30.11.11

A Dream, Within a Dream...





...sono le prime parole che mi sono venute in mente dopo l'ennesima dura prova egregiamente (o almeno credo) superata.

Mi sono data - o meglio, la vita mi ha dato... - un compito molto arduo, ma ho intenzione di fare del mio meglio per portarlo avanti. Gli ostacoli che continuano a presentarsi per buttarmi giù e farmi cambiare idea non fanno altro che rafforzare il mio desiderio di perseverare e migliorare. (per la serie, so' o nun so' una Tigre?!? :D)

Sono sempre più convinta che i dèmoni vadano guardati in faccia e vada detto loro chiaro e tondo tutto quello che devono sentirsi dire. E' l'unico modo per impedir loro di nuocerci.

O no?

YUKI, AKA PRISMA

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Soundtrack: A Dream Within A Dream - Alan Parsons Project

For my own part, I have never had a thought
Which I could not set down in words
With even more distinctness that which I conceived it.
There is however a class of fancies of exquisite delicacy
Which are not thoughts and to which as yet
I have found it absolutely impossible to adapt to language.
These fancies arise in the soul,
Alas how rarely, only at epochs
Of most intense tranquillity
When the bodily and mental health are in perfection.
And those mere points of time
When the confines of the waking world
Blend with the world of dreams.
And so I captured this fancy
Where all that we see or seem
Is but a dream within a dream.

"Tales of Mystery and Imagination
Edgar Allan Poe" (Narration Orson Welles)

21.11.11

Perdersi... In Un Bicchiere D'Anima


E ora, da brava bambina, stilerò una lista delle 'cose' che mi rendono felice, così che la smetterò di pensare sempre che mi manca qualcosa.
(By the way, it seems that I definitely have some issues with job & money, seen all the stupid mishaps I'm experiencing since the beginning of the journey...)

Le elencherò in ordine sparso, così come mi vengono in mente.

1- Guidare la macchina di mio padre. Ora che ho anche una pseudo autoradio cineseria mezza scassata, è ancora meglio! Mi piace farlo di notte. Da qualche tempo la pratica sembra aver lavato via quell'ansia lancinante che mi coglieva ad ogni curva buia e tempestosa, rendendo il percorso una lunghissima quasi apnea condita da fitte allo stomaco. Ora, intemperanze della mia vecchietta a parte, riesco a dominarla più o meno egregiamente e la cosa mi fa sentire poteNte! Mi capita di ridere sotto i baffi, nel notare che inequivocabilmente le mie mani e le mie gambe si dispongono più o meno esattamente come le posizionava mio padre, quasi che la sua essenza si incarnasse in me mentre sono al volante. Non so spiegarvelo, ma in quei momenti è come se vegliasse su di me e mi sembra di vederlo mentre sorride orgoglioso della sua fillolla. Il giorno prima che se ne andasse, lo ricordo bene, tra le poche frasi che la mancanza di ossigeno gli consentivano di pronunciare, rivolto al mio compagno aveva detto con soddisfazione: "Hai visto come guida bene?". Cuore di babbo! E dire che l'anno scorso non è che fossi ancora proprio una cima... avendo iniziato a guidare praticamente da un paio di mesi, da quando cioè aveva avuto bisogno di me per andare a fare le visite e poi la chemio.
Sono felice di aver deciso di tenere la sua macchina, seppur già maggiorenne e in odore - a detta di altri - di rottamazione. Che vi devo dire, io a quella macchinuzza lì, ci voglio proprio bene! E' un gioco che facevamo insieme da quando ero bambina, quello di personificare l'auto di famiglia, dandole persino un nome. Ora che ci penso, questa non ce l'ha. Mi diverto solo a chiamarla 'la mia vecchietta' e a immaginare che mi risponda: "Senti chi parla!".

2- Guardare i miei nipoti che giocano insieme. La piccola che abbraccia il cugino grande. Entrambi che lottano sul divano. Lei che mi cerca per disegnare animali strambi frutto della mia mente bacata (il coniglio antropomorfo ad oggi è quello che ha riscosso il maggior successo) o per giocare a memory, stracciandomi sempre, ca va sans dire. E poi mi ricordo di quando il grande era piccolo e abbracciava me. Quei momenti mi mancano a bestia, lasciatemelo dire.

3- Cucinare. Ebbene sì! Ho iniziato a farlo da quando sono andata a vivere col mio compagno. Ogni giorno provo qualcosa di diverso. Ho bisogno di novità, altrimenti mi passa la voglia. Combino gli ingredienti aiutandomi con google e i ricettari ospitati in rete. Adoro godere del calore della fiamma mentre respiro l'odore che di volta in volta le pietanze e i loro condimenti liberano nell'aria. E ancor di più adoro vedere che il risultato viene gradito e divorato con gusto!

4- Ritrovare amici dopo settimane di silenzio o impegni e sentire che niente è cambiato. E' la piacevole sensazione di non dover spiegare niente perché chi mi sta davanti sa già e non ha bisogno di parole.

5- Leggere le parole che un'anima affine ha lasciato libere di essere percorse, sentendo rinnovarsi ad ogni frase la gioia di riconoscersi e il privilegio di poterne godere.

6- Incontrare per caso un libro che chiama proprio me. Mi basta guardarne la copertina per sapere che non posso sottrarmi. In quel momento è il puro istinto a guidarmi, lasciando da parte quell'odioso, perverso meccanismo che trasforma da sempre il piacere in dovere, impedendomi di godere del bello e del buono della vita.

7- Posare lo sguardo per la prima volta su un volto, un paesaggio o un dettaglio e sentirne l'immensità per un lungo interminabile attimo. Ultimamente le occasioni per provare questo tipo di emozioni stanno diminuendo. Urge moltiplicarle.

8- Camminare per le vie del quartiere in cui ho abitato per trent'anni a braccetto con mia madre, sentendo, per la prima volta dopo tanto tempo, che niente di male sta per accadere e aggrapparsi il più possibile a quella sensazione di normalità, sapendo che non durerà a lungo.

9- Ricevere una lettera o una cartolina, e percorrere con il dito il rilievo prodotto sulla carta dalla calligrafia di chi me le ha inviate. Rigirarmele tra le mani. Avere la percezione tangibile dell'affetto e della presenza di persone preziose nella mia vita.

10- Guardare un film che è al tempo stesso carezza e pugno nello stomaco. Uscire dalla sala annientata e sottosopra, e ripensarci per giorni.

Vi sono altre cose che riempiono la mia vita, ma ne sono gelosa e non le scriverò qui.
Anche se questo blog ormai non lo legge più nessuno, penso che sia sempre meglio tenere qualcosa per sé (o illudersi di farlo), no?


YUKI, AKA PRISMA

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Soundtrack: I'd Rather Go Blind - Beth Hart and Joe Bonamassa


16.11.11

Rete?


Chi si ferma è perduto. Me ne sto accorgendo, man mano che gli anni passano.
E' ovvio, riempi la tua giornata di impegni e avrai meno tempo per rimuginare e gettare l'esca ai dèmoni che, appena ti rilassi, ti tirano per la manica e ti strattonano, per farti andare a fondo con loro.
Non devo lasciare che accada, non posso. La mia incontestabile forza si lascia scalfire a più riprese, attraverso questi spiragli di "forzata" solitudine e ipertrofica immobilità. L'immaginazione, grande alleata, può tramutarsi in un mostruoso mondo fallace che attrae ingannando e ci lascia con un pugno di mosche in mano, oscurando la realtà tangibile che ci sorriderebbe, se solo smettessimo di ignorarla.

La gente ti salva. Ricordo bene queste parole. Le sento tremendamente vere. Eppure non riesco a metterle in pratica. Non ancora. Ma il Tempo si assottiglia e se è pur vero che non è lui ad essere tiranno, come scrivevo qualche giorno fa, ma siamo noi ad avere troppe - e spesso sbagliate - pretese, devo fare in fretta. Ma come?

Invidio chi non perde tempo e si getta nell'Azione. Invidio costruttivamente, non malevolmente. Ma non c'è niente da invidiare. Ci sarebbe solo da imitare. Nel senso di prendere esempio, farne tesoro e poi personalizzare.

A volte preferirei dimenticare nomi e vie di accesso, pur di non inciampare.
Forse prima o poi lo farò.
Come il buon Kaufman.

Non c'entra niente, ma da qualche giorno ho saputo che Prince Faster non trasmette più a Radio Rock. Vi sembrerà strano, ma è come se avessi perso un altro compagno di viaggio lungo la strada...


YUKI, AKA PRISMA

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Soundtrack: Tirami Una Rete - Banco Del Mutuo Soccorso


15.11.11

Uno




L'ho sempre pensato, che foste collegati in qualche modo. Oggi ne ho avuto la conferma.
Stesse vibrazioni, come amo chiamarle, stesso fatale sentimento di appartenenza che mi chiama a sé come una ragnatela di connessioni neuronali.
Seguo i vostri voli distanti, a planare e poi a risalire, su su in alto dove sono le nuvole.
Ne guardiamo insieme le forme, immaginando di camminarci sopra, sfidando la forza di gravità.
Ed ecco che improvvisamente avviene lo stacco. E resto a guardare, affascinata, le vostre evoluzioni.

Sì, siete decisamente Uno.
Anche se non vi conoscete nemmeno.


YUKI, AKA PRISMA

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Soundtrack: Seaside - The Kooks


5.11.11

(F)Orte




Sento (F)Orte, in me, l'esigenza di trarre vigore da una (S)Orte che tanto ha fatto per risollevarmi da una (M)Orte. Gli obiettivi realizzati si susseguono, primo fra tutti la (ri)apertura delle (P)Orte che per lungo tempo hanno segregato le mie emozioni. Non avrei mai immaginato che questa sarebbe diventata, un giorno, la mia casa. Il punto di (ri)partenza. La mia Destin-Azione.

Oggi ho camminato di nuovo per le tue strade e forse, per la prima volta, non mi sono sentita estranea. Familiarizzavo, palmo a palmo, con le tue antiche soglie, con i vicoli stretti e le piazze accoglienti, i comignoli accesi e gli alberi maestosi, gli archi illuminati da togliere il fiato e il tufo su cui ti adagi da secoli e secoli, affascinando.

Più volte ho immaginato stagliarsi accanto a me la tua figura, seduta sull'altalena affianco in quel parco vietato ai cani, dove i bambini sembrano i benvenuti anche se non ve n'era l'ombra. Ho immaginato il tuo profilo e le nostre chiacchiere leggere a scalfire le nostre paure e l'ansia del contatto. Mi sono immaginata di nuovo sedicenne, con molte meno fisime e più faccia tosta. La tua presenza in quel luogo era palese, poco prima delle cinque.

Ho immaginato che prendessi quel treno e mi venissi incontro sorridendo. Eri felice di rivedermi e di scambiare quattro chiacchiere con me, come ai vecchi tempi. E le ore passavano lievi, e la luce di colpo è calata senza che ce ne rendessimo conto.

Non so dirti perché, ma quel parco parlava di te.


YUKI, AKA PRISMA


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Sountrack: La Salita - Bugo

2.11.11

Niente Manca Non


E mentre in televisione continuo a sentire le ennesime inutili ciance sui giovani, la crisi e la disoccupazione, i raccomandati, quelli che sognano ma poi non concretizzano, piuttosto che vomitare o dare fuoco al mefitico elettrodomestico, mi ripiego sui miei pensieri e mi ripeto che no, ancora non ci siamo. Non ci siamo ogni volta che la magia svanisce, che lo stupore perde lentamente i suoi contorni e finisce per giacere consumato sul fondo di una scatola vuota. Mi è stata mostrata più volte una strada, con entusiasmo e devozione, occhi scintillanti e pieni di volontà. Niente da fare. Non è per me. Proprio non mi sfiora nemmeno l'idea. E allora cosa? Quale strada? Quale il modo per trarmi fuori da questo stallo interiore che mi coglie ogni volta che la solitudine si insinua tra le pieghe degli obiettivi raggiunti e quelli in costruzione?

La paura della gente, o meglio, di quel che rappresenta se vista attraverso la lente deformante di un'inconscia dinamica irrisolta, come la si combatte? Sono del parere che ci si possa arrischiare a prendere un'eventuale zaccagnata solo quando si ha sufficiente energia vitale a disposizione. Farlo quando si è già ampiamente compromessi e all'orizzonte si profilano minacce troppo reali per essere ignorate non solo è da incoscienti ma da idioti. Razionalmente è tutto così chiaro! Ma in profondità è tutta un'altra storia. E non lo so. Davvero non lo so.

Troverò il modo. Non mi manca niente. Niente manca non.


YUKI, AKA PRISMA

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1.11.11

London Calling




Ci pensavo ieri, mentre l'aereo perdeva lentamente quota e si preparava all'atterraggio in quel di Fiumicino e lo spicchio di luna che mi aveva accompagnato per tutto il viaggio iniziava a scomparire dietro una nuvola nera. Tu sei un'artista della vita! Un atto poetico continuo, e nemmeno te ne rendi conto. Sei tu il fiore di loto e non sai quanto sia bello seguire la tua evoluzione!

Londra mi ha rapito, sorprendendomi con due insolite giornate di sole, salutandomi infine con il consueto grigiore e una pioggia sottile ma per niente fastidiosa. Percorrerne le strade da sola, prima di incontrarti, mi ha ricordato le emozioni dei viaggi compiuti in passato, lo stupore vergine che si prova nel posare per la prima volta lo sguardo su case, vetrine, persone e visioni urbane inconsuete. Adoro camminare col naso all'insù, alla ricerca di un nuovo particolare che mi colpisca, anche il più stupido, quello che nessuno noterebbe. Prendere l'autobus senza conoscerne il percorso ma soltanto la destinazione, e regalarsi itinerari che i turisti non si sognerebbero mai di scegliere per non perdere il loro 'prezioso' tempo e lanciarsi subito a caccia di immagini da cartolina. In questo sono esattamente come mio padre e così, andandomene a zonzo in modo totalmente arbitrario, è stato come viaggiare insieme.

Tre giorni, e un continuo salto avanti e indietro nel tempo, tra quella che sono stata e quella che forse sarò. Il profumo vagamente salmastro del Tamigi, le navi ormeggiate e le piroette dei gabbiani mi hanno improvvisamente riportato all'infanzia, alle prime scoperte di un mondo altro insieme ai miei nonni. L'Olanda e le sue chiuse di colpo non erano più così lontane. Mi sono messa alla prova, e ho vinto.

A presto, Londra!




YUKI, AKA PRISMA

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Soundtrack: Secret Door - Arctic Monkeys