9.2.10

Il Destino È Temperamento?


Come sentirsi sporchi, incapaci di agire, col timore di disturbare, di essere inopportuni, di scombinare ritmi, giornate, pensieri. Con la voglia di comunicare tenuta a freno dal muro del terrore del rifiuto, che alcuni instillano, magari senza volerlo, per mancanza di chiarezza. Con il desiderio di non mancare di rispetto, di non dare fastidio, che finisce per sembrare indifferenza.

Certi problemi potrebbero risolversi come Colombo e il famoso uovo. Eliminando scorie di pensiero radioattivo, giochi di ruolo, falsi masters and servants, in assoluta parità e reciprocità, con naturalezza e spontaneità. Ma allora perché con alcune persone sembra non riuscire a esistere questa incommensurabile fluidità?

Stamattina ho aperto a caso un libro - che non ho ancora letto - e, al secondo tentativo, ho trovato questo:
"L'incoraggiante conclusione prospettata dagli studi di Kagan è che non tutti i bambini pieni di paure crescano esitando e ritraendosi di fronte alla vita - in altre parole, il temperamento non è destino. Con le esperienze adatte, è possibile calmare un'amigdala ipereccitabile. Ciò che fa davvero la differenza sono le risposte emotive che i bambini apprendono mentre crescono. Per il bambino timido, ciò che conta, al principio, è il modo in cui viene trattato dai genitori, e quindi il modo in cui impara a gestire la propria naturale timidezza. I genitori che escogitano per i propri figli graduali esperienze incoraggianti offrono loro quello che può considerarsi un duraturo rimedio per le loro paure. [...] La convinzione protettiva sembrava favorire le paure dei bambini, probabilmente privandoli dell'opportunità di imparare a superare i propri timori. La filosofia dell' "imparare ad adattarsi", invece, sembrava aiutare i bambini paurosi a farsi coraggio."

Daniel Goleman, "L'Intelligenza Emotiva".
E se invece si nasce spavaldi e coraggiosi nelle relazioni sociali e poi la vita ci trasforma in timidi? Forse dovrei solo smettere di farmi tante domande e passare all'azione.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM

Soundtrack: Nel Giro Giusto - Bugo

3 commenti:

Mio ha detto...

L'ultima frase: La filosofia dell' "imparare ad adattarsi", invece, sembrava aiutare i bambini paurosi a farsi coraggio., nella quale concordo, non so perché mi ha fatto venire in mente Guccini con Antenor: ...è difficile far rumore sulle cose che c'hai ogni giorno le tue braghe, il tuo sudore, e l'odore che porti attorno. Credo che ci si abitui a molte cose, se non a tutto, dolore compreso. Per questo il coraggio non credo che sia tale, ma solo il "normale" comportamento di chi è abituato a certe situazioni. Quando si comprende come agire tutto diventa "normale". Per iniziare ad agire credo che serva coraggio, molto, questo sì.
Forse la fluidità non esiste per TROPPO rispetto, per paura di mancarne. A mio avviso, non curarti del rifiuto, se ci sarà, vorrà dire che la fluidità che presupponevi era in realtà inesistente.

Che poi, scusa, il fatto che tu presupponi un SE significa un FORSE che implica un MA. Che poi tu chi disturbi? Cioè sei o no la "donna orso" o no??? :D gli orsi non disturbano mai... al limite mangiano persone D:D:D:D

Salut Yu'!

Roberto

dioniso ha detto...

Io da bambino non erao timido, poi sviluppai una timidezza estrema che mi creò non pochi problemi da adolescente ma anche in seguito.
Buona parte delle cause penso risiedano nei metodi educativi usati a quei tempi da mio padre.
Ma oramai non gliene più faccio una colpa. Le intenzioni erano buone. Purtroppo non tutti nacono pedagoghi.

Un saluto

Radio Pazza ha detto...

Alla tua domanda c'è una scomoda risposta ... bisogna rivivere il trauma.
Bisogna rivivere il trauma con una nuova consapevolezza e una nuova forza, ciò renderebbe possibile la rivalsa della te adulta contro l'ingiustizia subita.
Per fare questo ci vogliono una serie di persone tra cui (quando è possibile) il "tiranno", la "vittima" e le figure "protrettrici" ... E' molto difficile mettere insieme questa "famiglia" ma poi compiuto il rito (che può essere anche solo simbolico) la mente riesce a simulare e poi instaurare una guarigione.
Magari mi sbaglio, ma dentro sento che è così.

Con affetto

Bak