30.1.15

Ore Piccole

Imparo a prendermi cura di me. Lentamente, gradualmente. Il mio corpo resiste, talvolta, ai nuovi stimoli, fatica a prendere coscienza delle sue tante parti trascurate o mal utilizzate. E soffre, si irrigidisce, si contorce, talvolta si stizzisce.  

Shhhht!, dice lei. Dolcemente, allegramente. Ascolta il tuo corpo, parla con lui! Lui sa. Lui ti chiede cosa è meglio per lui. Ed io ho fiducia, ma non ne sono ancora tanto sicura. Talvolta ho come l'impressione che invece mi chieda esattamente l'opposto e io, per pigrizia, lo lasci fare finendo poi per star male. Nulla di grave, per carità! Ma abbastanza per darmi l'esatta misura dei miei limiti e delle mie debolezze, sulle quali ho ancora molto lavorare.

Non mancano momenti di perfetto stato di grazia. Il corpo, abilmente guidato, si riposa, accoccolato. In quegli istanti, quando il mio cuore pulsa verso il pavimento, il petto gentilmente inclinato in avanti nella posizione del bambino, e mi trovo in completo stato di abbandono, mi sento più vicina alla radice del mio essere, alla sorgente che mi ha generata. A te. Sì, a te! Incredibilmente... ti sento.

Ci immagino, occhi negli occhi, stessa grandezza e colore, di profilo a guardarci con tenerezza, l'uno lo specchio dell'altra. Io sono te e tu sei me. Semplicemente. Senza alcuna implicazione. Due manifestazioni simultanee della stessa essenza. E mi sento bene. Tremendamente bene.

E' qualcosa di automatico, ormai l'ho notato da un po' e lascio che accada. Quando l'emozione è molto forte riesce persino a commuovermi. E' caldo, rassicurante e, in fondo, mi dico, questa energia così naturale e istintiva, benefica, arriverà pur a destinazione, in un modo o nell'altro.

Io me lo auguro. Perché è bellissimo ritrovare se stessi. Ed è bellissimo sentirsi ancora connessi.


YUKI, AKA PRISMA
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Soundtrack: The Wolves (Act I and II) - Bon Iver

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