1.12.09

ScatoLogico





Staccare la spina. Duro allontanarsi dalla tua propagazione tecnoica. Ma doveroso.

Stai implodendo. Letteralmente.

Sai benissimo che non sei così. Che la vera Te è là fuori, che aspetta solo che allunghi le mani a toccare il cuore delle cose, a fendere l'aria, a gemere il buio. E non solo interiore. Lui lo sa. E sarà con te, in ogni istante. Ti vedrà tornare bambina, zompettare allegra, mimare passi di danza maldestri, dimenticati da un corpo privo ormai di allenamento, intorpidito, come la mente atrofica, ipertrofica, famelica di Sapere.

Un enorme ostello tutto per voi. La notte fredda non teme coperte. Ho dimenticato di portare Musica. Esploriamo. Giù per le scale, nella cucina senza riscaldamento. Due porte come di saloon. Entriamo! Un ripostiglio, posate di plastica, un barattolo di Nutella, della camomilla, cianfrusaglie varie e poi la vedi: la Radio! Vecchia, impolverata, semidistrutta. Non fa niente! Purché sia funzionante. È un attimo. La prendi tra le braccia, e via, di nuovo, su per le scale stavolta. Inserisci la spina nella presa e inizia la magia. Strani fruscii, voci aliene, lingue misteriose: la macchina del tempo! Gira la manopola in cerca di Mistero! La stanza ora non è più silenziosa. La polvere non fa più paura. Nemmeno il minuscolo scorpione sulla parete immacolata.

Il mattino è frizzante. Pungente. Naso all'insù, come tanti anni fa, assorbi la vera Te e speri che non se ne voglia più andare. Sai già che tra poco dovrai tornare. Ora no! Pensiamo all'Azione. Leonardo e le sue macchine umanistiche. Datemi una leva e vi solleverò il mondo! Il massimo del risultato con il minimo dello sforzo. Inventare di notte, quando nessuno disturba. Una candela per misurare il tempo. Occhi d'aquila. Matematica e Geometria. La forza propulsiva. Il Volo. Cosa sarebbe successo se un genio simile fosse nato altrove? Il Progresso o l'Apocalisse? Ulisse. Gli occhi di un bambino.

Via verso nuove scoperte. Immerso nel verde un paradiso profano. Simbolismi. Surrealismi. La verità dell'uomo è nella cagata. Lo dice lui. L'uomo chiamato astro nascente. La Follia e la Saggezza. La Consapevolezza e il Bambino Interiore. Il Sole e la Luna. Lo Yin e lo Yang. L'Uomo e la Donna. La Notte e il Giorno. La Luce e il Buio. L'armonia degli opposti. Viviamo nelle scatole, polli nel pollaio, siamo il frutto di imitazione esterna. Non siamo. Uscire nel buio solo se si è certi di tornarne vincitori. Il giardino rinascimentale. L'uomo come parte del paesaggio. Del labirinto. Interiore. Tre porte. Una scelta. Solo lei potrà salvarci nei momenti di calo energetico. Le vibrazioni. I campi energetici affini. Non sono matta! O forse sì. Potessi esserlo come lui! Signore e padrone delle sue elucubrazioni. Al riparo da certe sterili masturbazioni. Giullare sceso dall'alt(r)o per risolvere l'impossibile. I sette ottavi. La Musica è Materia scolpita. O la Materia è Musica scolpita? Non ricordi. La grande nave. L'amore. Una donna senza testa. L'occhio alato. E un cipresso fulminato. La malattia che fa rinsavire. Francesco e la spoliazione. Un Bene superiore. La Nudità che fa paura. Che si nasconde in decine di simboli e geroglifici. Decrittare. Scoprire. Annusare. Scavare. Per rivestirsi di pura essenza. La Luna che danza. Si specchia. E ci specchia. Stimmate. Un pensiero che scotta. Resisteremo. No pasaràn! Se non vogliamo.

Il grande vecchio dalla sciarpa rossa. Il suo richiamo dalle vetrine. Una città medievale. Un pozzo che porta nell'Ade. Osho e le carte. Io e l'Altro. Il Castello e l'Immaginazione. Un figlio e sua madre. Un viaggio senza ritorno. L'Essere e il Non Essere. L'Arte come Comunicazione. Come Missione! Altrimenti è solo Finzione.

Infarino la mia pseudo cultura. La impasto con l'Amore. Persone Speciali attendono. Per loro non esiste la locuzione: "Non ho tempo". Dalla tastiera al mattarello. Passando per i Pink Floyd, Johnny Cash, Joe Strummer e la loro Redemption Song. La Luna, il Sole e le Stelle farcite di marmellata di mirtillo. Una spolverata di zucchero a velo. Un bacio leggero.

Dolce E., fragile tigre in via di estinzione, questi sono per te. E per me. Non voglio più aver paura di dire: ti voglio bene.

Grazie di Tutto.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM


Soundtrack: The Voice - Alan Parsons Project

6 commenti:

Radio Pazza ha detto...

Ma certo che sei matta ... anzi sei PAZZA! HAHAHAAHAHAHA
Come disse Tyler: "You're not your job. You're not how much money you have in the bank. You're not the car you drive. You're not the contents of your wallet. You're not your fucking khakis. You're the all-singing, all-dancing crap of the world."

Bak

Prisma ha detto...

Hai ragione Bro! Anche tu però non scherzi, hehehe! :D Lo dimostra il fatto che leggi i miei deliri e li commenti pure. Se non è pazzia questa! :D :D :D

W RADIO PAZZA!!!

p.s. gran bella citazione, non la conoscevo. (tanto pe' cambià) :)

p.p.s. presto spero di riuscire a postare ciò che ha in parte ispirato questo post... Connessione farlocca permettendo. :(

desaparecida ha detto...

beh...rieccomi a terra dopo avere girato nella giostra dei matti!

Concludere il tuo frullato razional-emotivo con un bacio leggero è perfetto. :)

Prisma ha detto...

Ahahaha! Me lo prendo volentieri, bedda mia. Non sai quanto abbia bisogno di leggerezza...

Mio ha detto...

Bella dedica Yuki, davvero carina.
Certo che me ne sono perse di cose nell'ultimo periodo... mannaggia. Recuperò! :)

Buona serata,

Roberto

Prisma ha detto...

In realtà più che una dedica è un mix sconclusionato di più imput emozionali mescolati in un frullato psico linguistico, AHAHAHA!

Grazie per leggermi ancora, anche da lassù! :)