21.10.09

Lo Schiaccianoci




Ritrovo per caso questo splendore, che avevo completamente rimosso. Come ho potuto dimenticarmene?
Era dicembre di tanti anni fa. I miei mi avevano iscritto a una scuola di danza del mio quartiere. Tre anni di propedeutica, seguiti da tre anni di classica. Ma non avevo né il fisico né la passione adatti. Sedere a mandolino e gambe poco ruotate. Ed ero troppo alta. L'unica cosa che ancora conservo della ballerina è un bellissimo collo del piede, a detta delle insegnanti di allora. Non ho mai indossato il tutù, solo un orrendo body acetato, le calze collant rosa e le scarpette. I primi anni quelle basse, poi si passò a quelle con la punta.

Guardate la leggerezza, l'eleganza, lo splendore dei movimenti dei ballerini professionisti. Ammirate il loro volteggiare! Godetene e meravigliatevene, perché dietro a quel prodigio di equilibrio e slancio verso l'alto così simili al volo, fatti di baricentro e lotta contro la forza di gravità, ci sono muscoli gonfi e doloranti e piedi rovinati da anni di vesciche sanguinanti.

Ricordo ancora le prime volte che sollevai il mio corpo sulle punte di gesso. Ricordo le lacrime, le labbra morse per resistere e la liberazione, la sera, nello sbarazzarmi di quelle stupide scarpette, così belle, ma tanto dolorose! Erano per me una vera tortura. E il tutto era aggravato dalla consapevolezza che mai avrei volteggiato come tutte le altre. Mi esercitavo con loro e soffrivo, mentre l'insegnante di turno mi riprendeva costantemente:

Pancia in dentro! Culo in dentro! Ruota quelle gambe. E sorridi!
La gente non deve mai accorgersi di niente. E se sbagli, va' sempre avanti, non ti fermare. Non c'è niente di peggio che fermarsi a metà, senza sapere da che parte andare.


Un giorno di dicembre la scuola organizzò una gita a teatro, per vedere Lo Schiaccianoci. Non stavo nella pelle. Ve l'immaginate me, una provincialotta di periferia, al Teatro Dell'Opera? I miei non sono e non sono mai stati frequentatori di teatri e non avevo nemmeno l'abbigliamento adatto. Fortunatamente ero poco più che una bambina, perciò nessuno ci avrebbe badato troppo. Ricordo anche che il giorno prima mi ammalai e fino all'ultimo rischiai di non poter andare. Poi, non so come, il destino volle che potessi assistere al balletto.

Ora non ricordo più molto di quel pomeriggio, se non che oggi, rivedendo per puro caso questo video e riascoltando questa musica celestiale, qualcosa si è risvegliato dentro di me.
I pomeriggi interi passati dentro a quelle aule che odoravano di resina, con quegli specchi enormi sempre a ricordarmi quanto non fossi all'altezza, l'enorme orologio a muro che scandiva le ore di lezione, le sere passate sui libri di scuola sbocconcellando un panino per recuperare i compiti rimasti in sospeso, i saggi all'antico teatro romano d'estate, in cui partecipai solamente a una delle due coreografie previste perché i costi dei costumi erano troppo esosi, tutto mi è di colpo tornato alla mente. La Musica, la più potente delle Madeleines...

Sono sempre la stessa goffa, pigra ragazzina con gli occhiali che faticava a star dietro alle compagne, eppure qualcosa è rimasto di quegli anni. La disciplina che mi servirebbe ancora oggi, il senso del sacrificio e la necessità del sorriso nonostante tutto. Mai lamentarsi, mai piangersi addosso, sempre a testa alta. E se proprio devi versare qualche lacrima, fallo dietro le quinte, dove nessuno possa vederti.

Non dimenticherò mai che dietro la più leggiadra delle piroette si nascondono piaghe e vesciche. E che non c'è niente che io non possa fare se ci credo davvero e concentro tutta me stessa per raggiungere l'obiettivo. A stamparmelo bene in mente ci pensa, nei miei ricordi appena riaffiorati, la piccola ed esile M. che era tanto più svantaggiata di me nel danzare, per costituzione e attitudini. La sua passione e il suo impegno erano così grandi che riuscì con umiltà e forza di volontà ammirevoli a fare passi da gigante, nonostante i suoi limiti.

Questo, e solo questo mi ha lasciato la danza, che sa essere davvero spietata con chi non rientra nei canoni richiesti.
E cioè l'intima mia convinzione, frutto di un empito di orgoglio di fronte all'ennesima sconfitta, che potrò anche avere enormi zavorre attaccate ai piedi, potrò anche essere nata con una qualche menomazione più o meno metaforica, e anche se non diventerò mai una prima ballerina né parte di un corpo di ballo, anche io riuscirò a danzare prima o poi.

Lo farò a modo mio. Tenendo conto dei miei limiti e delle mie potenzialità.
Devo soltanto volerlo davvero. Ed è questa, in fondo, la parte più difficile.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: Waltz of the Snowflakes - Pyotr Ilyich Tchaikovsky

7 commenti:

Vale ha detto...

Ecco, come dici tu piaghe e vesciche...
forse è per questo che non mi hanno mai attirata le piroette.

Mio ha detto...

E' che se si entra nel corpo di ballo oppure no, se si è prima ballerina/o oppure no, nulla cambia. La danza è lo scopo. Non c'è nulla di meglio che saper danzare per se stessi, prima. Il resto, il poi, è a mio avviso relativo e forse pure deleterio.

Personalmente credo nel confronto solo per capire dove sono, non per capire quanto mi manca per arrivare. La meta sta oltre, la meta non può essere quella di "altri". Non importa che sia più alta o più bassa, l'importante è che sia personale e che la si possa spostare oltre di volta in volta. E' pericoloso, però credo che lascerà sempre qualcosa. Il primo pubblico siamo noi stessi.


Tu,se posso, continua a danzare con te stessa come stai facendo e come hai sempre fatto perché non sarai mai sola. Fidati!

Buona serata,

Roberto

Prisma ha detto...

@Vale: a me sarebbe piaciuto riuscire a farle... resto sempre affascinata a guardarle.

@Mio: ti ringrazio, Mio, per gli incoraggiamenti e la fiducia. E' che ci sono momenti in cui una parte di me tira in basso l'altra e tenta di affogarne gli istinti vitali, facendole credere che non ce la farà mai a riemergere. Accidenti alle altalene umorali...

Grazie a entrambi per la pazienza nel leggere il mio lungo amarcord pseudo-danzereccio! :)

Vale ha detto...

Sí anch'io, ma sanno di sangue...

Ho cominciato a sentire l'intervista con Ishtar...molto carina e la tua voce molto bella e romana, ma romana piacevole :)

Prisma ha detto...

Grazie, Vale. Ne sono contenta! :)

desaparecida ha detto...

Occhei dopo il tuo rimprovero ,approfitto di un minimo di lucidità mentale poer rileggerti!
(perchè lo sai che minimo bisogna essere lucidi per leggerti,no?)

Ti ho letta tutta di un fiato...con la danza ho un rapporto di invidia profonda.

Il complesso dell'elefante che sogna di essere farfalla...e va ogni anno ai saggi della cugina-farfalla...ogni anno.
E ogni anno sogno....

Molti anni dopo,moltissimi,qualcuno mi ha detto:
"tu sei una persona leggerissima,con gli altri,solo con te sei pesante,ma per tutti sei sempre una farfalla"

E allora ogni volta che vado ad un balletto...penso che in fondo tutti siamo ballerini,ognuno a modo nostro,e come sempre i nostri occhi riescono a vedere più di quanto la mente nn riesca.


Se già ho impiegato 6 minuti a scriverti....come recupero il resto?

Ti abbraccio forte

Prisma ha detto...

Sei grande! I tuoi commenti sono sempre preziosissimi. Ma ti capisco. Come te, a volte, ho davvero bisogno di staccare e... latito.
Ma non era un rimprovero, èh. Era che mi mancavi sul serio! Te, come anche altre Anime Speciali che ogni tanto passano di qui.

"tu sei una persona leggerissima,con gli altri,solo con te sei pesante,ma per tutti sei sempre una farfalla"

Ecco, io spesso, invece, mi sento pesante con me stessa e di riflesso anche con gli altri... Ma giuro che 'ste zavorre me le stacco, prima o poi! Eccheccavolo! :D

Un abbraccio stritolante!