2.4.09

Porte...



Sincronicità. Ancora. È tutto il giorno che mi sento strana. Diversa. Una concatenazione del tutto casuale di eventi e pensieri, che riletta al contrario mostra il suo filo conduttore ill-ogico.
Si chiude un cerchio, se ne apre un altro, ciclicamente perfetto.
Ho paura, non so se sono pronta a ricominciare tutto da capo.

Brividi e farfalle, volteggiano impertinenti nel mio stomaco. Faccio due passi. C'è un'atmosfera diversa. Più luminosa. Sono le tre e mezza, ma dovrebbero essere le due. Possibile che questo cielo così luminoso, questo indicibile splendore che adesso avvolge il mio squallido quartiere, siano solo il frutto del programmato ritorno all'ora legale?
C'è uno strano silenzio. Piuttosto innaturale per una zona trafficata come questa, interrotto qua e là solo dal rumore di un motorino e di un autobus di passaggio.

Si ricomincia. Di nuovo.
Io non sono più la stessa. Tu non sei più lo stesso. Le tue tasche sono più pesanti e più vuote di prima. Le tue suole consumate. I capelli sempre fuori posto, ogni giorno più ribelli. Come te.
E non basta più una canzone, a farti andare via.
Sei con me in ogni istante, ormai. L'ho voluto io. Da quando ti ho messo per la prima volta gli occhi addosso. Non avrei mai immaginato...

Ho mille cose da fare, tanto lavoro arretrato e un grosso senso di responsabilità che curva la mia schiena. Ma non riesco. La testa si rifiuta di starsene al suo posto. Le mani continuano a industriarsi nell'inutile tentativo di mandare avanti la baracca. Tutto inutile.

Mi ritrovo a sfogliare una cartella piena di file musicali. Clicco a caso. Una silenziosa intro, in crescendo. Sale, dolcemente. Dentro di me. E con lei la marea di ricordi e sensazioni contrastanti.
Scrissi questo, tempo fa. E anche lì c'eri tu. Un'ombra, un fantasma di passaggio. A scaldarmi in un momento buio.

C'è un motivo se oggi, proprio oggi si è riaperta quella porta, dentro di me?
No. Proprio nessuno.

Pochi giorni, e si riparte. Nessun problema. Ci sono abituata.
Ma ho ancora paura.

Soundtrack: Svo Hljótt - Sigur Rós

4 commenti:

Mio ha detto...

Ieri, volevo scrivere un post, ieri ho avuto una telefonata in una lingua ancora straniera, di quelle importanti e che danno speranza però assolutamente nessuna sicurezza. Ti lasciano appeso lungo la parete che affronti in ascesa.
Sai, volevo scrivere un post (ma poi ho letto te) l'avrei intitolato "Fusione Personale", tutto parte da un primo urto e poi l'energia si espande si genera si ricrea su se stessa da se stessa. Non fa scorie che durano un eternità ma lascia solo un qualcosa di nobile è... come hai detto tu con le tue sempre splendide parole.
Questa vita a spirale che cresce lentamente in cerchi che solamente sembrano chiudersi da qualche parte DEVE portare, DEVE portare verso l'alto per chi, come te, la percorre nel giusto senso. Ne sono convinto TUTTO TORNA!
A presto Museum,

Roberto


PS: W "la" Museum con le farfalle ;)

Prisma ha detto...

Come, volevo? Corri a scrivere quel post!!! :D No, non sto scherzando.
Ti ringrazio per i tuoi incoraggiamenti... Al momento solo di una cosa sono certa: mi sono rotta le palle di seminare nei campi di pseudo contadini finto comunisti da salotto. :D Piuttosto che dare a loro i miei semi, me li magno. Tiè! :D
Polemiche a parte, per ora tutto langue. Mi sto dando da fare su altri lidi. Prima o poi, se così dovrà essere, forse seminerò ancora. Ma avrò cura di selezionare meglio il terreno la prossima volta.
E a chi mi dice che bisogna accettare i compromessi, rispondo: sì, ma non se sono unilaterali. ECCHECCÀ!
:D

Anonimo ha detto...

Quanto tempo che non vengo a visitare il tuo blog! Tempo colpevole, tempo di appannamento, ed ecco che ho l'impressione di tuffarmi nell'acqua fresca e rimango senza parole.

Leggo le tue immagini, limpide e piane, e mi sembra di percepire le tue sensazioni....non ci ero più abituato, bello!

Prisma ha detto...

Grazie Angelo! Che piacere ritrovarti!