20.6.08

Racconto




Sono ore ormai che T. la osserva. Una stupida finestra, solo una maledettisima fottuta finestra... tanto lo separa da lei. E più di tutto quell'odiato specchio, in cui da tempo immemore non riesce più a specchiarsi.

Brividi di freddo in pieno agosto. Il terrore di un silenzio che dura ormai da troppi anni.

Pensieri molesti! Una distrazione che rischia di costargli cara... M. ha già chiuso il libro! Ecco che posa la matita e si toglie gli occhiali con un gesto liberatorio. Allunga le braccia verso la finestra accostata e la spalanca con un guizzo. T. fa appena in tempo a nascondersi. M. sta già catturando con avidità la brezza della notte estiva mentre sorride alla luna. Amica luna, silenziosa compagna delle sue notti solitarie.

M. si è alzata e ora cammina scalza sul pavimento del suo monolocale. T. sa già quello che farà, lo fa ogni volta che è stanca di studiare. M. si inginocchia davanti alla sua collezione di vinili, li scorre uno a uno con l'indice e li osserva con la testa reclinata da un lato. I riccioli castani le coprono dispettosamente gli occhi e prontamente M. li scosta con l'altra mano.

Su chi ricadrà la scelta oggi? T. tira a indovinare. Neil Young? Beatles, Rolling Stones, James Last? O magari Beethoven? No, forse Fabrizio De André... T. non riesce a decidersi. Oggi non indovinerà, è inutile persino tentare.

M. estrae finalmente un 33 giri e lo dispone con cura meticolosa sul piatto. Con mano ferma accompagna la puntina al punto di partenza...Una dolce melodia malinconica riempie la stanza e dalla finestra aperta raggiunge T. che no, non avrebbe mai potuto indovinare... Quel brano M. non lo ascoltava da anni, troppi i ricordi. E allora cosa le prende stanotte? Che diavolo avrà in mente?

M. è seduta per terra, la schiena contro la parete.

T. vorrebbe riuscire a guardarla negli occhi, ma non può. M. chiude gli occhi, vorrebbe qualcuno accanto... Che la facesse sentire come quando era bambina e del mondo non aveva paura. Istintivamente M. avvicina le ginocchia al petto e cinge le sue gambe con le braccia.
T. ha un altro brivido. Vorrebbe chiudere gli occhi ma non ci riesce. Non sopporterebbe un buio ancora più oscuro di quello in cui si trova.

La musica lo avvolge... Un brivido ancora...
Non è l'emozione, è solo uno stupido gatto che si ostina a strusciarglisi addosso. Che diavolo vorrà, perchè tutta questa confidenza? Con lui è stato così fin dall'inizio, da quando è venuto ad abitare in quel bugigattolo. E pensare che T. ha sempre odiato i gatti, possibile che l'istinto felino non gli suggerisca di stargli alla larga?

Ecco, doveva immaginarselo! Il dannato felino lo ha distratto. M. non c'è più.
La luce nel monocale è spenta, solo la musica continua a colmare quel vuoto.

T. si concentra, ma niente. Non riesce a sentire nient'altro.
Sempre e soltanto quello stesso ritornello:

'Cause I love you, yes I love you... Oh, how I love you...

T. è completamente annientato. Una smania paralizzante lo incolla al pavimento, mentre il gatto miagola, miagola e miagola, incessantemente. Si può sapere cosa si è messo in testa? Maledetta bestiaccia! Ora lo sente!



Cosa fa? Adesso si mette anche a parlare? T. è basito. Dev'essere colpa della birra... i gatti non parlano! T. si alza di scatto e dà un calcio alle bottiglie vuote, che si sparpagliano a casaccio sul pavimento. D'istinto si volta verso la finestra. M. lo sta osservando da un po', appoggiata al davanzale. T. si sente avvampare, accenna un sorriso... M. richiude in fretta la finestra.

Che sciocco... Lei non può più vederlo ormai. Quando imparerà?

Stupido gatto... Ma perchè non la smette?


Soundtrack: Nights In White Satin - The Moody Blues





6 commenti:

fabio r. ha detto...

brava!! bella atmosfera, molto adatta al calore attuale!! Complimenti.

p.s. io comunque sto dalla parte del gatto, sempre!!

Un Kiss

Prisma ha detto...

Davvero ti piace?
Hai sentito anche il brano che ho messo come accompagnamento-ispirazione? A volte lo streaming fa i capricci...

Critiche, suggerimenti? Fammi sapere, ci tengo!

P.S. Ora tocca a te! :D

daniela ha detto...

Un bellissimo racconto, e c'è anche il colpo di scena!

Scritto bene, con il giusto equilibrio tra narrazione e suspance, incisivo al punto giusto e di grande effetto!

Che altro dirti? Brava!

Mio ha detto...

Mi sbaglierò sicuramente ma questa M. a me sembra proprio di (ri)conoscerla...
Racconto molto delicato davvero!
A presto Museum,

Roberto

Prisma ha detto...

@Daniela: Wow, quanti complimenti! Grazie! :DDD (e pensare che mi vergognavo a pubblicarlo...)

@roberto: grazie! :D

digito ergo sum ha detto...

bel racconto. eppoi, per i brividi di freddo ad agosto, chi non se li porta dentro? no, dico... sono gli stessi di dicembre, di marzo e di tutti gli altri 13 mesi dell'anno. ti abbraccio