23.10.07
Senso
Vivo nell'insostenibile leggerezza che non ho. Nell'incontentabile fremito dei rimpianti e nell'onnipresente sensazione di aver perso qualche treno. Nella frenesia dei sogni che correndo inseguo. Inciampando maledico. Che lievitando di emozione prego di non abbandonarmi mai.
Se la vita fosse un ascensore, spingerei continuamente i tasti. Su e giù. Giù e ancora su. Scenderei a ogni piano e vivrei le mie infinite vite parallele, come in un intricato groviglio da cui si può tornare indietro.
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6 commenti:
Ci sono (putroppo) solo un miliardo di possibilità. O ti fai o ti fai fare. Occorre trovare il modo di farsi inseguire dai sogni e non di continuare ad inseguirli, I sogni sono importanti, intendiamoci, anzi... sono il motore dell'esistenza, sono lo scatto della molla. Ma dove sta il confine tra l'inseguire un sogno e vivere perseguitati dall'inseguirlo? Il confine è labile, è la bile. Occorre superare i sogni e fare in modo che siano loro a seguirci. Che tirino loro fuori la lingua per la stanchezza di correre, sogni bastardi!
Già... Quanto hai ragione! Mi piace l'immagine dei sogni con la lingua di fuori che mi inseguono... Ci sta tutta!
Grazie per essere passato e aver lasciato un segno :)
bella la vita come un ascensore...bello pensare che quando si va giù si torni sempre e comunque su...
Vero, krepa. E sono talmente tante le volte che nella vita finiamo ai piani interrati, che un ascensore ci eviterebbe proprio un sacco di rogne... :)
La vita è un ascensore. Però il materiale di cui l'ascensore è fatto siamo noi a deciderlo. Quelli vecchi, di una volta, sembrano decrepiti ma alla fine sono i più resistenti. :-)
Condivido. Le cose di una volta erano fatte per durare. Poi si sono accorti che era antieconomico per le loro tasche... E oggi si butta e si ricompra continuamente, anche se è passato pochissimo tempo dall'acquisto...
In realtà ho scelto l'immagine dell'ascensore perchè mi intriga l'idea che le nostre molteplici vite parallele, le nostre infinite possibilità, possano trovarsi lì, semplicemente celate dietro una porta scorrevole a ogni piano di un'in(de)finita dimensione spazio-temporale.
A ogni livello potrei trovare una me che vive esperienze diverse, espandendo all'infinito le sue possibilità di conoscenza di sé e degli altri. Una sorta di reincarnazione senza la reincarnazione :) È parecchio contorto, me ne rendo conto.
No, non è il luppolo. È tutto naturale... :)
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