E mentre in televisione continuo a sentire le ennesime inutili ciance sui giovani, la crisi e la disoccupazione, i raccomandati, quelli che sognano ma poi non concretizzano, piuttosto che vomitare o dare fuoco al mefitico elettrodomestico, mi ripiego sui miei pensieri e mi ripeto che no, ancora non ci siamo. Non ci siamo ogni volta che la magia svanisce, che lo stupore perde lentamente i suoi contorni e finisce per giacere consumato sul fondo di una scatola vuota. Mi è stata mostrata più volte una strada, con entusiasmo e devozione, occhi scintillanti e pieni di volontà. Niente da fare. Non è per me. Proprio non mi sfiora nemmeno l'idea. E allora cosa? Quale strada? Quale il modo per trarmi fuori da questo stallo interiore che mi coglie ogni volta che la solitudine si insinua tra le pieghe degli obiettivi raggiunti e quelli in costruzione?
La paura della gente, o meglio, di quel che rappresenta se vista attraverso la lente deformante di un'inconscia dinamica irrisolta, come la si combatte? Sono del parere che ci si possa arrischiare a prendere un'eventuale zaccagnata solo quando si ha sufficiente energia vitale a disposizione. Farlo quando si è già ampiamente compromessi e all'orizzonte si profilano minacce troppo reali per essere ignorate non solo è da incoscienti ma da idioti. Razionalmente è tutto così chiaro! Ma in profondità è tutta un'altra storia. E non lo so. Davvero non lo so.
Troverò il modo. Non mi manca niente. Niente manca non.
YUKI, AKA PRISMA
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