7.11.10

Ora, Che Quasi Non Sento Più Niente




Aprire un nuovo capitolo, tanto per far qualcosa.
Riversare un po' della noia magmatica che attanaglia in una domenica lenta e uggiosa.
Tornare sui propri passi per ricercare un'estasi da tempo perduta.
Sconfiggere la nausea e la mancanza di prospettive di una vita scaduta.
Ingannare una stasi che immobile si perpetua.
Richiamare alla memoria congiunzioni un tempo calde e vibranti, ora gelide e distanti.

Echeggiano imperativi odiosi, tediosi, irrispettosi.
Pullulano gelosie, si spostano i confini di territori emozionali egoisticamente inviolabili.
Risate antiche restano sepolte da colate laviche.
Situazioni statiche, e guerre interne ataviche.

Dov'è fuggita l'anima mia intestardita,
colei che un tempo guidava questo mio scrivere incosciente,
ora che quasi non sento più niente
che non sia questo insostenibile peso,
questo futuro inutilmente atteso,
questo sogno lasciato a marcire, sospeso?

Ascolto, tremante, l'eco del desiderio spegnersi nel mio vuoto.
Ridono i pesci mentre imito, pesante, il loro nuoto.

YUKI, AKA PRISMA TBFKA MUSEUM

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Soundtrack: Burial At Sea - Mono

1 commento:

SALVATORE FITTIPALDI ha detto...

Per sopravvivere alla perdita e salvarsi, per potersi ritrovare e riprendere il cammino individuale, è necessario accettare la realtà del presente, quindi anche il dolore e la sofferenza, non rimanere attaccati al passato, lasciare i precedenti modelli interiori e le situazioni note, reinvestendo il mondo esterno, trovando in esso nuovi valori e punti di riferimento.