Polvere, sabbia, pesciolini d'argento. Pezzi di vita che riemergono ancora, dimenticati. Sto prendendo forma. Ancora. Sento che ci siamo quasi, che il tempo dei buchi neri e del caos sta per avviarsi alla degna conclusione. Ci voleva un pezzo di cornicione crollato nella mia ex stanza - fortunatamente quando non c'era nessuno sotto! - per accelerare i tempi e spingermi a svuotare - finalmente - pile di scaffali. Rimettere mano al disordine di più di un lustro e spolverare, riguardare, selezionare, raggruppare, inscatolare. Audiocassette, quaderni di appunti scolastici e universitari, tesi e tesine, dispense e libri fotocopiati, alcuni rilegati altri no, dépliant di località italiane e straniere, ricordi di viaggi ancora da riorganizzare, cartoline, lettere e diari, e ancora libri in svariate lingue, per bambini e per adulti, e pezzi di sceneggiature, mie e non mie, soggetti, scalette, tracce di stages e controstages, sogni e promesse, e progetti per dare una svolta, a me che non potevo più aspettare...
Quasi non ci credo! E sempre più mi convinco che se fossi andata in un altro paese, magari a Londra, a quest'ora potrei essere una story editor. Sì, finalmente l'ho detto! Perché dovrei vergognarmi di qualcosa in cui ho creduto, per cui ho sputato sangue, ho lottato, ho stretto denti e pugni, ricevuto complimenti, persino! Sudati, meritati e, purtroppo, mai davvero (ri)pagati? Non ho rimpianti, se è questo che vi chiedete. Solo la consapevolezza che il talento - e c'era, perché così mi è stato detto più e più volte da gente che conosce il mestiere - non ce lo si dovrebbe lasciar scappare tanto facilmente. Menti più accorte e capaci di guardare al futuro vi avrebbero investito, anziché lasciarlo andare, accontentandosi del primo schiavo disposto - tra migliaia - a farsi sfruttare. Ma tant'è. Ché tanto il destino, se pure avessi insistito a sfidarlo andando ancora avanti con le dispense vuote, non m'avrebbe comunque portato a scrivere ciò che davvero mi sta a cuore. E allora, a che pro? Meglio così, l'aver accumulato esperienza mi servirà, un giorno, per tirarmi fuori dalle viscere ciò che deve essere raccontato.
Sono passati cinque anni. A pensarci è un'eternità, e mi spaventa. A volte penso che non ne sarei più capace, che tutto è perduto, che il treno ormai è passato e non se ne fa più niente. Ma poi mi immagino un giorno finalmente sbloccata a riversare parole senza più fermarmi. Non è assurdo? Amare scrivere e non riuscire più a farlo? Tutto sta a rimuovere il blocco iniziale. Ora, forse, potrei sapere come fregarlo. Ora che sto riassemblando pian piano i pezzi e ricostruendo un passato confuso, frammentario. Quando avrò finito inizierà il bello. Proporlo e difenderlo, con orgoglio e con coraggio. L'intraprendenza non mi manca. E se qualcuno dovesse chiedermi che cosa ho fatto per tutto questo tempo, risponderò, fiera e con il sorriso furbo di chi già si aspettava questa domanda: ho vissuto, se non vi fa schifo!
YUKI, AKA PRISMA
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Soundtrack: Baba O'Riley - The Who
Out here in the fields I fight for my meals
I get my back into my living.
I don't need to fight To prove I'm right
I don't need to be forgiven. yeah,yeah,yeah,yeah,yeah
Don't cry Don't raise your eye It's only teenage wasteland
Sally, take my hand We'll travel south cross land
Put out the fire And don't look past my shoulder.
The exodus is here The happy ones are near
Let's get together Before we get much older.
Teenage wasteland It's only teenage wasteland.
Teenage wasteland Oh, yeah Its only teenage wasteland
They're all wasted!