22.3.11

La Strada Nel Bosco




Scorre l'asfalto sotto le mie gambe meccaniche e insieme a lui sento scivolare via pian piano tutte le mie paure. So che torneranno, che proveranno a riprendere il controllo, ma ora che ho imparato i loro nomi so che non cederò più così facilmente, che potrei anche vincere io. Come stamattina, quando uno scherzo del destino unito al dispetto di sconosciuti ladri di passaggio ha reso il mio primo viaggio dalla vecchia alla nuova vita una buffa disavventura finita per il meglio.

L'auto che smette di camminare appena imboccata l'A1 e il mio sangue freddo nel chiamare i soccorsi. Una casacca arancione indossata per precauzione, qualche rimprovero di troppo all'imperizia dei viaggiatori (inclusi i presenti) e la serenità di sapersi dominare. Facile, ora che lei è lontana. Ma saprò corazzarmi anche per lei in futuro, questo è sicuro!

Il paesaggio visto dai sedili rialzati del carroattrezzi assume una solennità di cui godo a piene pupille, che non resistono alla tentazione di sbirciarsi nello specchietto retrovisore e compiacersi del sorrisetto che la situazione mi ha dipinto sul viso e che non sembra lasciarsi scalfire neanche dalla frettolosità un po' rozza del soccorritore. Mi fa un effetto strano vedere la tua macchina - dovrei ormai dire la mia - in bilico, il muso verso l'alto, che si fa trasportare placida. E' andato tutto bene, ora posso dirlo, ma non posso non pensare che ogni prima volta, anche la più banale, si risolva per me quasi sempre con un battesimo di fuoco.

Oggi mi sono portata a casa. La mia nuova vita si avvicina. Riesco a intravederla, senza più temere che possa venire risucchiata prima ancora che io riesca a raggiungerla. Fino a poche settimane fa mi sembrava impossibile. Dovrò aspettare ancora certo, ma il più è deciso. Non sto più nella pelle! Voglio sporcarmi le mani, di vernice e speranza, dare forma a piccoli sogni, plasmarli con coraggio, senza lasciarmi più spaventare a morte dalle imperfezioni, dagli inevitabili intoppi che so di poter superare. Io sono il mio porto sicuro, devo solo placare le tempeste che a volte scatena in me un dolore mai sopito.

Fischietto, sulla via del ritorno. Canticchio, per compensare la mancanza della vecchia autoradio che ignoti ladri hanno portato via mesi fa per ricavarci chissà cosa, forse una decina di euro a fronte dell'immenso valore affettivo che quell'oggetto aveva per me. Pazienza. Sai bene che mi basta poco per riempire i silenzi. E ti immagino canticchiare insieme a me, a ruota libera, come facevamo sempre. Così come ti ho immaginato, giorni fa, mentre - stavolta da passeggera - guardavo fuori dal finestrino un paesaggio appesantito da nuvole cariche di pioggia. Eri parte di quell'albero. Eri l'albero. I suoi rami, il suo tronco, le sue radici. E senza che me ne accorgessi, ti ho sentito parte del Tutto, del cielo, degli uccelli in volo sulla vallata, del Tevere che scorreva lento sotto di noi.

Ho ripreso la mia vita quasi di sempre, ma l'assenza di te assume forme sempre diverse e può manifestarsi all'improvviso, trainata da un dettaglio, una folata di vento, una melodia lontana. Ripenso alle parole di P., incontrata per caso qualche tempo fa. Un tempo eravamo amiche e abbiamo condiviso molto. Poi, come spesso accade, ci si è perse di vista, trascinate lontano da correnti diverse e amicizie interrotte. Dopo anni ci siamo trovate a parlare di te. Lei era sinceramente commossa e ha trovato le parole che più avevo bisogno di sentire in quel momento: "Fa' tutto quello che amava fare lui...ricordalo così", ed è proprio in questo modo che un'assenza può trasformarsi e abitare in noi, specie quella di un padre, da cui mi accorgo di aver ereditato molto più del DNA.

E allora riempio la mia vita con le cose di tutti i giorni che ci rendono felici. Ci riesco e poi penso che saresti orgoglioso di me e fremo per mostrarti il frutto dei tuoi e dei miei sacrifici. E' un attimo. La mente è capace di salti temporali e logici incredibili. Ho l'illusione fugace di ritrovarti a casa al mio ritorno per raccontarti tutto, poi realizzo. Non sarà mai più così... e in men che non si dica il pensiero si fa liquido e dagli occhi scorre a valle. Le esperienze, grandi e piccole si accumulano, ma è così difficile non poterle più condividere con te... Da lontano un disco risuona nella mia testa, ogni volta ce n'è uno diverso ed ha il potere di calmarmi, di ricordarmi che ci sei lo stesso, soltanto la forma è cambiata anche se io non riesco a vederla. Ora sei parte del cosmo, se allungassi le braccia potrei riabbracciarti come le foglie il vento. Come la luna enorme le nubi sul cielo di Roma, tre notti fa.

Stasera, mentre guidavo verso la vecchia casa, ho ripensato a una strada nel bosco... devi avermela cantata tu, ne sono sicura.

Or vieni,
c'è una strada nel bosco,
il suo nome conosco...
vuoi conoscerlo tu?


YUKI, AKA PRISMA

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Soundtrack: La Strada Nel Bosco - Gino Bechi

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho tanto da imparare da te.

liberoPensieRoberto ha detto...

Sembra un incanto il bosco sotto la luna.
Ogni volta che resto in silenzio in contemplazione del tutto, e mi riempio di luna, riconosco quel piccolo ronzio dentro me, che è la voglia di ricominciare con una nuova vita.
L'ho fatto, molte volte, 8 cambi totali negli ultimi 15 anni, e sono sempre felice di farlo.
Mi piace tanto il tuo modo di scrivere, lo sento così affine nella scelta delle parole.
Ciao

Jas21 ha detto...

" Ora sei parte del cosmo, se allungassi le braccia potrei riabbracciarti come le foglie il vento. Come la luna enorme le nubi sul cielo di Roma, tre notti fa."

E' questo e molto più di questo,
allunga le tue mani, vola, abbraccialo.. Non ci sono limiti cara Yuki. Felice di ritrovarti

dioniso ha detto...

Buona nuova vita!

Prisma ha detto...

@Carolina: sentimento reciproco, credimi. :)

@Rò: grazie... le tue parole mi incoraggiano a continuare, non soltanto a scrivere, ma ad ascoltare sempre quel ronzio che ci aiuta a ricominciare una nuova vita.

@I am: felice anch'io cara amica!

@Dioniso: grazie... ce la sto mettendo tutta. Ansia, vola via!!! :D