28.1.10

La Convalescenza Dell'Anima



Ci vuole un gran coraggio per mostrarsi davvero per quello che si è. O forse no. Ci vuole più coraggio ad accettare chi si mostra davvero per quello che realmente è. Sarà per questo che molti preferiscono tenere i propri scheletri in un armadio. Eppure certe persone mi spingono ad aprire le ante polverose e a donare loro un po' dei miei vecchi stracci, quelli che non ho mai avuto il coraggio di indossare, ma nemmeno di buttare. Chissà che qualcuno non riesca a ricavarne un bel patchwork multicolore!

Ascoltare. Mi piace da matti. Ascoltare per capire, conoscere, ammirare. Sforzandomi di non giudicare, anche se non sempre mi riesce. Persone che stimo, ammiro, che spesso non comprendo, e di cui vorrei conoscere tutto. Non in nome del becero gossip, ma per sapere cos'è che li ha resi ciò che sono oggi. E lo stesso vorrei fare a mia volta. Svelarmi, e non per il gusto del compa(r)timento, ma perché l'istinto mi fa credere che sia il primo passo verso un reale cambiamento. Come una dimostrazione d'Amore. E quando dico Amore, non parlo del sentimento che lega una coppia.

Amore per me stessa, con i miei abissi e i miei slanci verso l'alto, con le mie cadute a faccia in giù e le mie risalite, condite dai graffi che inevitabilmente imprimerò contro una parete insidiosa e scivolosa.
Amore per chi dimostra empatia, profondità, sensibilità verso la vita, la conoscenza, l'Altro.
Amore per l'essere umano nella sua complessità, incoerenza e instabilità.
Amore per un paradiso che non esiste, che solo possiamo ricavare dentro noi stessi, strappando un po' di felicità all'impietoso scorrere del quotidiano bailamme che chiamiamo vita.

Ci pensavo ieri pomeriggio, prima di incontrarmi "figurativamente" con occhi cerulei. Per ingannare l'attesa prima del tanto odiato appuntamento, me ne sono scesa in spiaggia. Una spiaggia che non ha più niente di poetico in questo gennaio inoltrato. Ma cazzarola, se c'è una cosa che ho imparato nella vita è riuscire a cogliere la poesia anche tra i rifiuti che, non ve lo nascondo, qui abbondano copiosi in questo periodo dell'anno. Dopo tanta pioggia, ho potuto godere finalmente di un bel sole e so di peccare di ottimismo nel ritenere ancora una volta le condizioni del meteo così sincronicisticamente allineate al mio stato d'animo.

Come d'abitudine, ho fatto partire il mio lettore musicale. A random. Che meraviglia riascoltare qualcosa di già sentito come fosse la prima volta! Tutto cambia, persino le cose apparentemente statiche. Si evolvono con noi, insieme a noi, in accordo con il luogo, l'ora e persino l'anno che stiamo vivendo. Con il tempo atmosferico e con quello cronologico. Con il tempo universale e con quello interiore. Che giorno è oggi? In fondo cosa importa? So solo che fino a pochi mesi fa mai avrei camminato sulla sabbia con queste scarpe chiare e ora, invece, vi affondo i piedi con gusto, incurante delle onde che quasi lambiscono le mie orme bagnate.

Chi mi vede penserebbe che sono matta, e forse avrebbe pure ragione. E allora, per completare l'opera, me ne sono salita sul pontiletto di legno, quello dei pescatori. Non sono arrivata fino in fondo, ma ho riso divertita al vedere la forza dirompente della mareggiata infrangersi sulla punta e schizzare gli incauti presenti. Il mare sa essere così amabilmente dispettoso. Ipnotico e misterioso come lo sono certe increspature dell'anima, quelle che percepisci inconsapevolmente in alcune persone, senza riuscire a inquadrarle con precisione.

Se sto bene? Felicità a momenti, futuro incerto. Da questo non si scappa. Possiamo solo provare a goderci il nostro nucleo, senza lasciarci snaturare dall'ansia del possesso, dal voler inseguire chimericamente un qualunque oggetto del desiderio, che istintivamente finiamo per rivestire di un'aura salvifica potenzialmente ingannevole e distruttiva. Non c'è nessuno, là fuori, che possa salvarci davvero, se continuiamo a credere che la forza che possa restituirci la vita sia qualcosa di esterno a noi. Siamo tutti interconnessi e, tutti, prendiamo e restituiamo energia a fasi alterne, a ondate differenti, senza un preciso calcolo razionale e intellegibile. Ma la batteria è soltanto la nostra. Ed io mi sento così piccola e fragile, così grande e forte nello stesso, medesimo istante. Questo è ciò che chiamo "i miei momenti di paradiso". Il Nero mi accompagnerà per tutta la vita, probabilmente. Ma, come qualcuno dice, è nel Nero che vivono, nascosti, tutti i colori.

Al mio Amore, ai miei Amici, alle Persone Speciali, le mie fonti di "energia alternativa". Onorata di far parte del vostro circuito!


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM

Soundtrack: No Rain - Blind Melon

[trovato per caso, tra i suggerimenti di YouTube: cliccate sul titolo per vedere il video integrale. L'inizio, neanche a farlo apposta, è davvero in tema con il post!]

All I can say is that my life is pretty plain

I like watchin' the puddles gather rain

And all I can do is just pour some tea for two

and speak my point of view

But it's not sane, It's not sane

I just want some one to say to me

I'll always be there when you wake

Ya know I'd like to keep my cheeks dry today

So stay with me and I'll have it made

And I don't understand why I sleep all day

And I start to complain that there's no rain

And all I can do is read a book to stay awake

And it rips my life away, but it's a great escape

escape......escape......escape......

All I can say is that my life is pretty plain

ya don't like my point of view

ya think I'm insane

Its not sane......it's not sane

5 commenti:

Mio ha detto...

Forse il paradiso è anche fuori, ma li non dipende solo da noi. Ma non credo che possa importare perché alla fine non si è soli comunque. Qualcuno ci aiuterà altri se ne fregheranno.

Come sai, condivido pienamente le tue parole, solo mi chiedo se non si possa alzare questo medio livello tendente a zero. Mi chiedo se non si possa introdurre una componente che aumenti tutto, mi viene da pensare che fosse in quella spiaggia, in quel pontile. Già credo che sia così.

Buona serata cara Yu',

Roberto

Ishtar ha detto...

Solo un tvb all'ennesima potenza...la strada è quella giusta e si chiama consapevolezza, baciotti sorellina

Radio Pazza ha detto...

Incredibile! Il tuo modo di scrivere sembra rivolgersi a chiunque come se fosse personalizzato ...
Boh, mi sono capito solo io ;P
Del mare d'inverno cantò anche al Bertè

Abbracci

Bak

Anonimo ha detto...

sembra di fluttuare tra le tue emozioni...Bel blog, complimenti!
A presto

GM C

jackie ha detto...

Yuki..quell'essere onorate è un mutuo sentimento..lo provo verso di te mia cara amica..perché ciò che scrivi è intenso e coinvolgente..e come ha detto un'amico prima di me sembra di riconoscersi tra le righe,quasi dedicate a chi legge,oltre che tue riflessioni personali..ebbene,senza tema di smentita sei una scrittrice perfetta,coinvolgi ed hai un linguaggio forbito,complesso ma compiuto..e cosa altro dovrei aggiungere se non che sono felice d'averti ri-trovata?;)così vorrei aggiungere che quel cuore,così grande,perché s'è sforzato di contenere tutto forse troppo,oggi rilascia quel potere innato di percepire,di riconoscere,di valutare..in puro stile sincronicity-ah oltre il termine la valenza musicale di certa musica:)-a me non rimane altro che mandarti un saluto superaffettuoso,certa d'aver trovato-molto onorata-un'anima grande sul sentiero della vita,baci dalla tua amica jackie^^