Nell'era del virtuale si moltiplicano le possibilità di incrociare anime affini, cosa che nella vita non sempre capita con altrettanta facilità. Vuoi per timidezza, vuoi per mancanza di tempo, vuoi perchè è molto più facile scoprirsi agli sconosciuti scrivendo piuttosto che farlo di persona. Vuoi perchè ci si perde di vista e si finisce per non approfondire una conoscenza che resta superficiale.
Sarebbe bello se questo blog potesse diventare un luogo di ritrovo per anime sorelle, come mi piace chiamarle. Anime libere dai vincoli spazio temporali, dalla tirannia dell'immagine che non sempre gioca a nostro favore, dalla differenza di età e di estrazione sociale... Libere da ciò che nella vita reale potrebbe tenerci a distanza, impedendoci di scoprire che sotto le sovrastrutture che ci ammantano si
nascondono anime affini, in grado di scambiarsi reciprocamente molto più di quanto ci si aspetterebbe. Anime di cui innamorarsi per quello che hanno da raccontare, da condividere, da mettere in gioco.
Può esistere secondo voi l'amore platonico?
Da Wikipedia:
Amore platonico è il modo in cui comunemente si definisce una forma di amore sublimata, che esclude la dimensione sessuale e passionale.
Questa formula in realtà scaturisce da un contesto filosofico in cui l'amore, inteso come moto dell'animo e non come forma di relazione, viene interpretato come impulso al trascendimento della realtà sensibile, del mondo delle apparenze, capace di muovere la conoscenza verso l'assoluto, permettendo così all'uomo di ricongiungersi con il divino, attuando cioè un processo di indiamento, come illustrato ad es. nel pensiero di Giordano Bruno.
Questa locuzione prende il nome da una teoria di Platone, che nel Σύμποσιον (Simposio) racconta come l'Amore (Eros, in greco Ἔρος) fosse figlio di Pòros e Pènia. Pòros, l'intelligenza, aveva fatto innamorare Pènia, ossia la povertà che genera bisogno. Approfittando di un momento di ubriachezza di Pòros, Pènia giace con lui e dalla loro unione nasce Eros, l'amore.Questo mito mette in luce come Eros, la forza che fa andare avanti il mondo, abbia una natura contraddittoria, che partendo dall'amore delle forme, che porta alla procreazione e alla continuazione della razza umana, lo fa arrivare all'amore della conoscenza, ossia alla stessa filosofia.
Sembra che il termine amor platonicus sia stato coniato nel XV secolo da Marsilio Ficino come sinonimo di amor socraticus. Entrambe le espressioni indicano l'amore diretto alle qualità morali ed intellettuali di una persona piuttosto che a quelle fisiche. I termini si riferiscono al legame affettivo molto speciale che intercorre tra due uomini, maestro e allievo, che Platone aveva descritto nei suoi Dialoghi ed esemplificato dal rapporto tra Socrate e i suoi giovani studenti, in particolare Alcibiade.