...è di farsi coraggio!
Torno, dopo poco tempo, ad occuparmi di serie americane, soffermandomi di nuovo su un singolo episodio che ritengo significativo, soprattutto per me. La serie in questione è Fringe, autore il prolifico creatore di Alias e Lost, per citare le sue due creature più famose. In questa serie più recente J.J. Abrams fa convergere tutte le sue più grandi passioni, lo spionaggio, le guerre tra due mondi, la scienza, le missioni quasi 'impossibili', gli esperimenti fantascientifici che travalicano i confini etici, il gusto per l'orrorifico e il disgustoso, le trame contorte, la psicologia e lo scavo nelle paure più profonde di ogni essere umano, spesso legate all'infanzia e ai legami primari, e si diverte come un pazzo a smantellare le certezze dei suoi personaggi e, di riflesso, quelle degli spettatori.
Il personaggio di Oliva Dunham mi ha sempre affascinato. Intelligente, abile e coraggiosa, nonostante le sue insicurezze le impediscano di realizzarsi a pieno. Nell'episodio 19 della terza serie ci ritroviamo catapultati all'interno della sua coscienza - più del solito siamo chiamati ad attivare la sospensione dell'incredulità e a 'sposare' le regole del mondo abramsiano -, dove Walter e Peter Bishop, padre e figlio operativi all'interno della sezione "Fringe" dell'FBI del nostro mondo, insieme alla coscienza del defunto William Bell trapiantatasi nel corpo di Olivia, sono alla ricerca della rappresentazione mentale della giovane donna che, sconvolta dalla presenza, dentro di sé, di qualcosa di estraneo, è andata a nascondersi in chissà quale luogo del suo cervello per non essere sopraffatta dai continui attacchi di presenze nemiche che attentano alla sua vita.
Ad un certo punto del 'viaggio', favorito dall'assunzione di L.S.D. e da appositi marchingegni creati da Walter Bishop nel suo laboratorio di Harvard, i protagonisti si trasformano in cartoon, con un divertente quanto strano effetto visivo che mi ha ricordato quando, ai tempi dell'università, il mio professore di Storia del Cinema ci mostrò la cervellotica e affascinante creazione di Richard Linklater, Waking Life, in cui le immagini filmate con attori veri erano state ridisegnate grazie alla tecnica della rotoscope animation.
Al di là di americanate varie, esagerazioni che puntano a stupire forzando ogni logica - e che a me piaccono molto, beninteso! - e la consapevolezza che potremmo ritrovarci alla fine - come in Lost - con un pugno di mosche in mano, ciò che mi è sempre piaciuto dei lavori di Abrams è il forte radicamento psicologico delle azioni che innescano la trama. La scena che più mi ha colpito, nella sua - forse per alcuni scontata - semplicità, è la seconda* che vi vado a mostrare, dopo la prima che è invece necessaria per comprenderne meglio lo svolgimento. Purtroppo ho trovato soltanto la versione in lingua originale, ma non dubito che, chi sarà interessato, non avrà problemi a trovare quella tradotta in italiano.
Vi basti sapere che in quella 'bambina' intrappolata all'interno della propria coscienza, in fuga dalle sue stesse paure, che finalmente trova il coraggio di affrontarle a viso aperto e ordinar loro di fermarsi e, così facendo, diventa adulta, non ho potuto non ricoscermi, o meglio, riconoscere l'unico processo che potrà portarmi a rimuovere quegli odiati blocchi interiori che mi buttano spesso a terra e mi impediscono di fluire, rinnovando antiche sofferenze e 'ridisegnando' il mondo intorno a me in tinte fosche e minacciose, trasformando gli 'altri' in pericolosi nemici pronti ad annientarmi, metaforicamente parlando.
Le parole conclusive di William Bell, o meglio, della sua coscienza, me ne danno la conferma:
"Dovevi essere al sicuro nella tua psiche, ma tu sei quella che sei. Non ti sei mai sentita al sicuro. Tu sei il tuo peggior nemico, Olivia. Hai sempre lasciato che le tue paure ti inghiottissero, ma le hai appena affrontate. Alla fine hai dimostrato la forza che io e Walter abbiamo sempre visto in te. Ora la vedi anche tu".
Fringe 3x19 Peter/Olivia "This is not you..."
Fringe 3x19 William/Olivia "Now you go back"
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SOUNDTRACK: Fringe - Opening Theme 80s Retro
* Questa scena, non posso non aggiungerlo, mi ha riportato alla mente la conclusione, efficacissima, del videoclip del brano Angel dei Massive Attack.
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