4.2.10

Una Ragazza E L'Immenso



Solo con lui riesco a parlare. Soltanto lui riesce a capirmi. Lui, e lui soltanto, mi accoglie senza pretese. Mai mi giudica, mai punta il dito. E non è mai banale. Uno sguardo che cambia con le ore del giorno, gli anni, le stagioni. Un tumultuoso scorrere che spaventa gli occhi, quando è troppo veloce. Un placido specchio, in cui perdersi e ritrovare se stessi.

Pochi momenti speciali ci appartengono davvero. Quando nessuno ci vede, quando la verità ci possiede, ci parliamo, senza parlare. Ci ascoltiamo, senza annoiare. Ci possediamo, senza perdere noi stessi.

Un passo a due, lo ricordo ancora. Mi ha presa per mano, con coraggio, nessun altro intorno a noi. Mi sono lasciata sedurre. Il suo odore, così intenso e trascinante. Quel rossore, come mai lo avevo visto e vissuto prima. Una musica unica, coinvolgente. E il legno umido a scricchiolare sotto i nostri piedi.

A me piace così, quando è soltanto per me. Solo allora riesco a percepirne la vera essenza, quella che in altre circostanze è diluita sotto altre sembianze, altri colori, altre forme. Fuggevoli istanti, che non durano a lungo. Perché il vento sospinge lontano l'intimo profumo, così lontano che nemmeno lo ricordo.

Ti cammino a fianco quando l'Immenso intercetta il mio sguardo e mi sorride. Ciao Bellissima! Insolitamente rispondo, un po' spiazzata da quella confidenza. Non amo parlare con gli sconosciuti e, quando vengo qui, preferisco passare inosservata. Ma l'Immenso non sembra spaventato dalla mia freddezza.

Sei in cerca di ispirazione? O sei in fuga dalle persone?

Lo guardo un po' sorpresa e timidamente lo raggiungo. Osservo senza troppa insistenza il suo volto scavato, dal vento e dal tempo. Se ne sta beato sulla sua sdraio, lo sguardo perso nell'infinito. Mi accomodo poco distante, appollaiandomi sul tronco di un albero che la corrente ha portato sulla spiaggia nei giorni scorsi.

"Io non so stare tra la gente...", la mia istintiva risposta. Suona come una presentazione.

È molto meglio lui, eh?

Con un cenno del mento, l'Immenso saluta il nostro amico che, con uno scrosciare liquido e schiumoso, gli risponde. Annuisco.

Ce ne stiamo un po' così, in silenzio. E, stranamente, con lui non provo alcun imbarazzo. Sarà forse per il fatto che l'Immenso non si aspetta niente da me. Mi ha capita in un solo istante. O forse è perché mi ha osservata per giorni, durante le mie brevi passeggiate. Lo fa con tutti. Ci studia, ci scruta, ma senza velleità da giudice o censore. Sonda la nostra umanità, con discrezione.

"Come si fa a fidarsi delle persone?", gli chiedo scaldandomi le mani.

Tutti, prima o poi, ti tradiranno. È inevitabile che sia così. Ciascuno di noi, per sua natura, è inaffidabile. Anche tu sei inaffidabile verso te stessa.


Aspira con gusto il fumo dalla sua sigaretta e lo trattiene a lungo dentro di sé, prima di liberarlo schiudendo appena le labbra screpolate.

Il punto è capire di cosa hai veramente bisogno. Hai bisogno degli altri?

La sua domanda, così diretta, mi spiazza. Inizio a giocherellare nervosa con una ciocca di capelli. La avvolgo senza posa attorno all'indice della mano destra. Osservo, pensierosa, le doppie punte che ormai infestano la mia capigliatura trascurata. Bellissima..., penso tra me e me, com'è possibile che lui mi abbia vista così? Alzo lo sguardo verso il cielo, inseguo il volo basso di un gabbiano e gli invidio, una volta ancora, la leggerezza aerodinamica, quel suo innato sapersi adattare alle correnti, senza per questo snaturarsi o perdere la grazia.

"Veramente... Non so più di cosa ho bisogno. So di essere stata altro, da ciò che sono ora. So di sentirmi bene nella pelle che mi protegge adesso, in questo preciso momento. E so anche che ho nella mia vita presenze importanti, che hanno saputo superare il vetro che si frapponeva fra me e loro...".

Ma...

"...ma so che c'è altro ancora ad aspettarmi, con la voglia di sorprendermi e accogliermi. E io non so se sono pronta".

L'eterno dilemma. La scelta tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare... Lui, invece, ha sempre la libertà di cambiare...

Di nuovo il suo viso è rivolto al Mare, comune compagno di confidenze silenziose.
Sorrido a entrambi. Tra poco è ora di rientrare, ma il tramonto è uno spettacolo a cui non voglio rinunciare...


TESTO E FOTO DI YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM

Soundtrack: They Wouldn't Listen - Altered State

V1
Swiftly, though tedious, we walk across this
land.
Treading upon the skulls that peer up
through the sand, and if I had the chance, I'd do it all again.
Though the nightingale
sings softly, she won't recall my name.

Chorus

They won't believe me, they wouldn't listen.

My mind is bending, I won't look back.

You touch me inside, I touch you outside.

I close my eyes, I close my eyes, I close my
Eyes, I close my eyes.
I close my eyes.


V2

This is where I started, I wonder where I'll
end,
and how many lost souls along the way
will I befriend?
And will my acquaintances
climb onboard my show?
And how long will
they linger before they have to go?

Chorus

They won't believe me, they wouldn't listen.

My mind is bending, I won't look back.

You touch me inside, I touch you outside.

I close my eyes, I close my eyes, I close my
Eyes, I close my eyes.
I close my eyes.


V3

All these things and more drift through my
mind as time goes by.
All these things and
more haunt me and clutter up my mind.
And have I thought enough? At least for
today.
The todays are disappearing, all slipping
away.

Chorus

They won't believe me, they wouldn't listen.

My mind is bending, I won't look back.

You touch me inside, I touch you outside.

I close my eyes, I close my eyes, I close my
Eyes, I close my eyes.
I close my eyes.
I close my eyes.


4 commenti:

Mio ha detto...

E se lui, quel Signore di cui parli, non fosse altro che lo specchi che talvolta vogliamo vedere? Sai, credo che non servano riflessi per trovare la nostra vera immagine.

A presto e buona giornata Yu'!

Roberto

Anonimo ha detto...

A volte penso di voler tornare ad essere com'ero.Quando ero più felice.
Non so se questa pelle che mi contiene mi stia bene...

L'Infinito lo ascolto e sento che mi dice di essere troppo legata al passato.

Anche io ci parlo spesso e...si mi vede bella!
bah...Misteri della vita.

Prisma ha detto...

@Mio: forse non servono riflessi, ma che fare quando l'immagine che abbiamo di noi stessi è nebulosa e confusa, quando le prove che la vita ci impone di affrontare distruggono a colpi d'accetta il poco che di buono siamo riusciti a costruire dentro di noi?

@Guernica: io non ricordo l'ultima volta che sono stata felice senza un'ombra in fondo agli occhi... Da quando ho incominciato a dover vivere con la guardia sempre alta, ho avuto momenti di intensa felicità, ma solo "momenti"... Il ritorno inevitabile alla realtà mi è sempre più doloroso. Anche io sono troppo legata al passato. Il problema è che è ormai incarnato nel mio presente e non c'è alcun modo di rimuoverlo, per quanti sforzi possa fare...

Grazie a entrambi per essere passati e scusate se ultimamente non rispondo ai commenti... Spero di tornare ad essere più presente, soprattutto a me stessa.
Un abbraccio.

dioniso ha detto...

Questo post mi è piaciuto. Mi ha suscitato delle domande che lascerò senza risposta. Preferisco immaginare.