31.5.10

Balance

"Scrivere è una masturbazione pubblica continua. Nudo, puro e crudo, il buon scrittore non si censura né ammette censura, è libero da tabù, stili, religioni, spazi, tempi o patrie, li sposa tutti e nessuno. Asessuato, puttana e santo, crea il nuovo nel già creato, entra nel tronco e pensa da tronco, nel cane e piscia da cane, gode dove altri soffocherebbero, sente e vede dove altri oserebbero solo spiare dal buco della serratura."

Giovanna Mulas, 21 maggio 2010.

È tempo di riequilibrare quella bilancia a me tanto cara, di tornare presente a me stessa. Non ho vergogna, no, dei pensieri neri, degli esorcismi tradotti in parole. Lucida anche nella disperazione, ben consapevole dei limiti e dei pericoli insiti nello scrivere, mio e altrui. Non so se sono un "buon scrittore", né voglio definirmi tale. Non ancora, almeno. So solo che in me non muore l'esigenza di raccontare qualcosa che al momento non posso controllare. Non è in me che non ho pace, ma in quell'heavy cross to bear che il destino o chi per lui mi ha appioppato sulla schiena. Non sono certo la prima, né l'ultima sulla terra, non voglio sconti né illusioni. La mia è solo vita. Vita come tante. Ma guarderò questo dolore negli occhi, e non mi lascerò sopraffare. Perché non è colpa mia e perché non è da me arrendermi, anche se a volte sembra la non-scelta più comoda da fare.

Nel buio di parole cupe e malinconiche, il mio nucleo resta vivo e, anche se debole, pulsante. Il mio tendere verso l'altro, inteso come essere umano nella sua interezza fatta di anima e corpo, non ha niente a che vedere col dolore, con la richiesta di aiuto. La vita mi ha insegnato che chi rompe paga e i cocci sono suoi. I momenti di dolore offuscano a tratti le persone che siamo, ma l'affetto, la stima, la gratitudine che proviamo per chi ci ha dato qualcosa, a volte senza nemmeno saperlo, non sono per questo meno veri, meno sentiti, meno sinceri.

Io sono ciò che scrivo. Ma sono anche e soprattutto ciò che vivo, e che non sempre è scritto. Complessità tra altre complessità, a volte inopportuna, a volte impulsiva, a volte sognatrice, a volte invadente.

Spogliarsi dell'aura fantasmatica che per protezione ci si è costruiti addosso negli anni non è mai facile, si può anche essere fraintesi. Ma è un percorso inevitabile per chi preferisce camminare a testa alta, senza più niente da nascondere. Si tratta solo di azzeccare i tempi. E su questo ho ancora molto da imparare.

YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM

Soundtrack: Get The Balance Right - Depeche Mode




There's more besides joyrides
Little house in the countryside

Understand, learn to demand

Compromise, and sometimes lie


Get the balance right

Get the balance right


Be responsible, respectable

Stable but gullible

Concerned and caring

Help the helpless

But always remain

Ultimately selfish


Get the balance right

Get the balance right


You think you've got a hold of it all

You haven't got a hold at all

When you reach the top

Get ready to drop

Prepare yourself for the fall

It's almost predictable


Don't turn this way

Don't turn that way

Straight down the middle until next Thursday

First to the left

Back to the right

Twist and turn until you got it right

Get the balance right

1 commento:

Mio ha detto...

Cara Yu', c'è una cosa che non si può fare a testa bassa ed è danzare, lo sai che lo penso per te. So che non lascerai che ti si tolga questo tuo passo di danza che traspare dal tuo linguaggio. Continua a farlo perché lo fai sempre anche quando tutto sembra vacillare.

Serena serarta Yuki!

Roberto