6.5.10

Abba Ruja



ho sputato sulla famiglia e sul mio nome
solcato mari ignari, lanciato scaglie di me
lamentato solitudine, percepito scoramento

mi accoccolo in me
in una fissità astratta
povera anima,
distratta

YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM

Soundtrack: My Land Is Burning - Andy Partridge



Dignità. Passione. Coraggio.
Non conoscevo questa scrittrice.
Leggere la sua lettera, oggi, mi ha commosso.
E mi ha ricordato chi sono.
Chi voglio essere.
Grazie.

"E io scrivo: quando la dignita' e' scambiata per masturbazione mentale"

di Giovanna Mulas

In questi giorni c'e' stato chi mi ha scritto che avrei fatto prima e bene a farmi soldi sul marciapiedi, per guadagnare in proporzione alla mia valenza fisica.
E' interessante vedere come, socialmente parlando, dal 2003 - quando cioe', quasi come provocazione, e' stato richiesto a mio favore il sussidio della Legge Bacchelli- ad oggi, l' Italia della cultura o pseudo tale si sia letteralmente spaccata in due. Ne parlavo proprio questa mattina con mio marito ( a proposito...anche lui, poeta e giornalista noto in America latina, che ha deciso di vivere e morire della propria arte) , di quest' Italietta indecisa, a volte meschina: da una parte i Poetucoli del Nulla, gli apparenti superficiali nichilisti che scagliano pietre come mangiano spaghetti senza assolutamente conoscere le altrui realta', dure o meno dure che siano, quelli che si definiscono scrittori ma vivrebbero benissimo anche senza una penna in casa. Dall' altra parte troviamo gli umili, i piu' grandi, che non giudicano ma rispettano. Ed il rispetto, amici miei, mai deve mancare nell' Arte; che tutti ci accomuna in liberta'.

Un punto che mi preme precisare: non amo girarmi i pollici cercando l' illuminazione letteraria che non sempre, e' lapalissiano, arriva. Do costantemente lezioni di scrittura nella mia realta' locale e quelle vicine agli autori che giudico promettenti talenti, seppure timorosi di esporsi. Non amo chiedere una quota fissa. Ognuno e' libero di pagarmi come crede, anche con una bottiglia di olio o di vino rosso, quello buono, che solo qui in Ogliastra abbiamo. Pure il Cabernet, pero', l'accetto bene. Vari autori hanno frequentato i miei laboratori letterari ( un' antologia ne raccoglie i primi scritti, per i tipi dell' Editrice Universitaria UNIService) in modo assolutamente gratuito. Ho inventato con mio marito Dei Versi, la letteratura avvicinata alle genti piu' semplici; l' accademia che scende in piazza. Con Gabriel, una ballerina professionista e un cantautore chitarrista andiamo in giro per le piazze nazionali ed estere( chiariamo: a spese del comune che ci invita. Il Festival di Poesia dell' Havana eventualmente ci paga il biglietto, per garantirsi la presenza. Nulla da nascondere, signori.). Dirigo Isola Nera (in lingua italiana) ed Isola Niedda (in limba sarda), rivista di letteratura dove vengono pubblicati on line e a titolo gratuito, lo sottolineo, autori meritevoli di attenzione. La loro opera, non la mia, e' divulgata in tutto il mondo. Ed io, su questo, non guadagno niente se non il piacere di evidenziare eventuali nuovi talenti letterari nazionali. Attualmente stiamo lavorando con mio marito affinche' i format Isola Nera vengano patrocinati dalla Regione Sardegna e quindi pubblicati in cartaceo. Sarebbe una bella vittoria, per noi e soprattutto per quei giovani scrittori che avrebbero un' opportunita' in piu' per farsi notare da quel mondo cosi' complesso, lontano dalla realta' e fatto di bustarelle e ruoli mal ricoperti quale e' quello dell' editoria nazionale.

Tutto questo perche' si fa? Per incoscienza certo, ma soprattutto per passione verso quella che e' la propria vita, la scrittura. Quello che io scrivo, lo vivo. Coerenza tra parole e azione. Questo insegno prima ai miei figli, poi ai miei allievi. Infine voglio avere la presunzione di poterlo regalare ai miei lettori. E se di coraggio o incoscienza si tratta, beh, se qualche orecchio o occhio benpensante ho ferito, scusatemi. Lasciamolo dire a chi verra' dopo di noi, o al tempo: semplicemente il tempo parlera'.
Non ho scelto di fare la scrittrice e fare la vita magra per sofferenza intellettuale, masturbazione mentale. Io nasco scrittrice. E' la mia vita. Non esistebbe Giovanna Mulas donna, senza la sua scrittura.
Questo non significa che non mi abbia sporcato le mani lavorando davvero, come ha scritto il sapiente di turno. Ho lavorato lavando piatti nei ristoranti, cantando in locali per pubblico perso nella birra, recitando, disegnando magliette, facendo le assicurazioni e vendendo giornali e...e... . Pure ho avuto l'opportunita' di stabilirmi in pianta stabile a Roma, dove lavoravo come stilista emergente. Pensate che guadagni. Uff...non da poco eh, visto l'attuale panorama economico che mi riguarda. Ma trovavo la superficialita' di quel mondo schiacciante. Ho preferito tornare in Sardegna, nel mio mare, le mie genti. Soffrire questa scelta ma farla in maniera consapevole, coerente, soprattutto dignitosa.

Vivere della mia scrittura, dunque, e' stata una scelta. E perche' chi sceglie di vivere della propria arte, scrivere o cantare che sia facendone un vero e proprio lavoro; perche' non deve vederselo riconosciuto? Uno scrittore, per l' Italia, non esiste. Non produce dunque non lavora. Percio' io, come molti di voi, non siamo. O almeno questo, probabilmente, si vorrebbe da noi. Il pecora pensiero, il nichilismo allo stato puro in una nazione che paradossalmente ha fondato le proprie radici sull'arte, su scrittori, pittori, attori e cantanti che l' hanno fatta e ancora la fanno grande. Si potrebbe allungare l' elenco scivolando nella scienza dove menti illustri volano oltre l' oceano, per sfuggire ad un' Italia matrigna, e puttana. Ma questa e' un'altra storia.

Credo che arrivino momenti nella vita nei quali sia necessario fare una scelta, e prepararsi a vivere e morire di questa scelta. Con coerenza e dignita'. A trent'anni l' ho fatta: in un contesto ristretto come quello nuorese ho chiesto il divorzio dal padre dei miei figli, per violenza. Ho pagato la scelta con tre tentativi di omicidio, l'ultimo dei quali, per strangolamento ed accoltellamento, mi ha lasciata tra la vita e la morte.Ho pagato con l'indifferenza delle gente, le cattiverie da bar e quelle (sic!) delle donne che, donne, per prime avrebbero dovuto capire, non giudicare. Faccio notare al lettore che nel nuorese e provincia e' altissima la percentuale, in proporzione al resto d' Italia, di violenze alle donne tra le pareti domestiche. Altissima pure la percentuale di alcolismo tra donne. Eppure si tace. E si nasconde. E chi denuncia, come ho fatto io, viene giudicata una cattiva, una spostata. Ancora oggi, siore e siori. Senza una lira in tasca, a trent'anni anni e con il mio ex marito in giro per la citta' nonostante il tentato omicidio; presi i miei figli ( perche' ne ho fatti quattro, addirittura mi sono sentita chiedere. Perche' credevo fermamente come credo nella famiglia. Perche' la malattia mentale di mia madre mi ha lasciato nell' anima un solo desiderio, con radici nell' infanzia: quello della stabilita' emotiva, della sicurezza. E solo una famiglia che ami e ti ama, e' in grado di darti tale sicurezza. Figli voluti dunque. E non sta a nessuno giudicare se per incoscienza o troppo amore. La sicurezza, certezza, che ora ho con Gabriel al mio fianco.) e lasciai la casa che li aveva visti nascere, ma che non mi apparteneva.

Quanto sarebbe tutto stato piu' semplice, quanto dolore mi sarei risparmiata, mi sono detta spesso, se avessi scelto l'altra strada, quella del silenzio. Ma poi vedo e scrivo di donne con gli occhi spenti, il dolore e la frustrazione dipinti in faccia e mi dico no, devo scrivere anche per loro. Perche' scrivere e' un dono, sapete? E come tale va condiviso. Coltivato, carezzato con dolcezza e passione, costanza. Dignita' e purezza. Cosi' ho sempre difeso la mia arte. E cosi' faro' sempre.

Grazie.

Prof.ssa Giovanna Mulas

http://www.giovannamulas.it/home.html

Già che ci siete, leggetevi anche la lettera di Igiaba Scego al Presidente Napolitano. Un grande grazie a Dioniso per averla pubblicata sul suo blog.


2 commenti:

dioniso ha detto...

Molto toccante questa lettera. Neppure io conoscevo Giovanna Mulas. Grazie per avermela fatta conoscere e per avermi citato.

Mio ha detto...

Sai già cosa penso, lo so. Una donna forte Giovanna Mulas, come ha detto Dioniso molto toccante.

Un abbraccio Yu',

Roberto