22.7.08

Imprinting





Ci sono brani che ti sparano l'infinito nelle orecchie.
Radioactive Toy è uno di questi.

Dopo due settimane di fila passate a lavorare all'aperto, senza neanche un giorno - uno - di pausa, con il caldo umido della capitale a ricordarti che sì, anche se ti lavi e vai a scuola sei un animale, riemergo dall'apnea.

Il mio precario equilibrio psicofisicosomatico si è ristabilito per osmosi. Sorprendentemente intonso, nonostante la botta.

Tutto sommato, soppesando i pro e i contro dell'esperienza appena trascorsa, che mi appresto a ripetere di qui a poco, non posso non ammettere che ne ho viste (vissute) delle belle.
E anche delle brutte.

Di sicuro ho toccato con mano il polso della situazione italica. Avuto incontri ravvicinati del terzo tipo con la fauna di periferia - cui peraltro appartengo -, perfetto campione degli abitanti di un paese che si appresta a ritornare anche politicamente periferia d'Europa.

Un censimento? Non proprio. Ma ci si avvicina molto.
Mancavano solo le impronte digitali.

Ah, le meraviglie del marketing. Fortuna che ho scelto di passare dall'altra parte. Tornare ad essere l'ultima ruota del carro. Un mero esecutore di compiti insulsi ma bisognosi di tanta pazienza e capacità di sopportazione.

Meramente per soldi. Pochi, bagnati di sudore, ma miei.

Strano se penso che chi commissiona simili lavoretti nemmeno immagina che un tempo, per un breve periodo della mia vita, sono stata tra quelli a cui insegnavano come idearle certe campagne promozionali.
Scelsi volontariamente di scendere, finchè ero in tempo, da quel carrozzone di ambizioni totalizzanti che non sentivo mie, in nome delle quali mi si chiedeva di rinunciare al mio tempo libero, di sacrificare anima e corpo all'altare della carriera.
In nome di cosa? In nome di chi?

Quei panni non li avevo ancora nemmeno indossati, che già me li sentivo stretti.
Una fitta lancinante al petto, continua, costante.
E la decisione. Sofferta. Di lasciarmi tutto alle spalle.

Che sei matta? Buttare via un'occasione simile?

Sì, matta fino al midollo. E ho ricominciato nuovamente da zero.

Ancora oggi sono in cerca di un mio posto nel mondo...
Ma sono libera.
E so che la mia vita non è il lavoro.
Anche se non ho paura di sporcarmi le mani.


Soundtrack: Radioactive Toy - Porcupine Tree





Run through forests on a hot Summer day
Trying to break down walls of numbing pain

Give me the freedom to destroy
Give me radioactive toy

Taste the water from a stream of running death
Eat the apple and cough a dying breath

Feel the sun burning through your black skin
Pour me into a hole, inform my next of kin

Run through graveyards on a dusty Winter day
Spit the dirt out and try to say...

13 commenti:

Bk ha detto...

Bisogna riuscire a mantenerla la stima di se stessi. Sempre.
Un bacio ed un mia impronta sulla fronte...
Bk

2pa ha detto...

chi si sa mettere sempre e comunque in discussione, e + che mai chi lo fa avendo già raggiunto una certa posizione, beh, non può che avere il mio massimo rispetto.
per quanto possa contare
spero comunque che nel tuo continuo cercare si presenti la classica proposta a cui non si può dire di no (di padriniana memoria!)
un abbraccio dai 20 gradi appenninici, ha appena smesso di bufare (= piovere forte)e ora mi godo l'arietta!
muy abrazos

DRESSEL ha detto...

qualcuno ti svelerà qual è il tuo posto quando meno te lo aspetti. grazie per la canzone; è una delle mie preferite.

Mio ha detto...

Museum matta? Io penso di no. Perché i matti di solito stanno rinchiusi in manicomio. Ma poi siamo sicuri che è il manicomio chiuso sul mondo o non è che il mondo rinchiude il manicomio? Beh perché se così fosse, e ne sono convinto, allora i matti sono fuori... cioè dentro.
Buona fortuna Museum, troverai-rimarrai sicuramente nella tua dimensione libera, ne sono certo!
A presto,

Roberto

Prisma ha detto...

@bk: grassie, caro...

@2pa: mìììììììììì, ma parli della PROPOSTA? Quella che NON SI PUO' ASSOLUTAMENTE RRRRIFIUTARE??? (pronuncia rigorosamente sicula) :D

Sapessi quante proposte ho rifiutato, in nome del Sogno... Una vera pazza cosciente...

@dressel: il fatto è che io so qual è il mio posto... Ma non riesco a raggiungerlo... Si vede che non sono ancora pronta!
A proposito dei porcospini... Va a finire che ci ritroveremo tra il pubblico ad applaudirli a novembre! (spero proprio che facciano un altro bel live a Roma anche quest'anno!).

@roberto: sì, sono proprio matta. Ma cosciente. :D
Quante legnate dovrò ancora prendere dalla vita? Ma tanto io non mi arrendo mica. Per ora sono solo una leonessa addormentata... Che cerca di recuperare le forze in attesa delle nuove battaglie!

fabio r. ha detto...

ciao Museum!
passo per un saluto veloce ed un ben riletta!

un abbraccio

Anonimo ha detto...

....L?importante non è dove si arriva, l'importante è il viaggio.

Per questo sei consapevole di aver fatto bene a scegliere una strada diversa, per questo dici con orgoglio che "la mia vita non è il lavoro".

Certo che no! Il lavoro fa parte della vita, è necessario sia per mantenersi che per conservare solide radici nella realtà ma è solo uno strumento, non un valore.

IL valore siamo noi esseri umani, sei tu che ragioni, parli e vivi...

Ciao, e scusa la mia prolungata assenza.

Unknown ha detto...

YEEEEEEEEEEAAAAHHH!
Bel pezzo davvero ...
Io sono nella situazione opposta: i vecchietti solitari e chiaccheroni del mattino, la barca per i turisti col reggaetton a manetta e la puzza di nafta, i fischietti dei grattaheccari, gli amici scrocconi che ti bevono l'acqua nonostante tu la lasci al sole fino a diventare tè neutro per non fartela finire, quelli che ti si piazzano nella tua ombra, quelli che ti si piazzano davanti, lo scroscio delle onde, il peso dei pedalò sullo scalino ripido, i bambini che urlano ... ed è solo lunedi'.
Indovina che lavoro faccio?

O<-<

desaparecida ha detto...

passo x un saluto...
sorellina qua si muore di caldo...si muore proprio eh?
un bacio

Prisma ha detto...

@angelo: non ti scusare... Anch'io latito da un po'. Ma è sempre un piacere ritrovare voci amiche.

Sono d'accordo sul fatto che il lavoro sia uno strumento.
La sfida più difficile credo sia trovare/costruirsi un lavoro che coincida con il proprio Valore.
Un lavoro che rispecchi quello che si è, quello che si ha da dare/dire al mondo, quello che ci permette di imparare ciò che ci manca per conoscere il mondo...
È dura, ma a volte ci si riesce.
Questo, almeno, è quello che mi auguro...

@bak: hehehe... me lo avevi detto che d'estate fai il bagnino, o meglio, il guardiano del mare. Spiaggia libera o stabilimento? Com'è la fauna che ti capita di incrociare? Di sicuro a lavorare a contatto col pubblico ne capitano di tutti i colori!

@desa: ciao cara! Vero. Fa tanto caldo. Tu però resisti, èh! Un bacio.

Prisma ha detto...

@fabio: ciao fabiuz! Un abbraccio!

Anonimo ha detto...

Meravigliosi Porcupine Tree... Rendono sempre l'idea di ciò che pensi e vuoi dire...scrutano l'animo!

Jeger.

http://therockisdead.splinder.com

Prisma ha detto...

@Jeger: già... Puoi dirlo forte. Non so se hai mai avuto l'occasione di ascoltarli dal vivo...
Ti giuro, i brividi. E Wilson è un grande.