11.9.09

Right Time, Right Place




Quante volte hai desiderato fuggire, quante hai preferito restare.
Eppure, oggi, quanto ti fa male vederlo così. Un dolore che non si può spiegare.
Sai che quando si rabbuia a quel modo non ha voglia di parlare.
Ti si stringe il cuore. Ti avvicini e gli strizzi con affetto la spalla, in silenzio, per fargli sentire che ci sei, che lo capisci. Che non è solo.

Suo cugino se n'è andato. Il primo di tutta la famiglia. E il più giovane.
Sembra ieri. Ti mostrava, orgoglioso, la sua enorme tastiera con le basi precaricate e a te, che avevi solo una piccola Bontempi, non sembrava vero di poter strimpellare a orecchio due o tre note su quella "Ferrari"!
Rivedi tua zia, orgogliosa di lui per aver ottenuto quel posto come postale, dopo un concorso che lo aveva visto classificarsi secondo e poi, all'ultimo, subentrare grazie all'inaspettata rinuncia del vincitore.

Trovarsi nel posto giusto al momento giusto
, come amavi ripetere, aveva significato finalmente un lavoro vero, per la vita! Quella vita che oggi pomeriggio è sfumata, come l'alcol degli intrugli che ti divertivi a preparare. Te, che neanche li bevevi quei liquori, ma amavi offrirli agli ospiti, sempre pronto per una mangiata in compagnia. Tu che suonavi con gli amici del paese, tu che governavi i polli e tenevi compagnia a tua madre, dopo la morte di tuo padre. Eravate una squadra.
"Ma perché non venite a trovarci più spesso? Fermatevi a pranzo, una volta!".
Voi, troppo stanziali per venire a Roma. Noi, i parenti di città, troppo indaffarati per venire in paese. Adesso non abbiamo più scuse. Domenica ci saremo. Tutti. O quasi.

E mi fa incazzare tutto questo. Rivedersi ai funerali. Piangere e constatare che non resta altro che un vecchio fotogramma incastonato nelle cellule cerebrali, relativo come solo un ricordo può essere. Sì, caro cugino C., tu ci sei eccome, nel mio biologico hard disk. Come tante altre meteore che hanno incrociato per brevi istanti la mia vita. Perché voi ci siete tutti. Sempre. E nemmeno ve lo immaginate, quello che ricordo di voi. A cosa vi associo. A quali canzoni, a quali momenti, a quali odori. A quali umori.

Tutta la frenesia di viaggiare, di andarmene lontano, sfuma davanti alla circolarità della nascita e della morte. Perchè viaggiare è ancora più bello, se si ha un posto in cui tornare.


Soundtrack: Fast Car - Tracy Chapman

5 commenti:

Mio ha detto...

C. farà sicuramente un bel viaggio, nel tuo cuore avrà sempre un posto dove ritornare.

Un forte abbraccio,

Roberto

liberoPensieRoberto ha detto...

E' incredibile.
Sono senza parole.

Questa sera ho cenato da amici, molto più grandi di me e.. abbiamo tirato fuori questo stesso identico argomento.

La perdita di qualcuno, i ravvicinamenti effimeri al funerale e poi, la verità, cioè che nessuno ha più interesse a riallacciare i rapporti.

Anche davanti quella cassa.

L'emozione, domenica vi farà dire cose.

Cose,
senza senso.

Prisma ha detto...

@Mio: grazie per il tuo affetto e la tua vicinanza. Un abbraccione anche a te.

@Rò: spero che l'emozione, domenica, lasci parlare il silenzio...

Unknown ha detto...

E' bello ciò che hai dentro ... vale a prescindere da tutto e tutti.
Si nasce e si muore soli, ognuno col suo conto da pagare ... ma che bello tutto ciò che c'è in mezzo.
Particelle a zonzo in un plasma.
Se l'amore c'è parla da sè, quale che sia la sua forma.

Bak

Prisma ha detto...

Caro Bak, lasciatelo dire: te sei oltre... Grazie!