E poi capita che qualcuno, dall'altra parte del pianeta, spenda tempo e soldi per mandarti un regalo speciale, come segno - ma non solo - di gratitudine per una parola uscita dal cuore durante un incontro di quelli che ti cambiano la vita e il modo di concepirla.
Capita anche che qualcun altro abbia improvvisamente voglia di vederti e, nel giro di qualche mail, le distanze diventino zero e ci si ritrovi a parlare per ore, come se non si fosse fatto altro per anni. E finisci per sentirti una perfetta idiota soltanto ad aver pensato che la tua compagnia non fosse (più) desiderabile.
Capita poi che qualcuno che non hai ancora mai visto - ma che senti di conoscere da una vita - ti affidi un pezzettino di anima con la promessa di un caffè o un bicchiere di vino insieme, un giorno.
Capita che un incubo si trasformi in concime. E che la pianta inizi a cacciare fuori a fatica i suoi primi germogli. Puoi anche far finta di non crederci, quando la paura tenta di fotterti, ma sono lì e ti inchiodano alle tue responsabilità, che poi sono anche i tuoi sogni e li stavi aspettando da anni.
Novembre. Una promessa di nuova vita per qualcuno. L'inizio di una resurrezione per qualcun altro. Continui a riguardare ogni giorno le foto del tuo matrimonio. Ti sembra a volte di guardare qualcun altro. Che la giovane donna raggiante vestita in blu non sia tu, ma un'altra. Che la famiglia acquisita non sia la tua, e che quei due bei ragazzoni che adesso sembrano due divi di Hollywood un tempo non siano stati dei bimbetti vispi e affettuosi a cui stringevi la mano per attraversare insieme la strada.
Ti concentri ogni volta su un particolare diverso, fino a perderti sempre nello stesso medesimo istante cristallizzato. Il dipinto sfocato di due anime che si sfiorano, incastonate in un disegno molto più grande, con la voglia di dirsi molto di più di quanto consenta quella semplice istantanea malriuscita e, proprio per questo, così suggestiva. Una traiettoria di sguardi che prelude a un non detto. Tutto l'affetto di una vita che resta silente e si manifesta furtivo, imbarazzato. Chi avrebbe mai detto che avessimo così tanto in comune? Chissà, forse un giorno ne parleremo.
Intanto, ogni giorno che passa mi sento a un passo dalla felicità assoluta e, al contempo, sull'orlo del baratro. Mi domando come sia possibile. Genetica, esperienza vissuta, ambiente? Che importa. Quello che conta, ora, è che so cosa rischio e non ho nessuna intenzione di restare a guardarMi. Il posto in cui mi trovo ora non è il punto d'arrivo, rischia al contrario di trasformarsi nel punto di non ritorno. Adesso sta a me trovare il filo e portarmi fuori dal labirinto.
YUKI, AKA PRISMA
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Treading the ground I once used to know People are strangers The same as before The streets look familiar I remember the park Where I buried my head So deep in my hands All around me was dark This here city Is for the lonely ones You won't find no angels Selling maps to the lost...*
Toco tu boca, con un dedo toco el borde de tu boca, voy dibujándola como si saliera de mi mano, como si por primera vez tu boca se entreabriera, y me basta cerrar los ojos para deshacerlo todo y recomenzar, hago nacer cada vez la boca que deseo, la boca que mi mano elige y te dibuja en la cara, una boca elegida entre todas, con soberana libertad elegida por mí para dibujarla con mi mano en tu cara, y que por un azar que no busco comprender coincide exactamente con tu boca que sonríe por debajo de la que mi mano te dibuja. Me miras, de cerca me miras, cada vez más de cerca y entonces jugamos al cíclope, nos miramos cada vez más de cerca y los ojos se agrandan, se acercan entre sí, se superponen y los cíclopes se miran, respirando confundidos, las bocas se encuentran y luchan tibiamente, mordiéndose con los labios, apoyando apenas la lengua en los dientes, jugando en sus recintos donde un aire pesado va y viene con perfume viejo y un silencio. Entonces mis manos buscan hundirse en tu pelo, acariciar lentamente la profundidad de tu pelo mientras nos besamos como si tuviéramos la boca llena de flores o de peces, de movimientos vivos, de fragancia oscura. Y si nos mordemos el dolor es dulce, y si nos ahogamos en un breve y terrible absorber simultáneo de aliento, esa instantánea muerte es bella. Y hay una sola saliva y un solo sabor a fruta madura, y yo te siento temblar contra mí como una luna en el agua. (J. Cortazar)