24.3.09

Lucid Dream



Sono rari i momenti in cui ti senti davvero protetta. La sala buia, gli altri spettatori che ancora non si sono alzati dalle poltroncine, i titoli di coda scorrono e una musica perfetta ti accompagna dolcemente al risveglio, al ritorno nella "vita reale".
Hai il viso umido, e un po' te ne vergogni. Goffamente tenti di nasconderti dietro una ciocca di capelli, ma non è abbastanza lunga e tu non puoi impedire alle emozioni di scorrerti liquide addosso. Ti stai trattenendo, non vuoi replicare i singhiozzi strazianti che accompagnarono, tanti anni fa, l'uscita dalla sala in cui proiettavano
Dancer In The Dark. Preghi Dio, o chi per lui, di permetterti un giorno con il tuo talento, semmai ne avessi uno, di riuscire a toccare in profondità le stesse corde, di parlare alle altre anime e instillare in loro la volontà di vivere nonostante le terribili esperienze che si è costretti ad affrontare.
Riuscire con la potenza di un racconto a far rinascere in chi ha perso le speranze la voglia di dare una possibilità a noi stessi e agli altri, nonostante l'incomunicabilità, i pregiudizi e le colpe di cui ci siamo macchiati in passato. Senza pietismo, false speranze e inutile buonismo. Si può essere cinicamente empatici, nonostante tutto. Sorridere a chi lo merita, e mostrare i denti a chi di noi non potrà mai capire niente.
Sorridi e pensi che proprio quella mattina, prima di svegliarti, avevi sognato tuo nonno. Così simile a Walt, senza fucile e senza insulti razzisti. Anche lui un uomo di guerra, capace di guastare le feste, settantenne, a un branco di bulletti insolenti. Un uomo di cui forse hai conosciuto solo poche, fuggevoli istantanee. Un uomo capace di abbracci poderosi, caldi e totalizzanti, che in sogno ti sono improvvisamente tornati in soccorso. Sono passati sei anni e non ti è mai mancato così tanto come oggi. Un uomo imperfetto, come tutti noi, un gigante ai tuoi occhi di bambina.
Chissà se riesci a sentirmi adesso, se senti i miei pensieri in una qualche forma che non mi è dato sapere...
Non importa. So che sei fiero di me, nonostante tutto. Inciamperò e cadrò ancora, ma fa parte del gioco, no?
Ti voglio bene, Nonno. Stavolta non avrò bisogno di tradurlo, so che ormai mi puoi capire.

Soundtrack: Gran Torino - Jamie Cullum

6 commenti:

Radio Pazza ha detto...

Dancer in the Dark ... Gli Idioti ... Million Dollar Baby ... molto presto vedrò Gran Torino.
Il cinema della crudeltà, con il suo falso realismo è comunque capace di ipnotizzare e toccare corde profonde, archetipi e miti del nostro tempo che fu ... anche in maniera privata.
Mi piace il tuo "cinicamente empatici" e la coscienza che hai di tuo nonno e del suo espandersi in te.
Antonin Artaud diede il LA ...

Bak

Mio ha detto...

Io con mio nonno ci avrei voluto parlare non l'ho mai fatto e non lo ho conosciuto. Ero troppo "piccolo" e sicuramente stupido, perché sapevo che non sarebbe stato con me ancora per molto. Mi dicono che sia stata una persona buona.
Adesso solo immagino come sarebbe parlare con lui... anche lui amante della bicicletta... sicuramente qualcosa resta sempre.
A presto,

Roberto

jackie ha detto...

quell gap intergenerazionale che affligge tutti prima o poi l'affrontiamo,il più delle volte quando è troppo tardi per percepire i benefici della saggezza di chi c'ha precedute..quando sarai grande capirai..e adesso capisco..ora dei nonni conservo solo flebili tracce..così come oggi avrei bisogno raggiunta una certa maturità d'interagire con mio padre,col quale un'impasse di cinquat'anni ci separava dal comprenderci appieno,ma ora è tardi..ora senza scadere nella vacuità di scontata malinconia,cerco di metabolizzare quel poco-tanto che ho recepito..comunque è sempre un piacere leggerti,ricevere le tue visite and so on;) e spero quanto prima di mettere in atto ciò che larvatamente è in cantiere da una vita-è il caso di dirlo-come da tuo consiglio,ossia un libro autobiografico,così come quanto prima,sempre che reggerài il confronto fisico con un'appartenente della famiglia addams,ovvero la sottoscritta:p realizzare un incontro...che sarebbe per me fonte di gioia personale e chissà forse il principio d'una esperienza professionale,grazie ai tuoi suggerimenti nella stesura di quanto sudetto..così nel salutarti con sempre rinnovata stima,ti prego di lasciarmi in pvt la tua mail,di modo che possa presto scriverti fuori dalle piattaforme bloggers..buona vita cara amica..e a presto!kisses.your sincerely jackie;)

Prisma ha detto...

@Bak: vero? "Cinicamente empatica" è forse la definizione che mi calza meglio addosso. :D

@Mio: hai ragione, qualcosa resta sempre. Che lo vogliamo o no.

@jackie: DEVI metterlo in atto, scherzi? Faccio sempre il tifo per chi, secondo il mio istinto, possiede del talento.
L'email è già scritta nel riquadro a destra nel mio blog: mus_eum@yahoo.it
Mi farebbe un gran piacere darti una mano a realizzare il tuo progetto, per quanto non abbia, in realtà, le competenze necessarie. Però se accetti i pareri spassionati di un'inesperta :) sarò lietissima di leggerti e dirti la mia. Sarebbe un onore.

jackie ha detto...

smack!mus-eum,cara purtroppo col mio misero cellulare ed il browser che uso riesco solo a visualizzare poche cose,con i testi e poco più..comunque presto ti scrivo,anche per togliermi la curiosità sul tuo nik,cos'è tbfka?:p..nel frattempo t'auguro buon principio di settimana e..buona vita,come sempre:)a presto,your j.

Prisma ha detto...

Hai ragione, cara. Spesso me lo dimentico che navighi con il cellulare.
TBFKA è una sciocchezzuola... :D Prima ero MusEum, poi ho voluto cambiare nick e sono diventata Prisma. Siccome mi dispiaceva abbandonare del tutto il vecchio nick, ho ripreso l'acronimo da Prince, che un po' di tempo fa si era autodefinito "The Artist Formally Known As" Prince.
E così sono diventata Prisma, 'The Blogger Formally Known As' MusEum.

Buona settimana e buona vita anche a te!