4.3.09

Mind Mys(t)eries



Ricordi di una conversazione interrotta, appena accennata. Quel sogno ricorrente, fin troppo reale, che al risveglio ti inchioda al fatto che non sfuggirai tanto facilmente alla croce che la vita ti ha appiccicato alla schiena. Devi volerle le cose, volerle davvero, altrimenti non se ne esce. È così che funziona, no? Ed è inutile illudersi che col tempo passerà, perchè non passa. Sai che per salvarti dovrai sfuggire allo stanco loop che da anni si ripete incessantemente nella tua testa, saltando di neurone in neurone, di sinapsi in sinapsi. Ma non basteranno i palliativi, non ce ne saranno mai abbastanza per appianare il male che uno si fa per amore del quieto vivere. Un incubo aggrappato alle tue viscere, che nessuno ha il coraggio di operare.

Resti lì, appiccicato alla parete, nel buio. E osservi. Osservi la vita che scorre senza di te. Vorresti muoverti, andarle incontro, lasciarti attraversare da lei come un elettroshock e ricominciare a vibrare di nuove possibilità. Ma le scarpe sono incollate al pavimento, non riesci a fare un passo.
Ti credevi speciale, portatore di un mistero da custodire con cura nelle tue speranze, nei tuoi patetici sogni di gloria. Tutto miseramente si tinge di grigio. Anonimato. Mediocrità dei giorni ognuno uguale a se stesso. Ti guardi intorno, tutto procede normalmente. E ti senti anche un po' imbecille ad aver pensato certe cose. Sai che gli alti e bassi sono una costante del tuo essere, eppure non puoi fare a meno di lasciar fluire parole oscure. Non cerchi una redenzione, una facile soluzione o una speranza di cambiamento. Sai già di averle dentro di te.

Due misteriosi e contrastanti impulsi coabitano nella tua testa. Eros e Thanatòs. Inutile farli combattere. A ognuno il giusto spazio. Eppure questo ti logora, come ti logora la consapevolezza che per quanti sforzi tu possa fare non sarà mai abbastanza per spiccare quel salto. Il salto che ti innalzerebbe là, dove hai sempre sognato di arrivare.
Per quanti sforzi tu faccia, resterai sempre un passo indietro ai Grandi. Ad ammirarne l'arguzia, lo slancio vitale appassionato che fa dei colpi di testa la vera chiave di volta per una vita all'insegna della felicità, con la consapevolezza che resterà sempre caduca, ma foriera di nuove occasioni per riprodursi, ancora e ancora, con nuovi slanci.

Un passo indietro, nel buio. Un impercettibile inchino. La giostra riparte. Senza di te. Poco prima di scomparire, due parole squarciano l'oscurità. Illuminandosi, si rivelano al distratto protagonista del suo stesso incubo. Un libro, portato in dono a chi l'aveva perso. Un semplice titolo, di un romanzo lasciato a metà. E una dedica da parte di chi ci ha conosciuto nel fiore degli anni. Iniziato come un incubo, finirà come un Sogno?


Soundtrack: Ed Alleyne Johnson - Purple Electric Violin Concerto

3 commenti:

Bk ha detto...

Quanto si può trattenere il respiro?
Quanto ci vuole a leggere tutte le parole che compongono il post, tornando indietro a rileggere più volte?
Unisci le due cose...
Forse sono il nuovo campione mondiale di apnea e non lo so...
Io non lo so se ci troviamo e leggiamo per qualche motivo, ma stasera, ora e adesso, mi serviva leggere le tue parole. Non sai quanto.
Per questo volevo mandarti un regalo per email... ma non so qual'è (la mail non il regalo!!)
Ti mando un link allora a codesto regalo... spero ti piaccia.
Un abbraccio Bk

http://i94.photobucket.com/albums/l99/cattivia/Viola5.jpg

Mio ha detto...

I miei di incubi non li ho operati, ci vado a dormire con pessimi risultati, un giorno diventeremmo amici, io e loro, un giorno si farà pace. Ora è presto, ma tutto torna. Museum, se posso permettermi, accettali perché loro sono prepotenti e comunque vada continueranno a bussare fino a che non entreranno. Prima entrano meglio è, ma questo spetta a te e a nessun altro.
Eh l'elettroshock... quando lo trovi dimmelo che me servirebbe uno con le stesse caratteristiche, lo stesso scopo.
Chissà come si fa ad avere una vita da trapezzista come quella che tu dici, tra slanci per risalire dal fondo e prese a rishio quando si è all'apice. Forse bisognerebbe cominciare dal circo: "Solo per pazzi..." diceva la locandina ne: "Il Lupo Della Steppa", sono sempre più convinto che sia vero.
Museum mi raccomando, se posso, prova a dondolare magari sei già su un magnifico trapezio!

Roberto


PS: logorroico come e peggio di sempre, sorry!

Prisma ha detto...

@Bk: sono contenta che le mie parole siano servite a qualcosa, oltre che come sfogo catartico ad uso della sottoscritta ;) Quanto al regalino, che dire? Viola que te quiero viola! :D

@Mio: sii sempre logorroico, quando ti viene. Qua, lo sai, i logorroici sono i benvenuti! :D
Quanto al tuo consiglio... il fatto è che gli incubi, ormai, sono bell'entrati e stanno facendo sempre più danni al corpo di questa sciroccata che si ostina a non voler cogliere i segnali di fumo che da anni mi mandano. Sarei dovuta già correre ai ripari mooooooolto tempo fa. Ma ho voluto illudermi che le cose si sarebbero sistemate... Beata incoscienza! :D