26.5.10

Il Bombarolo Dell'Anima (o del quieto vivere)



Il tabù del dolore. Il tabù della debolezza. Il tabù del quieto vivere.

Oltrepassato un certo limite, persino questo perde d'importanza. C'è dignità anche nel soffrire. Io, che detesto lamentarmi e crogiolarmi nella sofferenza. Io, quella forte, quella tutta d'un pezzo, quella che ha affrontato le difficoltà e che adesso è stanca e sente la necessità fisica di esternare. Per liberarsi, non certo per farsi compatire da chicchessìa.

Tieniteli per te certi sfoghi, perché pubblicarli?

Perché tenere gli scritti per sé sarebbe come parlare da soli, e non ci sarebbe esorcismo. L'esorcismo è tale in presenza di un pubblico. O, almeno, la sola idea di un pubblico che assiste è forse capace di gabbare l'inconscio e dargli l'illusione di una qualche forma di liberazione.
Non devo rendere conto a nessuno di ciò che scrivo. Già. Vallo a dire alla mia coscienza, che finisce sempre per scusarsi per la sua incontinenza.

Ogni nuovo mattino è una sfida. Ogni minuto, ogni ora, sgocciola lenta in un bicchiere polveroso. Storci la bocca, lettore? Ti ripugna la mia malinconia? Buon per te, non sei ancora a questo punto. Non procedere oltre. Non voglio intristirti col canto della mia agonia.

Non conosci la vergogna, non hai un minimo di pudore?

Nossignore. Io, che nei sogni, ho l'ardire di chiamarmi scrittore.

"...c'è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo,
io son d'un altro avviso, son bombarolo!"

YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM

Soundtrack: Il Bombarolo - Fabrizio De André


4 commenti:

Anonimo ha detto...

Nel dolore non c'è pudore...o meglio, sarebbe una forzatura.

Stamattina aprendo gli occhi ho pensato: CaXXo un altro giorno!
Cosa bruttissima.Lo so.

Jas21 ha detto...

Un amico un giorno mi ha detto che senza il dolore non ci sarebbe il trampolino per andare oltre, per superare le proprie limitazioni, per vedersi nudi per quello che si è senza provare vergogna o dolore, semplicemente osservandosi... Io aggiungo per osservare le catene che ci siamo messi e la gabbia nella quale ci siamo chiusi dentro. Aprire quella gabbia significa crescere e cambiare...
Invece di pensare C...O un'altra giornata, dire che bello, sono viva, ho un'altra giornata e godersela respirando a pieni polmoni

Mio ha detto...

Però la tua coscienza giudica un po' troppo ciò che gli altri pensano; Semplicemente dille che nessuno è obbligato a leggere, secondo: chi resta lo fa per piacere. Poi potremmo discutere sulla natura di questo piacere. Ma queste sono altre cose.

Se ti censuri perdi l'esorcismo come peso sull'altro piatto di una bilancia giammai mal costruita da una Vita deputata ad imbrogliare quasi sempre chi vuol viverla a fondo. Capito??? :P

Salut Yu'!

Serena serata,

Roberto


PS: sempre pronti ma anche accorti ok? Nello scendere le scale
ci metto più attenzione,
sarebbe imperdonabile
giustiziarmi sul portone
proprio nel giorno in cui
la decisione è mia
sulla condanna a morte
o l'amnistia.

Anonimo ha detto...

NOn mollare, amica mia. Non mollare.