25.12.09

Ipo-Crisi-A





Un altro. Cadiamo così, come le mosche.
- A che ora è il funerale? - Alle dieci.
Sveglia alle 6. Io e il babbo. Si torna al paesello.
La mattina della vigilia di Natale.

Tira vento, ma non fa più un freddo becco. E c'è persino il sole.
Il prete fuori dal comune e la sua omelia. Mi sei piaciuto, anche stavolta. Anche se sei strambo forte.

Si cammina tutti lemme lemme, a messa finita, dietro il carro funebre. E penso menomale. Ora hai smesso di soffrire. Povera zia, che te ne sei andata un fracco d'anni fa, quando morì tuo marito. Che la tramontana mica t'ha fatto onore, e invece di portarti via con lui ti ha regalato nove anni di passione, perdita di lume e smalto, e progressiva regressione. Fino al deterioramento delle ultime settimane. Se l'aveste vista, non l'avreste nemmeno riconosciuta.
Povera F. Si può amare una persona fino al punto da cessare di esistere, in barba al corpo terreno che continua la sua ipocrita e vuota esistenza, nonostante la mente se ne sia andata a ramengo da tempo? Se penso a come stasera ti sei preso cura di me, angelo mio, come nemmeno io sono in grado di fare, e a quanto ti amo, non stento a crederlo. Ma piuttosto un colpo in testa, che finire così, lentamente, nella sofferenza mia e altrui. Povera, piccola F. Ottantatre anni in un corpo di bambina. E ora eccoti lì, accanto a lui, mentre murano il tuo mucchietto d'ossa accanto alle sue. Sotto c'è mia nonna. Ho fatto appena in tempo a conoscerti, 28 anni e 9 mesi fa, e a piangere dallo spavento davanti al tuo aspetto austero e quell'orrido cappello.

La cappelletta di famiglia cade a pezzi. I cugini rimasti discutono sul da farsi, eccetto mio padre che, da buon orso, spesso se ne resta un po' in disparte, anche coi pensieri. Sarà, ma a me, quando sarò morta, non m'importerà una sega, come dicono da queste parti. Ho sempre pensato di farmi cremare e far spargere le mie ceneri in mare. Ma ho scoperto che è vietato. Pensa te! Son capaci di romperti i coglioni anche da morto, come direbbe praticamente due terzi della mia famiglia di toscanacci. La parolaccia, che mia madre odia tanto. È volgare.
Sarà. Per me sono molto più volgari certi comportamenti ipocriti. Come il mio oggi, per esempio. Tentare di spiegare a tutti perché anche stavolta non c'eri. E lo sai mà? Mi sono proprio rotta i coglioni. E anche se è Natale e ce l'ho messa tutta per coprirti, per difenderti, anche da lui che ti usa come foglia di fico per le sue mancanze - me l'ha ordinato il capo, il generale ha detto così, et cetera et cetera et cetera - anche se è Natale e bisogna essere tutti più buoni, io penso di esserlo anche troppo, e non per mia scelta. E anche se sto in riserva, mi son messa a fare l'eroina. Finché a tavola, davanti all'ennesimo io non bevo, sono crollata. Che stronza. Dovevo immaginarlo, non sono di pietra! E certe volte devo dire no. Ma non perché sono stronza. Perché non sono come gli altri. Ho l'energia contata. E non posso permettermi il lusso di esaurirla.

Mi spiace nonna, per aver rotto quel bicchiere. Credo fosse tuo. Lo so che non puoi rispondermi, e allora? Scusa posso dirlo, almeno? Scusa un corno. Ha resistito per 29 anni, quel bicchiere. Eh, lo so. Anche io. Ecco, allora vedi di starci più attenta, la prossima volta. Che i bicchieri rotti si buttano, ma anche i cristiani. Già.

Quante cose che non puoi dire. A che servirebbe? Tanto non capirebbero. E altre, semplicemente, non le puoi dire per puro istinto di sopravvivenza. Eppure non è stato così male, oggi. La piccola M., per esempio. Non te lo saresti mai immaginato tuo cugino S. andare così in brodo di giuggiole. Hai visto che capolavoro? Eh, già, cuginastro che non sei altro. E lei sembra essere nata per fare la mamma. Semplicemente perfetta. Nonostante sia più giovane di me.

E poi il pranzo della vigilia, e zia A. che prende sottobraccio zia F., quando fino a poco tempo fa nemmeno si salutavano. E la tua foto, cugino C., mentre imbracci la chitarra, il sorriso felice di chi vuole essere ricordato così. Lo sai? Ero riuscita a non piangere oggi, finché non ho varcato la soglia della tua cappelletta. La chitarrina in miniatura e la targhetta degli amici che sentono il vuoto immenso che hai lasciato. Lo vuoi anche tu il ricordino di C.? Accidenti se lo voglio. Come vorrei averlo potuto sentire cantare e suonare almeno una volta. Mannaggia alle distanze. Zia cara, spero proprio che oggi non resti sola a casa. Continui a ripetere e a rivivere milioni di volte la stessa scena. La morte improvvisa del tuo unico figlio. L'altra zia F. aveva cominciato così, quando morì suo marito. Speriamo tu non faccia altrettanto.

Sono le quattro, più o meno. Piove e ci aspettano almeno due ore di macchina. E la mamma ci aspetta per il cenone. La tua vecchia autoradio a cassetta. Fortuna che qualcuno si è ricordato che avevamo l'adattatore. Collego il lettore mp3 ed è fatta. Lo shuffle regala a questa desolata campagna dal sapore autunnale un'aura di mistero e fragilità. Calcolo i tempi. All'imbocco dell'autostrada farò partire la mia ultima creatura. Così puoi sentire cosa combina tua figlia al computer, oltre a tutto il resto. E magari entriamo pure nel clima che una sera come questa dovrebbe possedere. È o non è quasi Natale?

Pochi istanti e l'auto si trasforma in un carillon. Sorrido, non ci posso credere! Fa tutto un altro effetto sentirla qui. Ti piace. Rientriamo a casa e sono felice. Resisto persino al fuoco di fila delle sue domande, al lavoro perso, ai casini lasciati ad accumulare per poter essere presente oggi, lì dove credevo di dover essere, anche se ora, onestamente, non lo so più.
E poi le mie crisi e quella musica ripetuta a loop. E le mie cuffie nuove di pacca... i bassi come non li avevo mai sentiti, non certo con le mie vecchie cuffiette di skype! Sorrido come un'ebete e penso a quanto ti amo! E poi l'altra sorpresona... Ma come ti vengono? Mi risparo per l'ultima volta la playlist self made. Non tutto è perduto. Nemmeno il foglietto con la tua poesia, Don Roberto. Che più che un prete mi sembri uno scrittore mancato, scusa l'insulto. Ma sai, tra "colleghi" ci si riconosce. E anche tra "pazzi".

A buon rendere...


Buon Natale......!

Tutti gli uomini hanno bisogno di tenerezza,
ma sono piuttosto restii a riconoscerlo.
Recitano la parte delle persone adulte
che si controllano.
Eppure è così chiaro che in ogni cuore
si nasconde quel bambino che eravamo e che non
è mai cresciuto.
Il bisogno di tenerezza è rimasto là...
come un fiore bisognoso di acqua.
Non avere vergogna di Dio.
Non temere di chiedergli di avvolgerti
nella sua infinita tenerezza.

Lascia che Dio ti prenda in braccio.

Lascia che Maria lo deponga
nella culla del tuo cuore.

Lascia che il Natale ti avvolga
nel suo mistero.

Lascia che il tuo cuore
diventi un cuore nuovo.

BUON NATALE A TUTTI!!!!!!!

Don Roberto.


YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM

Soundtrack: Just A Sad XMas - Soul Duo

8 commenti:

Ishtar ha detto...

Mia cara sorellina, sono qui di fronte al pc mentre sorseggio una tazza di the nero al rum gentile dono di un altra cara amica e leggo di te...nonostante tutto cara sento la tua luce emergere, nonostante il dolce amaro che ti circonda, è una gioia sentire che le persone che ami riescano ancora a sorprenderti positivamente...tesora accetta lei così come è, non ci rimane alternativa, io lo so bene :)
andrò a gustarmi la tua ultima creatura natalizia ma lunedì e martedì...prima di prendere quell'aereo direzione destino questioni in sospeso con l'amore sta volta per una terra e non per un uomo, con in tasca la mia voglia di tenerezza che non cede alle tentazioni, ma decide di farsi "soddisfare" dalle cure amorevoli attenzioni di voi dolcissimi amici che state nel mio cuore, tvb

Mio ha detto...

Le tue parole cullano davvero. Contengono il gusto di ciò che sta andando di ciò che è andato ma che resterà... come dopo un Viaggio in compagnia di persone speciali, un ricordo sempre vivo.

Ti auguro di soddisfare i tuoi Bisogni.

A presto Yuki,

Roberto

fabio r. ha detto...

bellissime parole, dure, dolci, speranzose, disperate, come sempre.
grazie di averle condivise.
un abbraccio scwesterchen

Prisma ha detto...

@Ish: cara sorre, accettarla l'ho dovuta accettare per forza, il punto è come non farsi sovrastare completamente e farsi succhiare l'energia... :) Prima o poi riuscirò nell'obiettivo che mi sono prefissata, cascasse il mondo, ma ce la farò! Un abbraccio, cara... E grazie per le parole...

@Mio: sono contenta di averti cullato e non solamente angosciato. Avevo davvero bisogno di buttare fuori, ma allo stesso tempo avevo paura di appesantire gli altri... Alla fine il primo istinto ha avuto la meglio sulla seconda. ;) Grazie dell'augurio, che ricambio, come sempre.

@Fabio: grazie a te, di cuore, per avermi dedicato un po' del tuo tempo. Sono felice che il mio scrivere non sia solo uno sterile sfogo post adolescenziale... Grazie per avermi lasciato le tue impressioni sincere... Un abbraccio forte forte.

Anonimo ha detto...

Schegge di vita... impazzite o no?

Hai ragione nel dire che le cose bisogna accettarle per forza, e guarda che la considerazione è molto più profonda di quanto non possa sembrare: certo, quando muore une persona c'è poco da fare, lo capiscono tutti anche se magari non vogliono ammetterlo, ma in tutti gli altri casi? Una storia che va male, un affare sballato, un colpo di sfortuna...

La verità è che siamo noi a doverci adeguare agli eventi della vita, semplicemente perché non c'è altra strada, semplicemente per vivere senza sofferenza... perché quando si smette di voler opporre la nostra volontà alla corrente degli eventi riusciamo ad armonizzarci con essi e persino a nuotarci dentro dirigendoci dove desideriamo.

L'importante sarebbe riuscire a rendere consapevole questa scelta, in modo da stare bene il più spesso possibile, sempre, e non solo quando l'urgenza delle cose ti costringe a guardare a fondo dentro te stessa.

Certo, poi la vita riprende, fatta di sensazioni, nuovi stimoli, della tua gioia di vivere e delle persone che hai intorno, e anche questo è bello...

Prisma ha detto...

Hai proprio ragione, caro Angelo... Armonizzarci con gli eventi e volgerli, infine, a nostro favore. Questo è ciò che sto cercando di fare. Ho ancora molto da imparare, ma ce la sto mettendo tutta. Ed è immensamente bello, per me, questo scambio con voi. Sapere che non si è soli in questa continua struggle for pleasure...

Grazie di cuore per aver lasciato un segno del tuo passaggio! Mi fa sempre enormemente piacere. :)

jackie ha detto...

Tanti tanti e dico tanti auguri tesoro..buon anno dalla tua mai dimentica di te amica jackie;)

Prisma ha detto...

Grazie, mia cara Jackie. Di cuore. Continua così! E Buoni Anni Migliori.
Possano regalarti finalmente quello per cui stai lottando da anni.

Un abbraccio.