17.2.08
Caustico. Ovvero: Passeggiata In Periferia
Non ho mai provato vergogna delle mie origini. Sono nata e cresciuta in periferia, e ne vado fiera.
No, non ne provo vergogna. Senso di rivalsa, piuttosto. Quando passeggio per le strade del mio quartiere e vedo il degrado sopraffare con violenza il bello. Quando penso che nei quartieri "bene" certe brutture non esistono.
E non sto dicendo che a Prati o ai Parioli manchino le cacche di cane, le buche sull'asfalto e sui marciapiedi, le scritte sui muri, l'intonaco che si sfalda e cade in pezzi, i cantieri infiniti che sembrano abbandonati a se stessi...
Ce ne sono, seppur in quantità ridotta. Ma lì anche le brutture hanno un certo contegno. Si nascondono pudicamente come le signore che hanno votato fedeltà al galateo e quando tossiscono voltano la testa di lato e si coprono la bocca con la mano.
Provo senso di rivalsa, quando penso che uno squallido buco di casa in periferia oramai costa quasi quanto costava pochi anni fa un appartamento signorile nel cuore della capitale.
E mi irrita l'arroganza di certe conventicole di borghesi pseudocomunisti, che se fossi un lavoratore di quelli che hanno pagato in prima persona le loro lotte sindacali, gliele darei di santa ragione. Non si blatera di comunismo nei salotti, solo per lavarsi la cattiva coscienza.
E mi fanno orrore le pseudofemministe insoddisfatte, affascinate dagli operai, dai muratori, dagli uomini di fatica, perchè "fanno tanto maschio"...
Le manderei dritte dritte a farsi 8 ore e spicci alla pressa, o agli altiforni. E, perchè no?, aggiornando il contrappasso, a scaricare cartoni su cartoni di merci sugli scaffali degli ipermegasupermercati, ora dopo ora, giorno dopo giorno, sotto l'occhio vigile dei direttori e dei capireparto al soldo delle multinazionali. Il tutto per ottocento o mille euro al mese. Che non ci paghi nemmeno uno schifosissimo garage, ci paghi.
E dovresti pure ringraziare chi ti ha raccomandato per quel lavoro di merda. E sorridere, anche. Ai clienti che ti trattano come un loro domestico, solo perchè hai la divisa d'ordinanza e un bel marchietto al posto del cuore.
E sì che poi ti dicono: "Ma che volete da me? Mi sono fatto da solo io! Andate a lavorare!".
Puttanate. Non esiste chi si fa da solo. Non in questo paese.
Quello che so io, è che è una vita che ci provo, a "farmi da sola". Senza l'aiuto di nessuno. E l'unica cosa che sono stata capace di farmi da sola sono tanti bei film che non vedranno mai la luce...
Una cosa è certa. Delusioni e incazzature non mi porteranno mai a farmi da sola nell'altro modo che il Sistema conosce per neutralizzare e tenere a bada le menti "pericolose" per lo status quo.
E allora mi stordisco, di Musica e pensieri ruminanti, di volontà di vivere e andare avanti per guadagnarmi il mio posticino al sole, sempre che ce ne abbiano lasciato uno vero...
E mi specchio nel riflesso di quell'ultima pozzanghera, che resiste nell'ombra. Anche lì, tra fango e sporcizia, se sai guardare bene, puoi ancora vedere il tuo pezzo di cielo.
Soundtrack: Burn - Deep Purple
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9 commenti:
hai pienamante ragione, non sai quanto...
io in fabbrica ci vado per lavoro (non operaio, ma a contatto anche con operai) ed è la famigerata Thyssen Krupp di terni. Vedo cosa significa lavorare agli altiforni per 1100 euro al mese, se va bene...
Io come Grillo anni fa' direi volentieri "IN MINIERA!" a molti borghesucci neoricchi che sbavano e fanno il mutuo per avere il cayenne, quando si lamentano dei costi della vita.
In questi ultimi anni è cambiato il modo di percepire la realtà e dalla socializzazione che era la costante della vita quotidiana in periferia e nelle piccole città si è passati a quella forma di alienazione estraniata che è propria delle persone ormai abituate a sostituire il contatto personale con il suo surrogato televisivo, il talk show.
Da questo credo derivino tanti atteggiamenti che visti dall'esterno sembrano semplicemente idioti, come lo snobismo da parte di chi non sa come arrivare a fine mese ma si sente superiore, come fai rimarcare giustamente tu.
E' vero che in Italia nessuno si fa da solo, e lo stesso succede quasi in ogni parte del mondo, lo si può verificare semplicemente leggendo le statistiche, però io credo che l'essenza non sia nel raggiungere certi traguardi di un successo che fa parte sempre del mondo preconfezionato in cui veniamo messi alla nascita, ma nel riuscire a trovare la nostra felicità.
In questa ricerca sono importanti altre cose, conta la nostra consapevolezza, la nostra maturità, la capacità di scegliere le cose in cui credere e lottare, lottare, lottare per ottenerle, finché la lotta stessa non diventi motivo di gioia e soddisfazione, espressione di forza e di una dignità che i neo-borghesi non sanno neanche cosa sia.
Io, come te, sono cresciuto in un quartiere di periferia, in cui in anni giovanili facevo l'attivista per il PCI. Ricordo benissimo le espressioni di quelle persone che avevano vissuto l'orrore della guerra (ti parlo di 30 - 35 anni fa) e le difficoltà della lotta per conquistarsi un posto di lavoro, quando se sapevano che eri comunista ti cacciavano via. Erano uomini e donne che vivevano in case popolari, spesso con pensioni minime perché durante la guerra nessuno metteva marchette e perché poi avevano lavorato dove capitava, dove ti prendevano. Ma erano tranquilli, fieri, dignitosi, felici, forti.
Non preoccuparti di raggiungere traguardi inventati, quindi, ma continua a combattere: gioisci per quello che c'è da gioire, e lavora quando c'è da lavorare. Soffri, lotta con sempre maggiore energia quando le cose sembrano farsi più difficili, non perdere mai la fiducia nel futuro.
La vita non è mai ieri o domani, è sempre e soltanto adesso
@fabio: già... sante parole...
@angelo: grazie per il tuo commento. È sempre un privilegio potersi confrontare con persone come te... In questo il mondo dei bloggers è una risorsa straordinaria...
Credo di essermi espressa male. Lo snobismo di chi si sente superiore è riferito non alle persone che non arrivano a fine mese, ma alle persone che non sanno nemmeno cosa significhi non arrivare alla fine del mese. Per scaricarsi la cattiva coscienza - sempre ammesso che ne abbiano una - costoro implicitamente accusano chi non arriva alla fine del mese di non essersi saputi fare da soli, come invece - a loro dire - hanno fatto loro.
Sui traguardi da raggiungere, sono perfettamente d'accordo con te. Non fanno per me i traguardi preconfezionati da tubo catodico, né ho mai aspirato minimamente a raggiungerli...
Ho bene in mente ciò per cui valga la pena lottare e concentro ogni mio sforzo in quella direzione. Ma le ingiustizie, quelle non potrò mai mandarle giù in silenzio... Ogni generazione ha affrontato i suoi demoni, ma crescere e veder precipitare verso il basso le proprie aspettative di vita è più difficile che risalire dal fondo. Con questo non intendo paragonare le diverse generazioni. Intendo dire che adattarsi al peggio quando si è abituati al meglio richiede uno sforzo di tipo diverso... Un tempo con uno stipendio un padre riusciva a mantenere dignitosamente la sua famiglia, anche a costo di numerosi sacrifici... Oggi, pur rinunciando al superfluo, sappiamo bene che per mantenere una famiglia non bastano nemmeno due stipendi da 800-1000 euro al mese...
Le difficoltà aguzzano l'ingegno e chi ha la forza di lottare e rimettersi in gioco continuerà a credere nella possibilità della felicità... Ma le ingiustizie, quelle, fanno sempre male...
No, no: tu ti sei espressa benissimo, sono io a non essere stato abbastanza chiaro, rileggendo il mio intervento.
In realtà io davo per scontato l'atteggiamento snob che è diventato una macchietta, ma volevo anche mettere l'accento su come questo venga imitato da tanta gente che non ha nessuna ragione pratica per sentirsi parte della media borghesia.
Sono quelli che stanno con il milan, l'inter o la juventus per sentirsi vincenti, che votano Berlusconi perché è di successo, che seguono la moda in tv e sulle riviste o i gossip dei divi, che vivono da alienati in mondi alienanti. Sono scelte loro, per carità, ma costituiscono quella maggioranza silenziosa che in pratica si configura come un enorme ostacolo al cambiamento e che è difficilissimo far ragionare perché non ne hanno nessuna intenzione.
Giustissimo... Purtroppo viviamo nella dittatura della maggioranza silenziosa ...
Ci si scontra costantemente con il muro di gomma dell'uovo oggi invece della gallina domani, degli interessi particolaristici invece di un progetto condiviso. Tutti a condannare i politici e le raccomandazioni, salvo poi servirsene a mani basse a scapito degli altri.
Purtroppo finchè non cambiano le nostre teste, continueremo a meritarci il declino del paese in cui viviamo.
...certo che puoi farti da sola, drogandoti!!
come dice angelo, non mollare mai, persegui i tuoi scopi e i tuoi ideali senza ledere gli altru i interessi, combatti le ingiustizie partendo da quelle che capitano nel tuo giardino, o in quello accanto: non ti fossilizzare su cose + grandi e irraggiungibili, se vogliamo vivere bene con noi stessi a casa nostra bisogna cominciare a rendere il nostro giardinetto perfetto...ti racconto una cosa: ai tempi del liceo (ormai 10 anni e fischiano fa, sigh!) si occupava e si parlava di politica, come cambiare il mondo etc etc...c'era il berlusca al potere (95) e si andava a manifestare x Torino, come fare x buttarlo giù etc etc. bello finchè vuoi, ma a noi dello storico giiordano bruno eravamo senza la biblioteca. presi parola, dicendo: perchè non ci occupiamo di riavere la ns biblioteca in primis e poi magari anche di come buttare giù il nano (noi 16enni...sèèè!)?! prima i ns problemi, poi quelli del mondo e infine qwuelli esistenziali!
non ti dico il casino: chi mi dava del fascista, chi del maoista(e che vuol dire?!), chi del menefreghista...ista ista ista...fu così che lasciai perdere, e la biblio l'abbiamo avuta 3 anni dopo! morale della favola? inutile arrabbiarsi x cose + grosse di noi, cominciamo a occuparci dela ns vita, di ciò che vogliamo e come perseguire l'obiettivo. non smettiamo di indignarci x le ingiustizie, questo no, rimaniamo sempre aggiornati. ma prima di occuparci della guerra in afghanistan, facciamo di tutto x trovarci un lavoro che ci piace e poi farci fare un contratto a tempo indeterminato, oramai mosca bianca x la nostra generazione, non farci metterei i piedi in testa, fare delle piccole conquiste sociali. x noi. capisci ciò che voglio dire?
non son menefreghista, se vuoi un po' egoista. but that's the way it goes!
ps: e cmq se avessi avuto anche te amici come craxi, licio gelli e uno stalliere mafioso, beh...di sicuro avresti anche te 3 reti tv e 40 giornali!!
su con le orecchie, e a presto!
2pa
Grassie per le tue parole 2pa...
Drogarmi da sola, dici? L'avevo già preventivato nel post :D
Delusioni e incazzature non mi porteranno mai a farmi da sola nell'altro modo che il Sistema conosce per neutralizzare e tenere a bada le menti "pericolose" per lo status quo.
Ma vedi, io parlo proprio di quelle piccole cose che vorrei per raggiungere la felicità... che per colpa di chi dovrebbe rappresentarci sono diventate chimere... Una casa, un lavoro, un salario dignitoso... È di questo che io parlo...
Il macro si cambia partendo dal micro... Me ne sono resa conto da tempo...
Ma non posso abbassare io i prezzi delle case e il costo della vita, nè alzare gli stipendi... Capisci cosa voglio dire? È questo che mi fa rabbia...
"...un bel marchietto al posto del cuore..." gia' questo e' quello che preoccupa molto anche me, in Italia si e' perso la solidarieta' e forse in tanti anche l'umanta,. Seriamente sto pensando di emigrare all'estero quando "tra poco" comincero' a lavorareseriamente. Sara' dura ne sono consapevole ma in Italia non c'e' posto per le persone non in vendita. Quando mi capita di riflettere su cose simili a quelle che tu hai scritto nel post l'indignazione e l'impotenza mi pervadono in maniera sempre piu' forte a tal punto che ormai sono scoraggiato nel vedere che al peggio non c'e' limite!
Ciao,
Roberto
PS: non sono refusi gli ' al posto degli accenti :) ma ho una tastiera americana... :(
Caro Roberto, soprattutto mi amareggia questa continua guerra tra poveri, che "distrae" la nostra indignazione e la nostra spinta al cambiamento dai veri responsabili dei problemi che ci impediscono di vivere serenamente.
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