprendo, gli occhi brillanti per l'emozione, solo per aver creduto di vederti... Un'illusione durata una manciata di minuti, è bastato questo per farmi capire tante cose... È stato bello...

E quando certe assenze ti colpiscono improvvise e inaspettate nei momenti peggiori della tua vita, arriva quel regalo inaspettato... Un libro e una dedica speciali... A ricordarmi di nuovo il Sogno... E a riportarmi sulla retta via della fiducia nelle mie possibilità.

E poi il ritorno, nel cubicolo segreto, una voglia immane di scrivere, tanto per.
Tanto per tirare fuori questo fiume in piena. Anche se mi leggo da sola, anche se mi rileggo e poi penso: ma chi diavolo sono?
A volte fiera, a volte meno.
A volte.

E poi penso che parlo troppo di me stessa...
Ma in fondo un blog è come un diario e nei diari si parla di se stessi.
E i diari uno se li legge da solo.
Perciò a posto così.
Siamo pari.
Tutto sotto controllo...

E mi torna in mente una canzone, che da stamattina mi sussura nelle orecchie quello che non voglio più dimenticare...


She knows what it means to be evergreen
She's seen more than some eyes will ever see
Clad with green, gracefully she reaches for winter sun
...the lucky one

Spring leaves learning look to the evergreen
Carried on the breeze her tales of snow storms and icicles
With proud yarn she will spin her golden memories into stories

She looks to the sky
She's holding on to yesterday's goodbyes
Goodbye...

She knows what it means to be evergreen
She knows how it feels to have loved and lost
She's seen faces change all around her, then moved on

She'll miss hearing wind through now fallen leaves
She'll stand scraping snow-filled skies alone
Her questions, if could be asked, would be left unanswered

Look to the sky
Holding on to yesterday's goodbyes
Embrace the past, with a forward motion
No fear of looking back

[The river keeps on flowing, but the banks are ever changing]

Soundtrack: Evergreen - Mostly Autumn

15.11.08

(In)Canto




Quale indicibile incanto...
il canto e il controcanto!

Cantare all'unisono non sarebbe lo stesso,
lanciare un grido e raccoglierne l'eco
non avrebbe alcun senso.

Tu che di me hai visto la parte peggiore,
ora dimmi se provi ancora terrore,
o se invece hai colto l'intima essenza
che si cela ostinata nell'eterna mia assenza.

Veloce come uno schiaffo, inaspettata carezza:
del canto e controcanto...
regalami ancora l'ebbrezza!



Soundtrack: One Caress - Depeche Mode



12.11.08

Qué te vaya estupendamente!




Stringi i pugni e osservi con disprezzo le tue dita rattrappite, ignobilmente deformate dalla rabbia e da un dolore che non puoi sfogare.
Una nuova mattina, incominciata nel peggiore dei modi.
Pensieri orribili che arrivo persino a pronunciare ad alta voce.
Che non vorrei mai aver pensato.

Solo TU sei capace di snaturarmi fino a questo punto. E ti stramaledico!

Il tuo Amore(?), una lama aguzza conficcata nello sterno, invisibile a tutti gli altri.
Ma chi sono gli Altri?
Trapassi la mia persona senza farmi sanguinare e mi lasci ansimante e incapace di chiedere aiuto.

Ogni varco che apri nella mia corazza di cartapesta lascia uscire come sciami di insetti tutto il male che mi hai fatto, tutti gli incubi vissuti da quando avevo quindici anni.
E vorrei gridarti quanto ti odio, che desidererei vederti morta.
Ma tutto ciò che riesco a fare è odiare me stessa solo per averlo pensato...

Ho freddo, chiudo la finestra... Ma il freddo non passa.
Mi attraversa dentro e mi inchioda al pavimento.

Ma giuro sulla mia pellaccia che trasformerò tutto questo dolore in qualcosa di buono. Non lascerò che i tuoi occhi di ghiaccio e le tue urla senza senso scalfiscano la mia volontà di vivere!
Voglio stare bene. E ce la farò, cazzo!

Never look for the truth in your mother's eyes, cantava qualcuno...

Ed è quello che farò. Stanne certa.

E benedico la Musica almeno quanto maledico te...

Dio come può esistere qualcosa di così potente da riuscire a sollevarmi in aria, quando invece mi sento pesante come un incudine!?
E le lacrime che non riesco a trattenere diventano lacrime di gioia...
e la paura diventa un fiume di energia,
e il mio odio diventa amore per la vita!
E tu?
Sei solo uno stramaledetto dèmone che devo affrontare...

Per la prima volta mi soffermo sul testo di Thick As A Brick dei Jethro Tull e penso: "Ma come ho fatto a stare senza per tutti questi anni?"

Cosa darei per essere lì, tra il pubblico, a farmi attraversare da questo orgasmo di suoni...

Come dici? Volevi morire?
Pazza! Non sai cosa ti saresti persa...


Soundtrack: Thick As A Brick - Jethro Tull

Really dont mind if you sit this one out.
My words but a whisper -- your deafness a shout.
I may make you feel but I cant make you think.
Your sperms in the gutter -- your loves in the sink.
So you ride yourselves over the fields and
You make all your animal deals and
Your wise men dont know how it feels to be thick as a brick.
And the sand-castle virtues are all swept away in
The tidal destruction
The moral melee.
The elastic retreat rings the close of play as the last wave uncovers
The newfangled way.
But your new shoes are worn at the heels and
Your suntan does rapidly peel and
Your wise men dont know how it feels to be thick as a brick.

And the love that I feel is so far away:
Im a bad dream that I just had today -- and you
Shake your head and
Say its a shame.

Spin me back down the years and the days of my youth.
Draw the lace and black curtains and shut out the whole truth.
Spin me down the long ages: let them sing the song.

See there! a son is born -- and we pronounce him fit to fight.
There are black-heads on his shoulders, and he pees himself in the night.
Well
Make a man of him
Put him to trade
Teach him
To play monopoly and
To sing in the rain.

The poet and the painter casting shadows on the water --
As the sun plays on the infantry returning from the sea.
The do-er and the thinker: no allowance for the other --
As the failing light illuminates the mercenarys creed.
The home fire burning: the kettle almost boiling --
But the master of the house is far away.
The horses stamping -- their warm breath clouding
In the sharp and frosty morning of the day.
And the poet lifts his pen while the soldier sheaths his sword.

And the youngest of the family is moving with authority.
Building castles by the sea, he dares the tardy tide to wash them all aside.

The cattle quietly grazing at the grass down by the river
Where the swelling mountain water moves onward to the sea:
The builder of the castles renews the age-old purpose
And contemplates the milking girl whose offer is his need.
The young men of the household have
All gone into service and
Are not to be expected for a year.
The innocent young master -- thoughts moving ever faster --
Has formed the plan to change the man he seems.
And the poet sheaths his pen while the soldier lifts his sword.

And the oldest of the family is moving with authority.
Coming from across the sea, he challenges the son who puts him to the run.

What do you do when
The old mans gone -- do you want to be him? and
Your real self sings the song.
Do you want to free him?
No one to help you get up steam --
And the whirlpool turns you `way off-beam.



10.11.08

For(tez)za




Un rumore sordo, ripetuto, sconquassa la cassa.
Hai le mani congelate e la mente infuocata.
Sai che non è passione, ma rabbia.
E chissà... Forse, in fondo, sono la stessa cosa.

Di nuovo quell'immagine davanti agli occhi...
Quel sorriso di scherno, quegli occhi che ti scrutano di nascosto, con malcelato disprezzo.

La stanchezza è quasi una liberazione, vorresti che schiacciasse il peso della mente e ti spegnesse il cervello.
On-off. On-off. OFF.

Un ronzio fastidioso, la ventola che gira a fatica. Quasi inchioda, ma non cede.
Il calore aumenta.

Che figlio di puttana... Ma guardati!
I fantasmi del passato sono sempre lì. Non importa di quanta gente riesca a circondarti.
Da te non puoi scappare.

Senza pensarci più, afferri velocemente le forbici.

Un taglio netto.
Zero ripensamenti.
I tuoi lunghi capelli ora sono soltanto un ricordo.

La miglior difesa non è l'attacco, ma la fuga.
Ma fammi il piacere...

Dietro minuscole feritoie schiere di soldati meccanici sono già pronti a rovesciare olio bollente su chi oserà forzare il blocco.
Dardi dalle punte avvelenate sono pronti da anni per l'attacco preventivo.

E tu?

Al riparo nell'oscurità del maschio, in silenzio osservi i torrioni rinforzati.
La luce della luna rischiara una nuova notte, la luce delle fiaccole che non riesci ancora a spegnere continua a segnalare la tua presenza.

E mentre la tua anima batte in ritirata, continui a chiedere a quella mano di non lasciarti andare...


Soundtrack: Vangelis - No Expectation Boulevard




1.11.08

Tras-porto (reloaded)

Sono distrutta. Otto ore di lavoro in piedi, ferma. E il tragitto lavoro-casa casa-lavoro a piedi per due volte: totale 40 minuti di cammino, perchè l'autobus quando serve non passa mai e rischi di fare la muffa alla fermata...

Non mi dispiace camminare, soprattutto ascoltando musica. Ma odio sudare. E quello, purtroppo, mi capita ogni volta che cammino a passo sostenuto.

Passano i giorni, i mesi, le stagioni... e persino gli anni. Quante volte ho percorso quello stesso tragitto, quante cose sono cambiate e quante sono rimaste le stesse.

Ma non mi stanco, inforco le cuffiette e cammino. La musica mi porta. Mi tras-porta.
L'atmosfera a volte diventa surreale. Soprattutto d'inverno, quando il buio arriva prima. La periferia sembra una terra di nessuno e avresti quasi paura a girare da sola. Ma te ne freghi, la musica ti farà compagnia.

Domani si ricomincia... Di nuovo, la stessa girandola. Lavoro del cazzo, ma per ora mi va bene così. Non mi fate domande, vorrei dire a chi mi chiede: "Ma che fai? Studi?".
Fatevi i cazzi vostri.
"No, ho già dato", rispondo. E sorrido.
Perplessi mi guardano... E se ne vanno.
Tiro un sospiro di sollievo. Non devo dare spiegazioni a nessuno, io. Ne chiedo già tante a me stessa, ogni giorno della mia vita.

Oggi è sabato, ma non vado da nessuna parte stasera. E nemmeno me ne frega.
Sarà una serata qualunque... In ottima compagnia.

Da tre anni a questa parte non ho fatto altro che resettare periodicamente il sistema e ripartire da capo.
È che sto cercando di smetterla con l'idea che sia brutto essere "Una Persona Qualunque".

Lo sono? Non lo sono? Per quanto io muoia dall'ardente desiderio di combinare qualcosa di grande nella vita e lasciare un segno, trascorro i miei "migliori anni" in un modo assolutamente non programmato.
Imparo ogni giorno dalle piccole cose, dagli incontri con persone e mondi che mai avrei sfiorato se avessi vissuto altrimenti.
E forse è questo.
Forse è solo questo.

"Solo"... Continuo ad usare questa parola senza nemmeno rendermene conto.

Perchè tendiamo a sminuire la nostra vita anelando a qualcosa di vago, inconsistente e che forse ci illude di essere qualcosa che non siamo?

In questi giorni, a pizzichi e mozzichi, sto dando una letta a Pessoa.
Un giorno, non so come, mi è capitato tra le mani un suo libro e mi sono ricordata di averlo visto citato in un blog.
"Il Libro Dell'Inquietudine"... Certo, non è il massimo in questo mio periodo di stasi dinamica, l'umore altalenante, sempre in bilico tra la malinconia e la ricerca di spensieratezza.
Epperò c'ho trovato qualcosa di mio, nelle parole di Bernardo Soares, alter ego dell'autore...

Ci sono giorni nei quali ogni persona che incontro e, ancor più, le persone abituali della mia convivenza obbligata e quotidiana, assumono aspetti di simboli e, isolati o fra loro connessi, formano un alfabeto profetico od occulto che descrive in ombre la mia vita.

[...]

Alla fine di questa giornata rimane ciò che è rimasto di ieri e ciò che rimarrà di domani; l'ansia insaziabile e molteplice dell'essere sempre la stessa persona e un'altra.

Ecco. Qualcuno che ha messo nero su bianco come mi sento... Riuscissi a farlo io...

Soundtrack (Writing): Porcelain - Moby




The Real Soundtrack (Walking): Extreme Ways - Moby






Extreme ways are back again
Extreme places I didn't know
I broke everything new again
Everything that I'd owned
I threw it out the windows, came along
Extreme ways I know move apart
The colors of my sea
Perfect color me

Extreme ways that help me
That help me out late at night
Extreme places I had gone
But never seen any light
Dirty basements, dirty noise
Dirty places coming through
Extreme worlds alone
Did you ever like it then

I would stand in line for this
There's always room in life for this

Oh baby, oh baby
Then it fell apart, it fell apart
Oh baby, oh baby
Then it fell apart, it fell apart
Oh baby, oh baby
Then it fell apart, it fell apart
Oh baby, oh baby
Like it always does, always does

Extreme songs that told me
They helped me down every night
I didn't have much to say
I didn't get above the light
I closed my eyes and closed myself
And closed my world and never opened
Up to anything
That could get me along

I had to close down everything
I had to close down my mind
Too many things to cover me
Too much can make me blind
I've seen so much in so many places
So many heartaches, so many faces
So many dirty things
You couldn't even believe

I would stand in line for this
It's always good in life for this

Oh baby, oh baby
Then it fell apart, it fell apart
Oh baby, oh baby
Then it fell apart, it fell apart
Oh baby, oh baby
Then it fell apart, it fell apart
Oh baby, oh baby
Like it always does, always does