Dopo due settimane in stato di grazia, fuori dal mondo e dal tempo abituali, il rientro duro e traumatico alla realtà è dolce amaro e sa di autunno che fa capolino tra le foto ricordo, le cartoline e i panni da lavare.
La mia "home" estiva in giro per l'Europa, tra ostelli, cartine, affittacamere, autostrade, lingue sconosciute e scatolette di tonno, è un'abitudine a cui da qualche anno a questa parte non posso più rinunciare. E quando mi sono abituata al ritmo della mia vita da semizingara di città, è già tempo di rientrare e riprendere le vecchie cattive abitudini. Di ritrovare le piacevoli piccole cose di cui hai imparato a fare a meno lontano da casa.
La tua stanza è come l'avevi lasciata, pronta per essere riempita di te e dei tuoi nuovi oggetti. Prove, testimonianze che è stato tutto vero. Mania occidentale di conservare materialmente il vissuto.
Guardi tutte quelle cianfrusaglie, combattuta tra la voglia di buttarle via per liberare spazio e la paura irrazionale di perdere con loro tutti i tuoi ricordi. Sai già chi vincerà.
Infili la chiave nella toppa. Non c'è nessuno in casa. Meglio. Ho bisogno di tempo e solitudine per rientrare nella mia vecchia dimensione. Disfo i bagagli. Annuso l'aria. Riconosco odori familiari.
Malinconia e voglia di ripartire subito. Di non voler aspettare un altro anno.
Una musica che sa di balera entra dalle finestre aperte insieme alla canicola e all'umido di una Roma a 40°. Una musica che prima mi fa sorridere, poi chiudere gli occhi e venire voglia di lasciarmi andare. Immagino i movimenti lenti ma ritmati di coppie di anziani con la voglia di vivere nelle scarpe. Penso ai miei genitori, a come vorrei che anche loro fossero così spensierati.
Rumore di chiave nella toppa. Eccoli, rientrano. Saluti e mia madre che è ancora arrabbiata con me perchè non sono rientrata sabato, come mi aveva ordinato.
Mi sbrigo a risistemare tutto. Non voglio polemiche. Non oggi. Poche ore e riparte lo show. Parole velenose colpiscono i punti deboli per provocare. Non mi trattengo. Rispondo. E poi comprendo. Lei non è più come prima. Lo è solo per brevi momenti. Non lo fa apposta. Non si rende conto... Ma questo non rende le cose più facili.
Chiudo la porta della mia stanza, accendo la mia radio. Chiudo gli occhi e ballo...
Allora balla non aver paura se la notte è fredda e scura non pensare alla pistola che hai puntata contro balla alla luce di mille sigarette e di una luna che t'illumina a giorno...
[A mio padre, ai viaggi in macchina insieme quando,
i piedi in aria, sdraiata sul sedile posteriore,
mi lasciavo cullare dalla musica... ]
i piedi in aria, sdraiata sul sedile posteriore,
mi lasciavo cullare dalla musica... ]
Soundtrack: Balla Balla Ballerino - Lucio Dalla