16.7.09

Cazzo Vai Cercando?





Assurdo e Concreto, seduti sulla sabbia.
È notte.
Caldo umido. Appiccicaticcio.
Venticello leggero che sale dal mare.
La birra è ormai quasi finita.

Cazzi.
Mazzi.
Schiamazzi.

Solite Paranoie.

A: Cazzo te l'ha fatto fare?
C: Cosa?
A: 'Sta vita qua, tutto 'sto sbattimento.
C: Perché? Te che fai, invece?
A: Prendi me, per esempio. Voli pindarici, pali, frasche e zero lire nelle tasche.
C: C'ho bisogno di stabilità io, diobòno. Altro che voli!
A: Ma guardati! Hai la stabilità di un accordo di pace in Medio Oriente.
C: Cerco solo di pianificare un minimo...
A: Vedo, vedo. Belle, le occhiaie. Una tua idea?
C: Pensa ai tuoi piedi piatti, piuttosto.
A: Perché, cos'hanno?
C: Cammini senza slancio.
A: Non ho bisogno dei piedi, per andare lontano. Dovresti saperlo.
C: Non è buffo? Piedi piatti, proprio tu che di rimanere coi piedi per terra non ne vuoi sapere.
A: Contraddizione è il mio secondo nome.
C: Maledizione, il mio soprannome.
A: Sempre allegro!
C: Puoi scommetterci.

A: Cosa pensi di fare con...
C: Con...? Spiegati meglio.
A: Dài, che hai capito.
C: Non c'è niente da fare, in realtà.
A: Eppure...
C: Lo pensavo anch'io. Ma sbagliavo.
A: Ti arrendi così?
C: Non direi.
A: E allora fa qualcosa, Cristo! Muoviti.
C: Non si sradicano le querce secolari.
A: Che ne dici di una casa sull'albero?
C: Uhm...
A: Ti aiuto io.
C: Ho sete. Vado a prendermi un'altra birra.

Pochi minuti.
Concreto torna con la sua birra appena spillata.
Assurdo non c'è più.
Al suo posto, solo l'impronta del suo culo sulla sabbia.
Concreto scuote la testa, poi immerge il naso nella schiuma bianca.
Giura di aver visto la luna fargli l'occhiolino, prima di crollare sulla sabbia e cadere in un sonno profondo. "Senza pensieri".


Soundtrack: Absurd - Fluke

10 commenti:

fabio r. ha detto...

opposites atract?

giardigno65 ha detto...

la casa sull'albero può aspettare ?

Domhir Muñuti ha detto...

j'ai adoré ça!
da che pulpito viene l'elogio!

Mio ha detto...

Rispondo ora perché stanco, rispondo ora perché arranco. Ora e non questa mattina perché il giorno mi ha regalato stantii dubbi, inesorabili certezze. Forse lo sapevo già.
Chiaroveggenza? No, chiarori di luna che fanno l'occhiolino. Sonata al chiaro di luna, che giornata.
Buona notte Museum,

Roberto


PS: ho scritto un sentimento che mica so spiegare altrimenti. Spero che tu senta l'augurio in queste righe. Ciò per cui vai cercando.

Vale ha detto...

Se vedessi la luna che mi fa l'occhiolino, non credo che riuscirei a riprendermi.

Grazie per il tuo commento :)

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Forse anche Concreto rimpiange Assurdo nel momenento in cui vede la luna strizzargi l'occhio

Prisma ha detto...

@fabio: when one's NUTS, opposites cohabit! :D

@giardigno65: hehehe! Bella domanda... Bisogna vedere cosa ne pensa Concreto. Benvenuto!

@transfuga: vraiment? Quel honneur! Merci beaucoup! Ça se passe quand-t-on a des bons maîtres. Rien à faire avec l'Holden! :)

@Mio: sono tempi duri, caro Mio. Ma noi siamo ancora più duri. Di comprendonio? No, di capoccia! :D

@*Vale: infatti Concreto se ne sta ancora stordito sulla sabbia... (P.S. Grazie a te!)

@Daniele: Assurdo l'è qual piuma al vento... Oggi c'è, domani forse. Ieri chissà. Concreto è stanco dei suoi continui tira e molla. Ma dovrà farci l'abitudine, mi sa. ;)

cicerchiata ha detto...

E allora fa qualcosa, Cristo! Muoviti.


Assurdo. Ho avuto una discussione così qualche sera fa.

Nulla di Concreto: abbiamo parlato della Luna.

Ti abbraccio. CI.

Prisma ha detto...

@CI: sempre più connesse, èh?
Ti abbraccio anch'io! E ti mando pure un frìccico de luna... ;)

Anonimo ha detto...

BORGES e il suo "specchio":
: ( interessante conversazione, Prisma)
:
:Sono ogni istante del mio lungo tempo,
ogni notte di insonnia scrupolosa,
ogni parola e ogni veglia.
Son la memoria erronea di una stampa
appesa nella stanza e che i miei occhi,
ora spenti, videro chiaramente:
il Cavaliere, la Morte e il Demonio.
Sono quell’altro che guardò il deserto
e continua a guardarlo eternamente.
Sono uno specchio, un’eco. L’epitaffio.

Salvatore Fittipaldi